La tragedia del Grande Smog di Londra del 1952
L'industriale Londra, nel dicembre del 1952, fu colpita da un disastro che determinò la nascita della coscienza ambientale moderna...
Considerato il ruolo da protagonista avuto durante la rivoluzione industriale e le caratteristiche condizioni climatiche della zona, non è difficile individuare Londra come città particolarmente esposta al rischio di inquinamento da smog.
Ciò che è difficile immaginare è invece l’entità della catastrofe che si verificò nel dicembre del 1952, in cui la combinazione di diversi fattori contribuirono al verificarsi di un evento catastrifico - passato alla storia come il Grande Smog di Londra del '52 - che sconvolse il mondo e determinò la nascita della coscienza ambientale moderna.
Grande Smog di Londra: gli eventi che causarono la catastrofe
Tra il 3 e il 4 dicembre del 1952 l’anticiclone delle Azzorre per una serie di coincidenze meteorologiche, spostò la propria zona di influenza sull’atlantico settentrionale, creando un fenomeno di forte inversione termica proprio sulla città di Londra.
In pratica, uno strato di aria fredda e stagnante rimase intrappolata verso il basso da un altro strato di aria più calda, causando un’assenza totale di ventilazione e di ricambio d'aria, accompagnati da temperature rigide, che spinsero gli abitanti di Londra ad aumentare il consumo di carbone per il riscaldamento domestico. Questo produsse un’enorme quantitativo di smog che si andò a sommare a quello già abbondantemente prodotto dalle ciminiere industriali.
Bisogna considerare inoltre, che il carbone usato a quei tempi era di qualità infima, perchè la Gran Bretagna, nel pieno della crisi economica del dopoguerra, preferiva esportare il carbone più puro ed economicamente più remunerativo e tenere per il consumo domestico quello meno pregiato, contenente elevati contenuti di zolfo e quindi molto più inquinante.
Questa serie di fattori climatici piuttosto particolari, e la mancanza di una responsabile conoscenza dei problemi ambientali, furono determinanti per il consumarsi della tragedia.
Ma prima...
Il male oscuro nell'aria intorno a noi: cos’è lo smog?
Smog è una parola di formazione aplologica, derivata dai termini smoke (fumo) e fog (nebbia). Questo neologismo è stato utilizzato per la prima volta il 26 luglio 1905 sul Daily Graphic di Londra, richiamato in un articolo riguardante una conferenza sugli effetti dell’inquinamento urbano sulla salute pubblica.
Durante e dopo la rivoluzione industriale le grandi fabbriche fecero un uso massiccio e indiscriminato di carbone, utilizzato come combustibile primario e in molti casi unico disponibile. I prodotti di combustione del carbone sono però altamente inquinanti e formati principalmente da particolati, anidride carbonica, solforica e solforosa.
La nebbia che è fondamentalmente costituita da minuscole gocce di umidità condensata, combina con i fumi di scarico un pericoloso aerosol facilmente inalabile e altamente nocivo per l’uomo e gli animali superiori.
Lo smog provoca irritazioni agli occhi e alle vie respiratorie ed è un potente cancerogeno. Inoltre non risparmia le piante, gli ecosistemi acquatici, gli edifici e i monumenti, perché con l’umidità della nebbia le anidridi formano acidi solforosi e solforici (che sono causa delle famose "piogge acide").
Il Grande Smog di Londra del 1952: la cronaca, le vittime e i danni
Il 4 dicembre 1952 la temperatura registrata a mezzogiorno fu di 3.3 °C con un’umidità dell’82%. Con queste condizioni atmosferiche i londinesi cominciarono a consumare una gran quantità di carbone causando notevole aumento della cappa di smog, anche se la visibilità è ancora buona e non viene rilevata una anormale quantità di nebbia.
Il particolato e lo zolfo, non costituendo gas che producono effetto serra, non riescono a bloccare il calore prodotto dalle stufe che viene disperso nell’atmosfera. Viceversa, la radiazione solare viene attenuata dalla densità dello smog e tutto ciò provocò un ulteriore abbassamento delle temperature.
Il 5 dicembre viene rilevata una temperatura alle 12 di 0.6 °C con 82% di umidità. Le stufe bruciano a pieno regime e comincia a ridursi la visibilità, più per il fumo che per la nebbia.
Nella notte del 5 dicembre, la temperatura calò ulteriormente e iniziò la formazione di nebbia vera e propria.
Il mattino del 6 dicembre inizia la fase di massima criticità: il particolato presente nel fumo aiuta la condensazione delle goccioline d’acqua formando uno smog densissimo che riduce drasticamente la visibilità e inizia a far sentire i propri effetti sulla salute delle persone più deboli.
A mezzogiorno del 6 dicembre la temperatura era di -2.2 °C con una umidità del 100%. Le cronache del tempo registrano una visibilità dell’ordine di pochi metri. Le scuole chiusero per evitare che la gente uscisse con il rischio di smarrire i bambini o di venire investiti dai mezzi pubblici, costretti a procedere a passo d’uomo. Ai veicoli privati fu impedita la circolazione e vennero sospese le rappresentazioni teatrali o cinematografiche, perché ormai lo smog era filtrato anche all’interno di locali e abitazioni.
La situazione non migliorò nei giorni successivi e si protrasse fino a tutto il giorno dell’8 dicembre. Il 9 dicembre finalmente l’inversione termica cessò a causa di una perturbazione che permise la dispersione dell’aerosol inquinante e l’innalzamento delle temperature.
In quei terribili giorni a cavallo tra il 4 e il 9 dicembre 1952, l’aria diventò irrespirabile e i cittadini furono colpiti da malori di ogni tipo, principalmente riguardanti patologie dell’apparato respiratorio.
Nonostante una prima valutazione attribuisca alla piaga del grande smog 4.000 decessi dovuti a infezioni dell'apparato respiratorio, da studi recenti si è arrivato a ipotizzare che le vittime dirette e indirette ammontino a ben 12.000 persone, con 100.000 casi di malattie imputabili all’esposizione della nebbia assassina.
Numeri impressionanti se pensiamo che l’episodio è avvenuto solo 60 anni fa e in una delle città più civilizzate del mondo.
Per dare un’idea della concentrazione di inquinanti nell’aria londinese, possiamo paragonare il valore del PM10 (particolato) di punta di Milano che ha raggiunto valori di criticità nel 2002 con 400 microgrammi per metro cubo (con valori medi di 50). Nei giorni del grande smog di Londra, questo valore arrivò a toccare i 5000 microgrammi per metro cubo.
Sulla spinta di questa grave tragedia, nel 1956 venne approvato a londra il Clean Air Act, primo grande provvedimento volto a contenere l’impatto ambientale degli inquinanti urbani e non solo. Oggi vengono investite numerose risorse sulla prevenzione di eventi come questo, nella speranza che non si verifichino mai più.
Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Grande_smog
http://www.centrometeolombardo.com/content.asp?contentid=1521
http://www.portfolio.mvm.ed.ac.uk/studentwebs/session4/27/greatsmog52.htm
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1241789/
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