Non esiste un esempio più fulgido di sincretismo religioso della Santeria Cubana, nota anche come la Regla de Ocha.
Probabilmente non esiste un esempio più fulgido di sincretismo religioso della Santeria Cubana, nota anche come la Regla de Ocha, sorta tra il XVI e il XIX secolo dalla stessa matrice Yoruba da cui in altri paesi sono nate il Voodoo, il Candomblè e l’Umbanda.
Le popolazioni Yoruba, stanziate nell’Africa equatoriale, principalmente tra il Niger e il Togo, avevano altro in comune, oltre la lingua: il culto degli Orishas.
Persone che un tempo vivevano e ora non vivono più, antenati se vogliamo, esseri che hanno acquisito grandi poteri e che in vita possedevano la grazia, l’Aché e che sono ascese a divinità.
Gli Orishas dimorano nei vari elementi naturali: boschi, fiumi o laghi, e possono essere invocati con degli strumenti rituali, i tamburi Batà.
Ma andiamo per ordine.
Le origini della Santeria: l'importazione di schiavi africani a Cuba
La lavorazione della canna da zucchero implicò l’importazione di un grande numero di schiavi dall’Africa, per la maggior parte Yuruba, che, ovviamente portarono con loro l’unica cosa che gli fosse concessa, il proprio bagaglio culturale.
Il culto degli Orishas ovviamente subì nell’arco di poche generazioni considerevoli mutamenti: in primo luogo perché la tradizione orale è suscettibile di modificazioni o dimenticanze. In seconda analisi perché come religione esoterica, quella che si sarebbe chiamata Santeria, prevede la presenza degli iniziati. Persone meritevoli di approfondirne lo studio e conoscerne le dottrine più segrete. Prescelti, che ovviamente nel tempo diminuirono di numero.
Se questo non era sufficiente a modificare significativamente la religione Yuruba, ci pensarono i “cattolicissimi” padroni spagnoli.
I culti Africani e i loro derivati, ritenuti primitivi e blasfemi non vennero semplicemente scoraggiati, ma contrastati violentemente. Gli schiavi furono battezzati con la forza e indottrinati a tempo di record.
Iconografia Cristiana e Santeria: punti di contatto
A questo punto entrarono in gioco anche altri fattori, primo fra tutti: l’iconografia cristiana.
I Santi cattolici hanno parecchi punti in comune con gli Orishas e un po’ per verosimiglianza, un po’ per convenienza, accomunarli fu un passo davvero breve.
Santa Barbara e Changò per esempio hanno un iconografia molto simile, entrambi vestono in rosso e bianco, entrambi recano in mano una spada e una coppa. Qualcuno potrebbe obbiettare che Changò è un uomo, ma secondo la tradizione Yuruba fu costretto a vestirsi da donna una volta. Oltretutto, Changò è collegato ai fulmini che comanda e il padre di Santa Barbara fu ucciso, guarda caso, proprio da un fulmine.
Yemayà, divinità del mare e della nascita sincretizzata con la Vergine de la Regla, sono un secondo esempio. La Virgen de la Regla si trova in una cappella sulla sponda del mare ed è la madre di Dio. Yemayà è la madre di tutti gli Orishas e dimora nel mare.
Questi sono soltanto due esempi del sincretismo religioso tra Santi cattolici e Orishas.
La riprova che l’iconografia fu fondamentale nella creazione dei sincretismi è anche il fatto che per la Vergine non c’è un solo Orisha. Nelle sue differenti raffigurazioni viene accostata a diversi Orisha.
Quando la schiavitù fu abolita ufficialmente nel 1880, quelli che finalmente erano divenuti uomini liberi poterono professare la loro religione alla luce del sole e si fondarono delle vere e proprie case del culto. La definitiva consacrazione della Santeria si ebbe grazie a Lorenzo Sama, il sacerdote che unificò i culti Yuruba in un'unica liturgia, appunto la Regla de Ocha.
La diffusione della Santeria
Il motivo per cui la Santeria come le altre religioni derivate da quella Yuruba riuscirono a prendere piede tanto facilmente va ricercata negli intenti. A dispetto di una religione che professa la felicità dopo la morte, la Santeria auscipa la felicità nella vita terrena.
Secondo gli insegnamenti della Santeria, tutta la vita è parte di un delicato equilibrio. Le piante, gli animali, le persone, la terra stessa sono parte integrante di quell’equilibrio. Lo sono le emozioni anche, e se qualcosa non funziona è probabilmente perché l’equilibrio si è incrinato.
La divinazione, che è una delle pratiche fondamentali della Santeria serve proprio a capire dove sia la faglia.
Ce ne sono diversi tipi: la trans per esempio, fatta da persone particolarmente sensibili al potere di possessione degli spiriti, c’è il lancio delle conchiglie, fino al complicato metodo Yoruba chiamato Ifà.
Quest’ultimo ad appannaggio esclusivo dei Babalawos, i messaggeri di Orula.
Saranno poi gli spiriti a indicare la via da seguire, magari attraverso azioni o cose che andranno accuratamente evitate.
Principi e disposizioni che riguarderanno il modo di vestire, le azioni quotidiane o le cose da mangiare.
La espressioni della Santeria: musica e danza
La musica, e la danza soprattutto, sono espressioni della Santeria. Ogni Orisha ha una sua musica e una sua danza ben precisa, molte danze invece, rappresentano le gesta degli Orisha. Altre ancora sono volte a creare lo stato di trans e della possessione.
La base ritmica è sempre tenuta dai tamburi sacri Batà, gelosamente custoditi nelle case di culto assieme ad altri strumenti della tradizione, mentre il canto ha una voce dominante chiamata “gallo” e un coro.
La danza è anche l’espressione di massimo folklore, senza per questo essere mai snaturata dalla sua valenza mistica, non sono poche a tutt’oggi, le scuole che insegnano la disciplina, allo scopo di mantenere viva la cultura Yuruba.
Oltra alla danza e ai canti, gli Orishas hanno altre peculiarità personali. Colori, o cibi che preferiscono avere in offerta.
Chiunque può decidere di farsi Santo, hacer Santo, quindi divenire un adepto della Santeria. Con un periodo di studio, di addestramento e di cerimonie si può divenire Cantero, è divenire Babalawo (il divinatore) che è più complicato.
I principali Orishas della Santeria
Elagguà: è il primo a essere salutato e il primo cui si porta l’offerta.
Oggun: il fabbro, violento e astuto è l’Orisha dei minerali, le montagne, gli attrezzi, i fabbri, i soldati.
Orula: l’indovino, personifica la saggezza. Il suo potere è tanto grande che quando reclama qualcuno come suo figlio, questi deve abbandonare ogni altro Orisha e dedicarsi esclusivamente a Orula.
Babalù Ayé: associato alle malattie, è molto pregato per ottenere la grazia della guarigione. Si sincretizza con San Lazzaro.
Oshùn: signora dell’amore del fiume e della femminilità.
Obbatalà: il signore dei sogni, del pensiero e dell’intelletto.
Changò: signore della guerra, del fuoco e del fulmine.
Il Glossario basilare della Santeria
Babalawo: è un sacerdote ed è sempre un uomo. Viene iniziato soltanto dopo che un altro Babalawo scopre attraverso la Tavola di Ifà che il candidato è figlio di Orula.
Tamburi batà: tamburi sacri usati nelle cerimonie.
Santeros: Possono essere sia maschi che femmine e possono divinare attraverso le caracoles, ma solo dopo che il Santo che hanno ricevuto in affidamento li autorizza.
Tavola di Ifà: strumento usato dai Babalawa per predire il futuro.
Fonti:
http://www.siporcuba.it/santeria2.htm
http://www.siporcuba.it/lasanteria.htm
http://www.lovelycuba.com/santeria.htm
http://predire.vos.it/
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