Tutti i dettagli sul simbolismo animale della Civetta e dei suoi significati attraverso i secoli, i popoli, le culture, le superstizioni e l'esoterismo.
Sulle pagine di LaTelaNera.com parliamo oggi dei significati e delle simbologie associate alla Civetta (Athene noctua), il noto rapace notturno appartenente alla famiglia degli Strigidae.
Dopo l'avvoltoio e il corvo, conosceremo così un altro uccello dalla fama controversa, spesso associato tanto a situazioni positive quanto negative.
A guidarci alla sua scoperta è ancora una volta lo studioso Ottavio Bosco, che scrive l'ennesimo capitolo del suo personale resoconto sul mondo degli animali e dei loro simboli attraverso le culture, il folklore e le religioni mondiali.
Il simbolismo animale della Civetta
La civetta è simbolo della saggezza, della sapienza ancestrale ma che, a causa delle sue abitudini notturne, ha assunto nella cultura popolare accezioni negative legate all’oscurità e al diavolo.
Atena, la dea greca della sapienza, veniva rappresentata con una civetta (o un gufo) appollaiata su una spalla.
Per altre culture, però, la civetta era un simbolo di negatività e di malasorte: presso gli Egizi si credeva che il verso della civetta profetizzasse la morte e rappresentava la notte e l’oscurità, gli Aztechi l’associavano al dio dell’oltretomba, per i Romani simboleggiava la morte, nella cultura cinese era associata al dio del tuono, in quella giapponese era considerata portatrice di fame e di malattie.
In altre culture si attribuiva alla civetta un significato differente a seconda del periodo del giorno nel quale faceva la sua comparsa: se questa avveniva di giorno indicava morte e disgrazie in arrivo, ma se avveniva di notte era a tutti gli effetti un presagio di buona fortuna.
Durante il periodo medievale la civetta fu associata alla stregoneria: era credenza diffusa che le streghe si servissero di questi uccelli (considerati loro demoni, come il gatto) per realizzare malvagi sortilegi.
Le streghe pare avessero la capacità di trasformarsi in civette per girare indisturbate la notte in cerca di erbe velenose, per spiare le persone, per cacciare animali (soprattutto topi, rospi e pipistrelli) che sarebbero serviti loro per realizzare diabolici filtri.
Alcune parti del corpo delle civette, come ad esempio le piume, il cuore, le zampe, le ossa e gli occhi, venivano usate dalle streghe (e non solo) come potenti amuleti e talismani.
Addirittura, in magia nera, c’è che ne imbalsamava il corpo intero.
Nei dipinti dell’ eccentrico artista olandese del 1400 Hieronymus Bosch, soprattutto nelle opere Nave dei folli e Trittico del carro di fieno, la civetta compare di frequente anche se non viene mai rappresentata in primo piano: essa ha un’accezione ambigua, ma sempre legata ai demoni.
Lilith, demone femminile che nella tradizione e nel mito ebraico era considerata l’originaria sposa di Adamo e che, assieme ad altri due demoni, sedusse gli angeli caduti Azael (Azazel) e Shemhazai, veniva rappresentata come una civetta.
Nel celebre trattato di demonologia Dictionnaire Infernal di J.A.S. Collin de Plancy (Parigi 1818), il demone Aamon, marchese infernale che governa quaranta legioni infernali e servo di Astaroth secondo il grimoire Ars Goetia, è raffigurato come un essere antropomorfo con testa di civetta, zampe di lupo coda di serpente.
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