Marines interplanetari in missione all'interno di una colonia umana invasa da creature misteriose e sanguinarie riporta subito alla mente Aliens: scontro finale, capostipite del sotto-genere "soldati nello spazio". Il confronto/paragone tra Doom e il suo (ormai "vecchio" di vent'anni) progenitore è però imbarazzante. Imbarazzante per Doom s'intende...
Trarre un film da un videogioco non è certo facile e le cose si complicano quando il videogioco in questione è uno sparatutto in soggettiva dalla trama che si può riassumere con "vai-ammazza tutti-passa la livello successivo"; questa situazione di partenza non giustifica però la "disfatta" cui sono andati incontro gli sceneggiatori/soggettisti della pellicola: la storia raccontata da Doom è scarna, piatta e prevedibile, la profondità degli eventi pari a quella psicologica dei personaggi, ovvero nulla.
Ma certo coloro che andranno al cinema a vederlo non lo fanno certo per la storia o il messaggio o la trama. Tutti conoscono il gioco Doom e tutti sanno cosa possono aspettarsi da un film a esso ispirato: combattimenti, super-armi, combattimenti, mostri, combattimenti, frasi da macho e ancora combattimenti.
Ma è proprio sugli elementi previsti e attesi che Doom "sbaglia la consegna".
Non bastano fucilozzi e mitragliatori gatling per fare un buon film di guerra. Una pioggia di proiettili e decine di cadaveri non fanno da soli un buon film d'azione. Ci sono modi e modi di usare questi elementi e il regista polacco con un passato da Direttore della Fotografia Andrzej Bartkowiak (Street Fighter - La leggenda) chiaramente non conosce quelli più appropriati: le scene d'azione risultano statiche e datate, le sparatorie un noioso show bellico senz'anima, i combattimenti a mani nude roba da telefilm con Chuck Norris.
I veri patiti del gioco troveranno qualcosa di cui gioire (c'è il famoso fucile al plasma e c'è un'intera lunghissima sequenza di combattimento ripresa in soggettiva), ma la loro felicità durerò poco: entrambi gli elementi sconfinano nel ridicolo, perdendo il loro fascino di ludica memoria.
I mostri? Poca roba, normale amministrazione, così come la scenografia.
E gli attori non fanno di meglio, anzi.
Karl Urban (The Chronicles of Riddick, Pathfinder - La leggenda del guerriero vichingo, And Soon the Darkness, Priest), Rosamun Pike (Clash of the Titans 2, Devil You Know) e The Rock (Southland tales - Così finisce il mondo, Be Cool) sembrano essere in possesso di non più di due espressioni facciali a testa, e il resto del cast si dedica con rassegnata professionalità all'interpretazione dei vari marines-macchiette destinati via via a una morte violenta: il nero simpatico, il nero tosto e duro, la recluta inesperta, il mistico, lo psicotico, l'orientale silenzioso...
Dialoghi da terza elementare farciti da frasi fatte tipiche delle pellicole militari ("non devi pensare, sei solo un soldato", "siamo soldati, ci pagano per uccidere") non migliorano certo la situazione.
Visto nell'ottica del "film di totale intrattenimento" Doom può essere anche digeribile ma è un piatto da evitare se si vuole andare al cinema lasciando acceso il proprio cervello.
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Titolo: Doom
Titolo originale: Doom
Nazione: USA Anno: 2005 Regia: Andrzej Bartkowiak Interpreti: Karl Urban, The Rock, Rosamund Pike, Deobia Oparei, Ben Daniels, Razaaq Adoti, Richard Brake
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