Recensione
Chain letter

Chain letter: visiona la scheda del film Chain Letter è il classico esempio di teen horror senza fronzoli, privo di una qualunque aspirazione che i ben più velleitari colleghi puntualmente non raggiungono, un film che non splende per nessuno dei suoi aspetti ma che a un certo livello lascia in qualche maniera soddisfatti, pur con il suo bel carico di imperfezioni.

Ci sarebbe molto da dire sui difetti della sceneggiatura (scritta a sei mani), sul mancato coinvolgimento dello spettatore o sulla totale incapacità del regista Deon Taylor di chiudere un discorso narrativo, lacuna ampiamente ravvisabile nel finale invisibile.

Eppure, facendo un discorso per sottrazione, l'opera di Taylor beneficia dell'assenza di tanti elementi irritanti comunemente presenti nella categoria cui appartiene, come l'esuberanza e gli squilibri caratteriali dei giovani protagonisti, caratteristiche probabilmente ricercate, ma che rendono più insopportabili le attese per i prossimi omicidi.

L'onestà di questa pellicola emerge prepotentemente nelle sequenze splatter che schiacciano a fondo sul pedale della cattiveria e brutalità, supportate da un'ottima regia che negli stacchi d'inquadratura riesce sapientemente a distribuire gli sfoghi di violenza. Per alcuni potrebbe sembrare poco ma Chain Letter riesce a dare il meglio proprio in questa componente: aggiungendo che i personaggi non sono odiosi, il tutto risulta più invitante rispetto alla scarsa concorrenza.

La pellicola in questione tuttavia non è così disimpegnata come potrebbe apparire a prima vista, ma possiede un'evidente critica verso il patologico attaccamento alla tecnologia che ci permette di essere sempre rintracciabili 24 ore su 24 grazie ai nostri telefonini, smartphone e computer, mandando a benedire il nostro sacrosanto diritto alla privacy.

A tal proposito il regista ci tiene a ribadire la tesi che il progresso tecnologico è la rovina dell'America e, a dimostrazione di ciò, viene più volte citato il nome di Theodore Kaczynski, il serial killer americano che si firmava col nome Unabomber che con i suoi atti terroristici voleva appunto dimostrare i pericoli legati a questo inarrestabile avanzamento.

Inutile dire che Chain Letter, per quanto riguarda gli elementi di partenza, sarebbe potuto essere molto più del modesto horror che ci si ritrova davanti perchè qua e là rimangono intuizioni originali come l'uso violento delle catene o la pulizia nella raffigurazione dei protagonisti, ma ciò non basta per spingere la valutazione della pellicola oltre la mera, seppur meritata, sufficienza.

La sceneggiatura infatti avrebbe avuto bisogno di una massiccia operazione di revisione per evitare che la narrazione risultasse così insapore, quasi come se il film non avesse affatto bisogno della presenza attiva dello spettatore per ragionare e fare collegamenti tra gli eventi.

Nella trama non sembra esserci uno scopo valido per seguire con interesse i vari intrecci e purtroppo nemmeno la ricerca dell'identità dell'assassino rientra tra le preoccupazioni principali dell'autore. Insomma la storia si segue senza problemi ma senza stimolare più di tanto il destinatario che non viene mai aizzato con un bastone virtuale.

Rimane quindi da assistere ad uno spettacolo splatter di tutto rispetto con cui allietarsi per un'ora e mezza.

E forse questo giudizio basta e avanza per convincere a guardare Chain Letter, semplice nel suo insieme ma che avrebbe potuto fare il cosiddetto salto di qualità se ci avesse messo un pizzico in più di intelligenza e cura.


Recensione originale pubblicata il 11/02/2011 su Tall Man's Lair e ripubblicata da it.paperblog.com.


Titolo: Chain letter
Titolo originale: Chain letter
Nazione: USA
Anno: 2010
Regia: Deon Taylor
Interpreti: Michael Bailey Smith, Nikki Reed, Noah Segan, Keith David, Betsy Russell, Matthew Cohen, Cody Kasch, Michael J. Pagan, Cherilyn Wilson, Clifton Powell

Recensione del film Chain letter
Recensione scritta da: Antonio D'Astoli
Pubblicata il 15/02/2011


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