Recensione
A Serbian Film

A Serbian Film: visiona la scheda del film I punti di partenza di A Serbian Film non potrebbero essere migliori.

Il senso di morte che si prova a nascere e crescere in una delle nazioni più disastrate degli ultimi 50 anni (basti ricordare i fatti di Srebrenica), il bisogno di una vittima da parte di chi è dall’altra parte della linea, il corpo flagellato come territorio ultimo del reale. Riflessioni attuali come non mai, bruciate dalla voglia di andare dove nessun altro è mai giunto.

Per la precisione sono due le scene che fanno crollare il castello.
Provare a caricare di significati una scena di stupro è come puntare tutto al tavolo verde. Magari fai centro e affondi il banco, ma molto più probabilmente te ne tornerai a casa con la coda fra le gambe. La didascalia, il banale, il paternalismo sono lì che ti alitano sul collo. Pronti a rovinarti la festa.
Proprio come succede al regista e co-sceneggiatore Srdjan Spasojevic, troppo impegnato ad alzare l’asticella del filmabile per rendersi conto di aver sconfinato nel cialtronesco.

Aldilà di queste due allegorie da sagra dello spiegone non rimangono che un pugno di provocazioni tra lo splatter e l’incesto di gruppo. Peccato, perché ci sono veramente tantissime idee valide in questo A Serbian Film. A partire dal continuo richiamo alla sua nazionalità, intuizione capace di unire (nelle intenzioni) pornografia e politica internazionale.

Prendendo l’opera per quello che è, la cosa più scioccante rimane la facilità con cui i picchi di cattiveria (e sarà dura avere idee più malate di quelle che troverete qui dentro) ci scivolano addosso come se nulla fosse. Quando la voglia di mandare avanti veloce è data dalla noia più che dal disgusto ci si rende conto che forse l’estremo non è più così accattivante.

Maledetto il giorno in cui Takashi Miike fu sdoganato in occidente. Una data da odiare almeno quanto quella in cui, dalla Francia, ci si mise a decodificare la famigerata scheggia oculare di Fulciana memoria. Eventi che hanno arricchito il panorama culturale di ognuno di noi, ma che dal loro primo minuto di vita hanno permesso a troppa gente di specularci sopra.

Prima dell’arrivo del nipponico ex motociclista il non plus ultra della violenza erano certe produzioni amatoriali crucche, le code exploitation del genere italiano, i film della serie Guinea Pig e qualche Tromata a buon mercato. Sangue e budello facevano ridere, erano gratuiti e si prestavano solo al connubio amici+birra+pomeriggio estivo. Certe provocazioni alla Cronenberg, Tsukamoto, Verhoeven o Ferrara rimanevano esclusiva di oscuri cineforum, mentre il grottesco di Teruo Ishii, Takashi Ishii e Kôji Wakamatsu (il suo Violated Angels rimane l’inizio di tutto) erano impossibili da raggiungere se non attraverso il tape trading più hardcore.

Poi arriva la TartanVideo e Miike diventa di dominio pubblico. Uno che gira film di genere ultraviolenti, dove ogni morte ha un significato ben preciso. Allora il gore può essere funzionale al messaggio, ci si dice. Fa nulla se il suo film più pregno di concetti non riceve le attenzioni meritate (Izo, che è anche la sua creatura più estrema), così come gli excursus autoriali. Per tutti Takashi rimarrà quello degli spilloni di Audition, dell’episodio censurato di Masters of Horror (come se il Nostro fosse un semplice regista horror) e delle guance tagliate di Kakihara.

E’ da questi malintesi che arrivano tutto il nuovo torture porn e certi episodi come questo A Serbian Film. Guarda caso il profeta di tutto questo, il Miike di cui sopra, è passato a fare tutt’altro. E il film più disturbante di questo anno appena passato rimane quel The Horseman che di grafico non ha proprio nulla.


Recensione pubblicata originariamente il 19/07/2010 sul blog Evil Monkey Says...


Titolo: A Serbian Film
Titolo originale: Srpski Film
Nazione: Serbia
Anno: 2009
Regia: Srdjan Spasojevic
Interpreti: Sergej Trifunovic, Srdjan Todorovic, Katarina Zutic, Ana Sakic, Lena Bogdanovic, Jelena Gavrilovic

Recensione del film A Serbian Film
Recensione scritta da: MA!
Pubblicata il 30/07/2010


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