Recensione
L'Ultimo Squalo

L'Ultimo Squalo: visiona la scheda del film È il 1980 quando Enzo G. Castellari (al secolo Enzo Girolami), celebre regista di genere specializzato in action movie alla matriciana (Il Grande Racket, Il Cittadino si Ribella, La Polizia incrimina, la legge assolve), compie un incursione nel monster movie, curando la regia di L'Ultimo Squalo, una splatterosa copia de Lo Squalo.

Il film, pur avendo una sceneggiatura sgangherata ed effetti speciali davvero poverissimi, riuscì sorprendentemente a ottenere incassi incredibili nella prima settimana di proiezione, soprattutto in Asia (dove, si dice, era preferito all’opera di Steven Spielberg). La cosa indispettì non poco i produttori de Lo Squalo al punto da spingerli a richiedere e ottenere il sequestro dell’opera e a formulare una richiesta di risarcimento danni per plagio.

Aldilà del breve momento di gloria, L’Ultimo Squalo è un prodotto assai mediocre sia da un punto di vista di sceneggiatura che per quel che concerne interpretazioni e messa in scena.

Lo script di Vincenzo Mannino (L’Anticristo, Lo Squartatore di New York, Il Giustiziere Sfida la Città) è una copia di tutti i monster movie del periodo ambientati negli oceani. Si assiste, infatti, a tutta una serie di scene che rimandano ai vari Lo Squalo (pontile che viene staccato dallo squalo con delle persone sopra, sindaco che non vuol vietare la balneazione), Lo Squalo 2 (elicottero che viene trascinato in acqua dallo squalo), Tentacoli (la scena della regata con i surfisti che cadono uno ad uno) e L’Orca Assassina (ragazza che perde una gamba restando invalida, atteggiamento psicologico dell’animale).

Oltre a questo, Mannino introduce tre-quattro scene iper trash totalmente fuori luogo, al riguardo si citano su tutte le scene con lo squalo che sposta a colpi di muso dei massi per rinchiudere due sub in una grotta e la scena in cui lo squalo addenta un esca calata da un elicottero prima ancora che questa tocchi l’acqua (!?).

L’unica idea originale, che sarà poi riutilizzata anche ne Lo Squalo 3, è quella di impiegare una recinzione subacquea per cercare di proteggere la baia dalle aggressioni dello squalo.

Presenti poi alcune ingenuità come cadaveri non ancora in putrefazione che galleggiano sulla superficie del mare o addirittura un’inquadratura sul monitor del giornalista dalla soggettiva dello squalo (!?).

Nota curiosa è l’introduzione di un’eccessiva critica al giornalismo "sensazionalistico" con i giornalisti che festeggiano ogni qualvolta che lo squalo fa una strage, in modo da poter piazzare i loro servizi.

Chiaramente questi difetti di script penalizzano non poco il lavoro del regista, comunque responsabile avendo avallato alcune scene che avrebbe potuto tranquillamente eliminare. Lo stile di Castellari riesce comunque a emergere, con l’abbondante uso del rallenty e l’inserimento di interessanti momenti gore (corpi mozzati in due e arti strappati a morsi dal pericoloso animale) curati perfettamente da Antonio Corridori, tuttavia questo è decisamente insufficiente per salvare l’opera dalla mediocrità.

Belle le scene subacquee e quelle con la telecamera che riprende dall’acqua i protagonisti che scorrazzano sopra la stessa.

Poco convincente, soprattutto nelle scene subacquee, lo squalo "finto" realizzato da duo Giorgio Ferrari e Giorgio Pozzi . Si tratta, infatti, di un goffo pupazzone calato in acqua che non muove neppure le pinne.

Si segnala, inoltre, che per limitare al massimo i difetti derivanti dal basso budget investito ne L'Ultimo Squalo, Castellari e il montatore hanno intelligentemente pensato di ricorrere a una serie di immagini di repertorio, montate in modo da rendere più verosimile e coinvolgente la visione.

Le interpretazioni sono ordinarie anche se piuttosto sorprendentemente quelli che offrono le prestazioni più accettabili sono gli attori di secondo piano. I due protagonisti - James Franciscus (L’Altra Faccia del Pianeta delle Scimmie, Il Gatto a Nove Code, Killer fish agguato sul fondo) e Vic Morrow (1990 – I Guerrieri del Bronx, Monster - esseri ignoti dai profondi abissi) - sono infatti un po’ spenti.

Franciscus sembra un lontano parente dell’attore ammirato nei primi anni ’70. Morrow, invece, opta per un’interpretazione poco lineare visto che in diversi momenti scimmiotta malamente Robert Shaw (interprete di Quint ne Lo Squalo) e in altri se ne discosta decisamente, adottando un altro atteggiamento.

Alla colonna sonora troviamo Guido e Maurizio De Angelis (gli Oliver Onions), a cui andava il difficilissimo compito, visto l’inevitabile confronto con il premio oscar John Williams (compositore del tema Jaws), di creare un sound appropriato. Compito, tuttavia, perfettamente compiuto con una colonna sonora interessante anche se non troppo originale (in alcuni momenti ricorda alcuni pezzi di Tentacoli).

L'Ultimo Squalo: sconsigliato a chi non ama un certo cinema di genere, cioè quello dei B-Movies, e in ogni caso mediocre.


Titolo: L'Ultimo Squalo
Titolo originale: L'Ultimo Squalo
Nazione: Italia
Anno: 1981
Regia: Enzo G. Castellari
Interpreti: James Franciscus, Vic Morrow, Micaela Pignatelli, Joshua Sinclair, Giancarlo Prete, Massimo Vanni, Ennio Girolami

Recensione del film L'Ultimo Squalo
Recensione scritta da: Matteo Mancini
Pubblicata il 23/02/2013


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