Recensione
Frontiers - Ai Confini dell'Inferno

Frontiers - Ai Confini dell'Inferno: visiona la scheda del film Frontiers - Ai Confini dell'Inferno (Frontière(s)) è film importante non tanto e non solo per il suo valore in sé quanto soprattutto per il fatto che sancisce l’importanza assoluta della Francia in campo horror negli ultimi anni. Importanza che era già evidente nelle precedenti prove di alcuni registi d’Oltralpe ma che è urlata in questo film, magari meno importante e più derivativo di parecchi altri, ma capace di portare il confronto direttamente in casa degli americani e di strapazzarli sotto ogni punto di vista, persino quello della clonazione degli eccessi e difetti.

Non si tratta più solo di abbondanza di idee e coraggio, di capacità di scrittura e regia, ci siamo ormai spostati sul livello produttivo: in Francia ci sono persone, compagnie ed enti vogliosi di investire con continuità sull’orrore, capaci di rischiare qualche soldo senza ingrassare in eterno il loro culo su Cesaroni e squadracce di polizia varie.

E i risultati, inevitabilmente, arrivano. Arrivano anche con questo Frontiers - Ai Confini dell'Inferno, forse il più americano del mazzo, vuoi per la sua natura di ibrido fra Le colline hanno gli occhi e Non aprite quella porta, vuoi per certe soluzioni narrative e di regia. Prodotto quindi minore dal punto di vista dell’inventiva, ma ce ne fossero di prodotti minori di questo tipo!

Xavier Gens parte forte mettendo in scena alcuni giovani antieroi in pieno clima rivoluzionario (echi de L’odio tornano alla mente) e pesta duro sul pedale violenza fin dai primi minuti per poi mollare per qualche minuto, prima di svoltare nei territori di un incubo a spirale. Le cose si prospettano fosche e truci fin dalle prime inquadrature dell’alberghetto e Gens frulla in poco meno di due ore Rob Zombie (le esagerazioni caricaturali dell’allegro clan nazista, compresa la bionda emula della moglie di Rob), Wes Craven (la ferocia tribale innestata su temi come sesso e cannibalismo, i mutanti) e naturalmente Tobe Hooper (la scena della cena con vecchietta, spostata nel primo terzo del film e altrettanto intollerabile, anche se per altri motivi e, naturalmente, il sottotesto di reazione alla crisi economico/politica).

Insieme sequel, prequel e remake (in)volontario di fin troppi titoli celebri degli anni settanta (e quindi anche di questi primi anni del millennio), Frontiers - Ai Confini dell'Inferno riesce a innestare una serie di reazioni diverse e forti nello spettatore, vuoi per la potenza delle immagini vuoi per il suo uscire in un clima contemporaneo di sovraesposizione alla violenza che conduce a un inevitabile cortocircuito. Non sono uno di quelle persone convinte che la realtà superi la fantasia, quindi non starò certo a dirvi che le scene che vediamo nei telegiornali superano le scene che potrete vedere in questo film, ma nonostante l’evidente inferiorità della realtà rispetto all’immaginato è pur vero che la serie senza fine di torture fisiche e psicologiche cui viene sottoposta la povera Yasmine gioca inevitabilmente a un nascondino-feedback con l’esagerata attenzione che i media riservano a fatti di cronaca violenti in questi ultimi anni, col risultato che allo shock di certe scene si aggiunge anche un certo fastidio per l’insistenza del regista.

Ma è un fastidio sano, che non rovina la visione, e che pone solo qualche dubbio etico se sia saggio insistere su certe scelte in un momento delicato come questo. Seghe morali a parte Gens immerge l’intera pellicola in un pozzo di lordume, di gore e splatter quale raramente mi è capitato di assistere negli ultimi tempi e questo continuo rialzo della posta provoca un vero e proprio tsunami di perversione, sangue e feci.

Ma non si tratta dello speranzoso e innocuo occhiolino che film come Hostel o gli ultimi Saw rivolgono allo spettatore nella speranza di coinvolgerlo nel gioco, Gens gira per un pubblico adulto e non ha voglia di scherzare. Tragitti descentiani in cunicoli claustrofobici, macellai più grassi e sporchi dei maiali che massacrano, bimbe mutanti in crioline, gerarchi nazisti (la seconda cena, con il delirio del nazipapà è da antologia) e fratelli coltelli, tendini recisi con tenaglie e corpi immersi nella merda di maiale, cene cannibali e celle frigorifere piene di cadaveri... Gens espone tutto quanto con poco riguardo per eventuali sensibilità (non andate a vedere un film horror se non siete pronti) e scarsa volontà di ammiccare (presente a tratti in certi eccessi) e incappa in almeno una o due trovate in grado di elevare il film e farcelo ricordare a lungo.

La figura del Patriarca-Gerarca entra a razzo nella galleria dei mostri contemporanei dell’horror e la scena del taglio di capelli verso il finale del film è morbosa e tensio-attiva come non mai. Stile sopra i contenuti, questo è sicuro e sceneggiatura condita dalle solite Fosse delle Marianne logiche (ehm, vogliamo discutere dell’uso del telefonino in questo film?) ma si tratta di difetti endemici all’horror , inutile strapparsi le vesti se sull’altro piatto della bilancia ci sono così tanti aspetti positivi.

Plausi alla gestione dei personaggi, mai banali o eccessivamente stereotipati e giù il cappello di fronte alle luci di Laurent Barès che appare più sulfureo rispetto alla sua prestazione in Inside.

Attendiamo con ansia che Xavier Gens affronti in futuro tematiche soprannaturali, ha stile e visione per riuscire a firmare ottimi lavori in quella direzione e sarebbe una gran bella mossa karmica, in tempi di overdose di violenza, girare qualche Labirinto del fauno in più e qualche torture-porn in meno.

Frontiers - Ai Confini dell'Inferno: film da vedere e rivedere.


Titolo: Frontiers - Ai Confini dell'Inferno
Titolo originale: Frontière(s)
Nazione: Francia, Svizzera
Anno: 2007
Regia: Xavier Gens
Interpreti: Karina Testa, Samuel Le Bihan, Maud Forget, Estelle Lefébure, David Saracino, Patrick Ligardes, Amélie Daure, Chems Dahmani, Aurélien Wiik, Adel Bencherif, Jean-Pierre Jorris, Joel Lefrançois

Recensione del film Frontiers - Ai Confini dell'Inferno
Recensione scritta da: Elvezio Sciallis
Pubblicata il 03/11/2008


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