Recensione
Knife Edge

Knife Edge: visiona la scheda del film Fine 2008 segna il ritorno di vecchi leoni e non più tanto giovani promesse horror e dopo Nicolas Roeg che tenta ancora di ruggire fantasmi e stregonerie, ecco che, con Knife Edge, ci tocca assistere a questo stranissimo ritorno del figliol prodigo Anthony Hickox alla sua originale passione.

Qualcuno di voi ricorderà ancora come, a cavallo fra gli Ottanta e i Novanta questo regista avesse cominciato a farsi un nome nel campo, fra pellicole incerte e inconcludenti ma comunque interessanti come Waxwork, il terzo Hellraiser e soprattutto Warlock The Armageddon con quel "ciocco di legno fossile" di Julian Sands.

In seguito, seguendo le sirene di altre correnti cinematografiche, il volenteroso Hickox si perse fra thrilleracci d’infimo livello e robetta televisiva di terz’ordine, dissipando il non enorme potenziale precedentemente espresso.

Ora eccolo tornare con questo ibrido, un Amityville by the Thames o un Giro di vite ai tempi dell’e-trading, strano caso di disastro senza possibilità di appello che è, non so come, riuscito comunque ad ammaliarmi assai più del dovuto.

Con Knife Edge siamo dalle parti della solita, banale costruzione di paranoie e ambiguità nella grande villa isolata, fra voci immaginate, sinistri pupazzi che si muovono e tante, tantissime immagini improvvise con tanto di atroce innalzamento del volume. Things that go bump in the night, insomma, come saggiamente afferma a un certo punto il marito della protagonista.

Hickox compila una sorta di vademecum di tutti i luoghi comuni di certa cinematografia della tensione fantasmatica, lascia gli attori liberi di pascolare malissimo in giro per la campagna inglese (terribili gli accenti di alcuni fra i criminali coinvolti in questo progetto) e procede a corrente alternata fra villa e Londra annoiando più del lecito e chiudendo con terribile finale razionaleggiante un copione massacrato di buchi logici come nemmeno gli sfortunati della Strage di San Valentino sotto le mitragliate.

Male, molto male.
Però…
Però, non so perché, vi è un fascino obliquo e serpeggiante in questo Knife Edge che mi spinge ugualmente a raccomandarne la visione, vuoi anche solo per variare la dieta.
Sarà l’azzeccata presenza panica in alcune scene, con la lussureggiante e decadente natura del parco che opprime gli abitanti della villa (e su come Pan si trovi molto più a suo agio in Inghilterra che in Grecia bisognerebbe discutere a lungo nel futuro).
O sarà che Nathalie Press per il sottoscritto è una delle cinque donne più erotiche e affascinanti del pianeta e il regista ci regala parecchi primi piani del suo volto.
O ancora sarà colpa del consueto paraphernalia di bamboline e pupazzi che riscuote sempre il suo porco successo da queste parti.
O il fatto che Hickox è riuscito comunque a evitare perlomeno alcune trappole (non sfrutta certi angoli di Londra ormai usurati come avrebbero fatto molti altri, né gioca troppo con l’enorme casa, badando di più ai particolari).
O alcuni momenti onirici molto neiljordaniani. O ancora l’albero friedkiniano.
O, infine, la colonna sonora assai passè e banalmente herrmanniana.

Resta il fatto che mi sono scoperto debole di fronte a un film che si dovrebbe liquidare con due righe di stroncatura e che invece mi gira ancora in testa a due giorni dalla visione.

Knife Edge: raccomandato ai completisti jamesiani, agli architetti di giardini e agli arredatori in genere...


Titolo: Knife Edge
Titolo originale: Knife Edge
Nazione: USA
Anno: 2008
Regia: Anthony Hickox
Interpreti: Nathalie Press, Hugh Bonneville, Joan Plowright, Matthieu Boujenah, Tamsin Egerton, Jamie Harris, Lorcan O'Toole, Miles Ronayne

Recensione del film Knife Edge
Recensione scritta da: Elvezio Sciallis
Pubblicata il 01/01/2009


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