Il teschio urlante e la sua maledizione

Una serie di macabri oggetti maledetti sono sparsi per tutta la Gran Breatgna: sono gli screaming skulls, i teschi urlanti

Hai appena scoperto di avere un lontano parente in Gran Bretagna che, ahimé, è passato a miglior vita e, bontà sua, ti ha lasciato in eredità un'antica magione. Esplori la tua nuova proprietà e ne resti affascinato, salvo che per un piccolo, macabro dettaglio: un teschio umano in bella vista su una mensola, del quale decidi di sbarazzarti appena possibile.

Tuttavia, sebbene la casa appaia di certo meno sinistra una volta rimosso l'insolito oggetto d'arredo, lo stesso non si può dire della tua vita da quel momento in poi. Le tue notti, e a dirla tutta anche i tuoi giorni, iniziano infatti a essere tormentati da lamenti e urla agghiaccianti che non ti lasciano riposare.

Quando poi gli oggetti in casa iniziano ad andarsene in giro svolazzando, pur con l'aria indifferente di chi è convinto che nulla del genere stia veramente accadendo, ti decidi a recuperare il teschio e rimetterlo al suo posto, e da quel momento tutto torna alla normalità.

Congratulazioni: sei entrato in possesso di un teschio urlante.

I teschi urlanti sono un pezzo di folklore tipicamente britannico. Ne esistono molti, più o meno noti, tutti accomunati dagli indesiderabili effetti che causano quando vengono allontanati dal luogo a cui, a quanto pare, sentono di appartenere.

Sotto questo punto di vista si possono considerare degli oggetti maledetti alquanto insoliti. Infatti, a differenza di altri oggetti colpiti da malasorte (come il diamante Hope o il quadro maledetto di eBay o la Porsche di James Dean) non è possederli ad attrarre sul proprietario una qualche maledizione, bensì tentare di sbarazzarsene.

Il teschio urlante di Bettiscombe Manor

Lo screaming skull di Bettiscombe ManorLa dubbia palma di essere il più famoso tra questi macabri reperti spetta di sicuro al teschio urlante di Bettiscombe Manor, nel Dorset.
La leggenda, o almeno la più nota tra le sue versioni, narra che il teschio appartenesse a un uomo delle Indie Orientali, uno schiavo al servizio del proprietario della casa, Azariah Pinney. Questi aveva espresso sul letto di morte il desiderio di essere seppellito nella sua terra natia.

Tuttavia, allora come oggi, molti datori di lavoro non sono inclini a mantenere la parola data, specie quando non c'è nessuna controparte vivente in grado di ribattere, e così l'uomo venne tumulato nel cimitero locale, nei pressi della chiesa di Bettiscombe.
Ma non per molto.

Poco dopo, dalla tomba iniziarono infatti a levarsi lamenti e urla gutturali, mentre la casa veniva disturbata da attività di poltergeist. Tutto questo cessò solo quando il corpo venne riesumato e portato all'interno dell'abitazione, cosa che parve sufficiente a placarlo nonostante non corrispondesse di preciso alle volontà del defunto.
In seguito varie parti del corpo vennero disperse – o secondo alcune voci il resto del corpo venne rimandato nelle Indie Orientali – lasciando solo il teschio che ancora oggi si trova a Bettiscombe Manor.

Secondo un'altra versione, forse più suggestiva ma molto meno plausibile, il teschio è tutto ciò che resta di una lotta mortale tra Pinney e lo schiavo, e non è ben chiaro a quale dei due appartenesse.

John Pinney, quadro e teschioMa la storia non si esaurisce qui.

Nel tempo, diverse persone hanno tentato di riseppellire l'oggetto – o in un caso se ne sono addirittura liberate gettandolo in un pozzo – incorrendo ogni volta nei medesimi risultati e vedendosi costrette a recuperarlo.

In una occasione sembra che lo screaming skull sia riuscito addirittura a disseppellirsi da solo. Il proprietario della casa l'avrebbe infatti ritrovato fuori dalla fossa in cui si era premurato di interrarlo tre giorni prima, in attesa di essere riportato in casa.

Nel 1960, lo scrittore Eric Marple trascorse una notte a Bettiscombe Manor in compagnia del teschio e raccontò di non aver udito alcun urlo ma di aver avuto incubi per tutta la notte, rifiutando l'offerta di trascorrerne lì una seconda. D'altra parte, poiché il teschio si trovava nella casa, l'assenza di urla non è probatoria.

Si narra inoltre che, in una particolare notte dell'anno, dalla casa parta una carrozza fantasma che percorre la strada fino al cimitero dove il corpo era stato originariamente seppellito. Si tratterebbe del corteo funebre del teschio.

Va aggiunto che nel 1963 il teschio fu esaminato dall'archeologo Michal Pinney, proprietario di Bettiscombe Manor in quel momento, il quale dichiarò che, ben lungi dall'appartenere a un uomo di colore, era con buone probabilità un teschio femminile risalente all'Età del Ferro.

A oggi, comunque, il teschio è ancora custodito nella casa, in una scatola di cartone dentro un cassetto. Non è noto se siano stati fatti altri tentativi di liberarsene, e se sì con quale esito, ma di certo i proprietari sono informati del fatto che "se mai il teschio venisse rimosso dalla casa, la casa stessa verrebbe scossa fino alle fondamenta, mentre la persona da cui un tale atto di profanazione è stato commesso di certo morirebbe entro l'anno."

Il maniero di Bettiscombe
foto: il maniero di Bettiscombe | credits: darkdorset.co.uk

Altri teschi urlanti

Quello di Bettiscombe non è certo l'unico screaming skull famoso in Gran Bretagna. Ecco altri tre teschi urlanti celebri.

Il teschio urlante del maniero di Burton Agnes
Apparterrebbe ad Ann Griffith, dello Yorkshire, che fu assassinata e, secondo le sue ultime volontà, chiese di essere seppellita nella sua casa.
Non fu accontentata e poco dopo la sua sepoltura strani rumori cominciarono a tormentare gli abitanti della villa.
Le sue sorelle cominciarono a pensare che tali rumori fossero le proteste di Ann per non essere stata sepolta nell'abitazione famigliare.
Così si decise di riesumare il corpo della donna, di staccarne la testa e di conservarne il teschio all'interno dell'abitazione: i rumori molesti cessarono.
Quando la famiglia Boynton eredità il maniero anni dopo rimosse subito il teschio dalla casa, e i rumori ricominciarono. Rimisero il teschio all'interno della casa, e i rumori di nuovo cessarono. I Boynton decisero così di lasciar riposare quel macabro resto all'interno dell'abitazione...

Il teschio urlante della fattoria Tunstead
Si crede che lo screaming skull chiamato Dickie, che infesta una fattoria di Tunstead, vicino a Chapel-en-le-FrithThe skull, appartenga a una donna.
Il sua fantasma apparì la prima volta nel tardo 1800 a presagire la morte della figlia del tenutario della fattoria.
Dickie mette in guardia i proprietari della fattoria facendo strani rumori quando degli estranei si avvicinano all'abitazione o gli animali del posto si stanno per ammalare o stanno per partorire.
Una volta il teschio fu rubato e portato a Disley, ma le grida e il fracasso furono così assordanti (sia a Disley che a Tunstead) che i ladri lo riportarono indietro quasi subito.
Simili disturbi accaddero quando il teschio venne seppellito in terra consacrata...

Il teschio urlante di Wardley Hall
Questo cranio, che riposa nei pressi di Manchester, risalirebbe ai tempi di re Edward VI (XVI secolo).
La leggenda vuole che una notte Roger Downes, membro dissoluto della famiglia proprietaria della magione Wardley Hall, si ubriacò, disse che avrebbe ucciso qualcuno e attaccò uno dei guardiani, il quale si difese e lo decapitò nella furia scontro armato. Quando si provò a bruciare o a sbarazzarsi del teschio la vita in quella enorme villa padronale divenne molto difficile, disturbata da strani eventi e, soprattutto, da violentissime tempeste...
La leggenda sarebbe però inesatta.
Testi moderni affermano invece che il teschio apparterrebbe a un monaco benedettino, Ambrose Edward Barlow, che venne ucciso a Pasqua del 1641 a causa delle persecuzioni contro i Cattolici e la sua testa impalata. Francis Downes e sua moglie, devoti cattolici, ne recuperarono la testa la portarono a Wardley Hall, nascondendola.
Il cranio fu riscoperto a metà del 1700 dal nuovo proprietario del maniero Matthew Moreton. Uno dei suoi servi, che lo scambiò per il teschio di un animale, lo gettò nel fossato che circondava la magione: quella notte una terribile tempesta si abbattè su Wardley Hall.
Convinto che l'evento atmosferico fosse stato causato dalle proteste del teschio, che voleva tornare a stare sotto il tetto di casa, Moreton fece mettere in secca il fossato e lo recuperò. Una volta riposto nella hall della grande villa nessun evento particolare sconvolse più la vita dei sui abitanti.
Ambrose Barlow venne poi riconosciuto come uno dei quaranta martiri cattolici dell'Inghilterra e del Galles e santificato nei secoli successivi.
Wardley Hall è invece diventata la residenza ufficiale del vescovo della Chiesa romano cattolica.

Wardley Hall in un'illustrazione del 1910 foto: la magione Wardley Hall in una illustrazione del 1910 | credits: Jenny Wylie


Fonti:
http://www.mysteriousbritain.co.uk/hauntings/screaming-skulls-an-introduction.html
http://www.mysteriousbritain.co.uk/england/dorset/hauntings/bettiscombe-manor.html
http://www.castleofspirits.com/screamingskull.html
http://www.thedorsetpage.com/locations/place/B080.htm
http://www.darkdorset.co.uk/bettiscombe_screaming_skull



Il teschio urlante e la sua maledizione
Articolo scritto da: Carmelo Massimo Tidona
Pubblicato il 15/02/2011

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