Dahu, il quadrupede di montagna

Il Dahu è un cervide che vive sulle montagne tra l'Italia e la Francia, con le gambe di differente lunghezza

Dahu, il quadrupede di montagna Tutti i luoghi poco accessibili sono popolati di creature misteriose e leggendarie, animali dall’aspetto e comportamento insoliti la cui esistenza si basa su poche testimonianze orali, alcuni avvistamenti di dubbia credibilità e nessuna prova concreta. Quanto più è difficile esplorare a fondo un particolare ambiente, tanto più è facile affermare che sia abitato da bestie sconosciute.

Così, come nelle zone desertiche del centroamerica si aggirano branchi di famelici chupacabras e nelle foreste indonesiane si nascondono i timidi orang-bati, tra i picchi e le valli delle Alpi passeggia il pacifico Dahu.

Il dahu (da pronunciare “daù”) è un quadrupede che vive sulle montagne della zona francofona tra le Alpi e i Pirenei.

Data la sua diffusione, viene a volte chiamato in modi diversi: dahut, daru o darou in Francia, dairi o dari in Svizzera.

Secondo la versione più accettata della tradizione, si tratta di un cervide, affine a camosci e stambecchi anche se di taglia più ridotta. Tuttavia alcune descrizioni gli attribuiscono un aspetto più bizzarro, simile all’incrocio tra un camoscio e un tasso o una volpe.

Si tratta comunque di un erbivoro, che se anche può assomigliare per alcuni tratti a un mammifero carnivoro, conserva le abitudini alimentari e comportamentali dei suoi cugini cervidi.

Ma la particolarità del dahu non sta in questo aspetto curioso, quanto nella conformazione dei sui arti. Il dahu infatti presenta gambe di diversa lunghezza.

La misteriosa creatura Dahu

Per la precisione, le due zampe sullo stesso lato (destro o sinistro) sono più corte di quelle sul lato opposto (sinistro o destro). Visto di fronte quindi, il dahu appare con due arti su un lato poggiati a terra e gli altri due “penzoloni”, che arrivano poco sotto il ginocchio delle zampe opposte.

Questa caratteristica può sembrare assurda, perché si capisce che l’animale non sarebbe in grado di camminare. Ma pensando all’ambiente in cui vive, si trova il senso di questa anomalia: il dahu può camminare con facilità sui pendii scoscesi seguendo il profilo della montagna, tenendo le due gambe più corte orientate verso la vetta e le altre verso valle.

Il Dahu, creatura leggendaria

Si può intuire che in conseguenza di questa conformazione il dahu può procedere solo in un senso (orario o antiorario) intorno alla montagna su cui si trova.

Per questo esistono due razze distinte: il dahu destrogiro che ha le due zampe di destra più corte, e può quindi camminare solo in senso orario, e quello levogiro, che al contrario ha le zampe di sinistra più corte e cammina in senso antiorario.

Come catturare un dahuProprio per la sua impossibilità fisica a cambiare direzione, secondo la tradizione il modo più facile per catturare un dahu è posizionarsi alle sue spalle e fischiare forte. Curioso per natura, l’animale si volterà, trovandosi con le zampe più corte sul lato più basso del pendio, e perdendo inevitabilmente l’equilibrio. A quel punto basterà raccoglierlo dal fondovalle dove è ruzzolato, incapace di rialzarsi.

Sempre a causa di questo handicap, anche la riproduzione del dahu è piuttosto problematica: infatti, quando un maschio, seguendo il richiamo della femmina, la raggiunge e si trova di fronte a lei, poter trovare la “posizione” giusta rappresenta un problema per entrambi.

Legato alla riproduzione dell’animale c’è anche un altro aspetto particolare: il dahu infatti, pur essendo un mammifero, deporrebbe le uova, che vengono ancora oggi scovate da particolari cacciatori per essere vendute e mangiate.

Quanto sono credibili le leggende sul dahu?
Nonostante l’asimmetria sia rara in natura, non è impossibile che una creatura evolva una struttura fisica adatta al movimento nel suo ambiente. Tuttavia, è difficile immaginare quale reale vantaggio la diversa lunghezza degli arti possa aver conferito all’animale, considerando al tempo stesso l’enorme limitazione di non potersi voltare per tutta la vita nella direzione opposta.

Di fatto, non esistono esemplari catturati, fotografie o reperti di altro genere che ne provino l’esistenza. Tutto quello che si sa del dahu proviene dalla tradizione dei luoghi in cui si ritiene che risieda. Queste stesse tradizioni tendono ad assumere un aspetto burlesco, sottolineando la goffaggine dell’animale, piuttosto che la sua capacità di adattamento.

Cercando in rete si trovano molte immagini e filmati riguardanti il dahu, ma anche in questo caso si tratta palesemente di falsi, realizzati non tanto per malafede, quanto come omaggio a una creatura che, tutto sommato, risulta simpatica.

Le caratteristiche del Dahu

In definitiva, si può affermare chi il dahu, più che un vero animale, è un simbolo. Parte di una tradizione montana che va sempre più dissipandosi, il dahu rappresenta il massimo livello di adattamento alla montagna, l’esempio più estremo di comunione tra una creatura e il suo ambiente.

Questo suo valore simbolico è stato riconosciuto anche da sociologi e studiosi del folklore della zona, come Marcel S. Jacquat, che al dahu ha dedicato un saggio proprio sui costumi e tradizioni delle Alpi.

Per lo stesso motivo il dahu è stato scelto nel 2007 come mascotte per la XXIII Universiade Invernale che si è tenuta a Torino (anche se in questo caso è stato rappresentato in una versione bipede meno fedele alla tradizione). Per evidenziarne il valore culturale, lo scultore Gianni Bersezio di Courmayeur ha realizzato un’intera collezione dedicata al dahu.


Dahu, il quadrupede di montagna
Articolo scritto da: Andrea Viscusi
Pubblicato il 08/08/2011

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