Taipan dell'interno (Oxyuranus microlepidotus)

L'Oxyuranus microlepidotus, in inglese chiamato Inland taipan o fierce snake, è il serpente più velenoso del mondo

Quello che presentiamo oggi su LaTelaNera.com è l'animale che viene da molto considerato il più velenoso al mondo: il Taipan dell'interno.
Questo elapide australiano, che incontrare è fortunatamente cosa rara, ha il valore più basso di LD50 tra tutti i serpenti del pianeta: in un solo morso ha una quantità di veleno sufficiente a uccidere fino a 100 uomini.

Si tratta del degno vincitore della nostra classifica dei 10 animali più velenosi esistenti.


Nome comune: Taipan dell'interno [ITA], Inland Taipan, Fierce Snake (serpente feroce) [ENG]

Nome scientifico: Oxyuranus microlepidotus (in greco "oxys" significa "affilato", mentre "oura" indica la coda, quindi abbiamo "Coda affilata"; microlepidotus significa "a piccole scaglie")

Classificazione: Vertebrato rettile, famiglia elapidi


Inland Taipan: distribuzione e habitat

Il taipan è molto adattabile: gli basta avere un riparo di qualunque genere, sole, e acqua (beve circa ogni due giorni). Abita volentieri in pianure alluvionali aride o semiaride con temperature da temperate-calde a tropicali, laddove le precipitazioni siano inferiori a 300 ml all'anno. In queste zone si creano profonde spaccature nell'argilla dove può infilarsi e soggiornare in pieno comfort. Vive poi in deserti sconnessi di dune e affioramenti rocciosi con cespugli sparsi. I suoi rifugi sono anche tane di topo (dopo essersi servito dell'ex proprietario di casa), crepacci rocciosi e doline.

È stato diffuso in Australia e Nuova Guinea a partire da circa 30000 anni fa. Fino a tempi piuttosto recenti la diffusione era molto maggiore e i microlepidotus erano ben presenti nei due terzi settentrionali dell'Australia. La forte riduzione del loro numero è da attribuirsi probabilmente a una "guerra" con i serpenti bruni reali (Pseudechis australis) che hanno avuto la meglio sui nostri taipan. Tanto che oggi è praticamente impossibile trovare esemplari nelle zone di maggiore diffusione dei nemici bruni reali.

Oggi lo possiamo incontrare nel cuore dell'Australia: al crocevia tra Queensland occidentale, sudest del Territorio del Nord, nordest dell'Australia Meridionale e nordovest del Nuovo Galles del Sud. Avvistamenti anche sulle sponde occidentali dei fiumi Murrumbidgee, Murray e Darling, e sulla sponda settentrionale del lago Eyre.

Tuttavia, la mappa non è completa: è probabile ci siano altre sacche superstiti di diffusione, e visto il carattere riservato e solitario del taipan non è facile per gli studiosi individuarle.


Taipan dell'interno: aspetto

Il taipan dell'interno è un serpente lungo in media tra i due metri per i maschi – fino a un massimo di due e mezzo – e poco meno di due metri le femmine. È snello e di colore brunastro, il ventre è giallo.

Sulla testa rettangolare e allungata, ben distinta dal collo stretto, spiccano occhi grandi, che gli conferiscono un'ottima vista, alla quale si affida molto più rispetto alla maggior parte degli altri serpenti – i quali si basano essenzialmente sull'olfatto. Anche il taipan, in ogni caso, è dotato di un ottimo naso, che combina alla vista per individuare le prede e i possibili pericoli.

È di stazza robusta e ha una coda a frusta. Le scaglie sono piuttosto lucide, lisce, più piccole nell'area del collo.

È in grado di spalancare le fauci più di qualunque altro elapide australiano, seppure non quanto un pitone. Ha zanne lunghe un centimetro e mezzo, che in alcuni esemplari penetrano nel labbro inferiore del serpente. Queste zanne possono anche flettersi e estendersi parzialmente in avanti.
Ha grandi, grandissime ghiandole velenifere.

A una prima occhiata può essere scambiato con alcuni serpenti bruni, ma a un esame più attento vediamo che il taipan ha 23 scaglie mediane, mentre i serpenti bruni ne hanno da 17 a 19.


Taipan dell'interno: la dieta

Roditori, lucertole e rane sono i piatti preferiti. Per loro fortuna i taipan preferiscono i roditori, e riescono quindi a non finire ammazzati mangiandosi i rospi della specie Rhinella marina, che produce una tossina responsabile della morte di moltissimi serpenti di altre specie di elapidi.

Cacciano sia per imboscata che, altrettanto spesso, essendo capaci di raggiungere velocità molto elevate, per inseguimento. È un cacciatore diurno e crepuscolare; notturno quando fa molto caldo. È molto abile nella caccia: il morso è veloce e molto preciso.

Il veleno è spaventosamente efficace: a differenza di altri serpenti trattati sulle pagine di LaTelaNera.com, il taipan non molla la preda finché questa non muore avvelenata.


Oxyuranus microlepidotus: come ti ammazza

Per quanto sia un serpente tranquillo e timido, se messo all'angolo dapprima si avvolgerà in larghi anelli, solleverà il terzo anteriore a formare una o due grosse S, dopodiché si srotolerà di scatto verso l'alto compiendo un violento balzo: questo può preludere a una fuga come a un morso.

Se sei sfortunato, è la seconda.
Sei stato morso da un taipan. Male.

Non ti accontenti mai, eh? Non ti bastava farti beccare da un serpente velenoso: dovevi proprio sceglierne uno in grado di ammazzare 100 persone con un morso – il più velenoso di tutti.

Il dolore lo senti subito, perché il morso ha una forza notevole. Poi, nel giro di qualche minuto, vedi il gonfiore. Ma di per sé non è che sia una cosa particolarmente brutta.
A questo però si accompagnano, dopo circa un quarto d'ora dal morso, i primi sintomi: mal di testa e nausea. Il vomito segue a ruota, insieme a dolori addominali, diarrea e confusione.
Poi cadi e ti contorci a terra, mentre perdi il controllo degli arti via via più insensibili, quindi paralizzati; tutto questo va avanti per un po'.

Come morirai?
C'è scelta: può danneggiartisi il cuore, ma questo non è tanto frequente.
Più facilmente puoi soffocare perché la paralisi raggiunge i polmoni, oppure potrebbero andarti in tilt i reni.
Ma molto più probabile: il problema sarà che il tuo sangue non è più in grado di coagulare.
E lo perdi tutto.


Inland Taipan: consigli per la tua sopravvivenza

Le probabilità di incontrarlo sono scarse tra aprile-maggio e agosto: in questi mesi il serpente è letargico. In primavera il taipan è invece al massimo della sua attività, in particolare in ottobre. Quindi occhio durante questo mese.

In caso di incontro ravvicinato, Oxyuranus preferisce – come quasi tutti i serpenti – la fuga allo scontro: in questi casi è in grado di muoversi a grandi velocità, anche all'indietro, in un modo molto peculiare.
Però la reazione aggressiva non è rara.

Spesso la sua prima mossa, come si diceva, è avvolgersi a larghi anelli e quindi sollevarsi a S, poi un esplosivo balzo verso l'alto che serve a spaventare l'eventuale aggressore e può precedere sia un morso che una fuga.

Se lo vediamo avvolgersi, formando come una grossa molla, significa che sta per compiere questo balzo: probabilmente abbiamo ancora il tempo di allontanarci. Se si mette in posa a S, non restiamo lì a ammirarne l'eleganza. Anche il balzo stesso può concedere ancora il tempo per una nostra ritirata – la sua funzione è appunto quella di spaventarci.
E faremmo bene a spaventarci e darcela a gambe.
Dopo, è troppo tardi.

Se ci morde, non dovremmo sperare più di tanto in un morso a secco, perché - a differenza di altri serpenti studiati sulle pagine di LaTelaNera.com - l'avvelenamento avviene, nel caso del taipan, circa nel 90% dei casi. E, con pochissime eccezioni, è sistemico: quasi certamente, in assenza di trattamento tempestivo, il risultato è la morte.
Non dobbiamo nemmeno contare troppo sui nostri indumenti o calzature, perché le zanne del nostro sono lunghe, grosse e dure, e capacissime di forarli.

Che si fa, quindi?
Innanzitutto niente panico. Quello aiuterebbe soltanto il veleno a diffondersi più rapidamente. Quindi la vittima va tranquillizzata. Certo, facile a dirsi: tranquillizzare uno che è stato appena morso da una bestia di serpente che ha fama di essere il più velenoso del mondo? Ma va subito spiegato alla vittima che l'antidoto esiste e la sua efficacia è certa. Solo una persona all'anno muore per un morso di taipan, la maggior parte dei morsi viene curata con successo.

Sarebbe piuttosto sciocco da parte nostra cercare di inseguire il serpente per abbatterlo. Non facciamolo, d'accordo?
Restiamo calmi. Se con noi c'è qualcuno (il che, se giriamo in Australia in zone rurali, è sempre consigliabile), ci dobbiamo far mettere distesi e farci accompagnare al più presto a un punto di soccorso: lì sapranno certamente cosa fare.

La ferita non va manipolata. Si può al limite pulire con un tessuto inumidito eventuali residui di veleno sulla pelle. È importante però non massaggiare o premere sulla ferita. Non bisogna lavarla né pulirla: questo potrebbe rendere più difficile identificare il veleno una volta raggiunto l'ospedale. Quindi questo va fatto solo nel caso siamo sicuri di non poterne raggiungere uno.

Rimuoviamo anelli e bracciali. Se la ferita è su un arto, è opportuno praticare una fasciatura larga sul punto del morso, utilizzando anche un brandello di vestito o simili, evitando di stringere troppo in modo da non impedire la circolazione. Estendiamo la fasciatura in modo che copra quanta più superficie dell'arto, comprese le dita. Il tutto evitando di muovere troppo l'arto stesso – eventualmente va bene fasciare anche sopra i vestiti.
A questo punto, utilizzando qualunque oggetto dritto e rigido, immobilizziamo l'arto.

Se si presentano problemi respiratori (non è detto accada), a questi va data assoluta precedenza, eventualmente intervenendo con la respirazione artificiale, ma prima di tutto badando che le vie respiratorie siano libere.

Come già detto in altri casi trattati sulle pagine di LaTelaNera.com, non usiamo lacci emostatici, non tagliamo, non succhiamo il veleno né cauterizziamo la ferita con fiamme. Niente sostanze chimiche e niente scosse elettriche, niente incisioni o amputazioni o ghiaccio.
Evitiamo qualunque tipo di assunzione orale, in particolare se beviamo alcolici è un grosso errore.
L'unico liquido ammesso è acqua pulita, ma soltanto nel caso sappiamo già che passeranno diverse ore prima di raggiungere l'ospedale. Per quanto, in questo caso, sarà troppo tardi.

La vittima va trasportata in modo che stia più immobile possibile. Una barella d'emergenza può essere improvvisata, oppure mettiamocela in spalla. L'importante è che non contragga i muscoli della parte ferita, perché questo aiuta il veleno nel suo lavoro.

Se siamo noi i feriti, prima di tutto se possibile chiamiamo soccorso e aspettiamo senza muoverci. Se anche una chiamata di soccorso è impossibile, muoviamoci con la massima calma e cercando di spostare meno possibile l'arto o la parte colpita.
E, be', invochiamo l'aiuto di qualunque divinità ci vada a genio…


Il veleno del Taipan dell'interno

La quantità media di veleno è di 44 mg, secondo lo studio di Meier e White (1995), ma un morso può arrivare a iniettare fino a 110 mg.
Sempre dallo stesso studio, il valore di LD50 rilevato è di 0,025: con distacco, il valore più basso (quindi: letalità maggiore) tra tutti i serpenti del pianeta – il veleno del taipan è quasi venti volte più potente di quello del cobra indiano (Naja naja), oltre dieci volte più potente rispetto a un mamba nero (Dendroaspis polylepis).

L'unico serpente di terra con un veleno ravvicinabile è Pseudonaja textilis (serpente bruno orientale), sempre australiano, con un LD50 di 0,036, ma Pseudonaja ha una disponibilità di veleno molto minore rispetto a Oxyuranus.

Esistono specie di serpenti marini australiani, come Aipysurus laevis, con valori simili al taipan, che possono però contare solo su piccole dosi di veleno.

Secondo il CSL Antivenom Handbook della University of Adelaide, il veleno di Oxyuranus microlepidotus è composto da: neurotossine pre e post-sinaptiche (le prime sono potenti ma hanno un effetto lento, le seconde hanno un effetto più rapido ma meno potente); contiene poi miotossine sistemiche e convertitori di protrombina.
Non sono presenti cardiotossine e neurotossine.

L'aspetto più letale del veleno del microlepidotus è la presenza di procoagulanti, tossine che interferiscono con il processo di coagulazione e con il fibrinogeno, proteina responsabile del processo. La defibrinazione rende il sangue non coagulabile, e questo causa gravissime – fatali – emorragie sia interne che esterne.

Il veleno presenta, nella sua complessa composizione, anche una tossina tipica del serpente, la taipotossina.
La taipotossina di per sé è un veleno di potenza estrema: l'LD50 della tossina pura è di 0,002.

Anche se non sono presenti tossine propriamente renali, in casi di grave avvelenamento sono subentrati anche gravi danni ai reni, mentre le miotossine presenti causano danni muscolari ma l'effetto non è comune né, in genere, particolarmente grave. Non ci sono invece gravi effetti al luogo del morso: soltanto un certo gonfiore accompagnato da prurito. Non subentra necrosi.

Considerando tutto ciò, Oxyuranus microlepidotus è ritenuto in maniera pressoché unanime il serpente più velenoso del mondo. E, nel nostro gioco, questo campione dei serpenti supera anche tutti i ragni, gli scorpioni, le meduse, i molluschi, e si aggiudica il primo posto assoluto nella classifica dei 10 animali più velenosi del mondo di LaTelaNera.com.


Inland Taipan: il Body count

Il taipan fa, come confermato da Mark O'Shea in Venomous Snakes of the World (Princeton University Press) "solo" circa una vittima all'anno.

Non c'è da stupirsi non siano di più nonostante si parli del serpente più velenoso del mondo, siccome gli australiani, ben abituati agli animali velenosi, sono ottimamente organizzati per i soccorsi alle vittime. L'antidoto esiste e ha un funzionamento certo. Inoltre, come abbiamo visto, un incontro con un Oxyuranus è un evento piuttosto raro.


Taipan dell'interno (Oxyuranus microlepidotus)
Articolo scritto da: Daniele Bonfanti
Pubblicato il 18/07/2012

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