Cayetano Santos Godino, la storia del serial killer

Nome Completo: Cayetano Santos Godino

Soprannome: Petiso Orejudo, la Peste dalle Grandi Orecchie

Nato il: 31 ottobre 1896

Morto il: 15 novembre 1944

Vittime Accertate: 4

Modus operandi: strangolamento, soffocamento, oggetti contundenti, fiamme.


Cayetano Santos Godino è un famoso serial killer argentino, il primo caso documentato di assassino seriale dell'Argentina.
Le sue azioni criminali si sono svolte nell'area di Buenos Aires: ha ucciso quattro bambini e ha provato a ucciderne altri sette. Il tutto nell'arco di otto anni, tra il 1904 e il 1912, quando ancora era solo un bambino (8 anni) o un adolescente (16 anni).

Il suo è un caso da manuale: famiglia povera e disfunzionale, percosse e soprusi, traumi alla testa, torture sugli animali e piromania, gli elementi presenti nella sua vita che avrebbero potuto (e dovuto) far presagire le sue gesta assassine.

Cayetano Santos Godino: famiglia e infanzia

Cayetano Santos Godino nasce la vigilia di Ognissanti del 1896 a Buenos Aires, in Argentina. È il figlio di due immigrati italiani della Calabria, Fiore Godino e Lucia Ruffo, e ha sette fratelli e sorelle. I suoi genitori, originari di San Demetrio Corone, si erano trasferiti in Argentina nel 1888 per lasciarsi alle spalle la povertà e un brutto ricordo: quello della morte del loro figlio primogenito, deceduto a 10 mesi per un problema cardiaco.

Fiore Godino, un musicista, contrasse la Sifilide prima del concepimento di Cayetano, e questo fu probabilmente la causa dei numerosi problemi fisici e mentali del bambino: crebbe gracile e piccolo di statura, con notevolissime orecchie a sventola, delle braccia lunghissime e sproporzionate rispetto al resto del corpo, oltre a un Quoziente d'Intelligenza molto basso.

Nei suoi primi anni di vita rischiò di morire in diverse occasioni a causa dell'Enterite, dovuta probabilmente alle pessime condizioni igieniche in cui il bambino viveva e cresceva. Inoltre venne picchiato violentemente più volte, dal padre e dai fratelli maggiori, subendo diversi traumi al cranio.

Suo padre era un alcolizzato e aveva modi particolarmente maneschi: non esitò mai a mettere le mani addosso alla sua prole. Nel caso di Cayetano succedeva spesso visto che il bambino fin da piccolissimo fu un vero e proprio nanerottolo ribelle che non stava fermo un attimo. Anni più tardi, quando fu studiato e analizzato da numerosi dottori, gli vennero contate 27 cicatrici sulla sola testa.

Tra i cinque e i dieci anni frequentò numerose scuole, dalle quali venne sempre cacciato per il suo comportamento antisociale e l'assoluto disinteresse nelle materie scolastiche. Cayetano così non imparò nè a leggere nè a scrivere fino a età avanzata.

Il suo passatempo preferito, la sua unica attvità, era quella di gironzolare continuamente per le strade e le periferie di Buenos Aires: ignorato completamente dai "grandi", che non volevano mischiarsi con quel brutto bambino deforme, fu libero di girare in lungo e in largo per i luoghi più isolati, sporchi, abbandonati e periferici della città, arrivando a conoscerli come le sue tasche.

Cayetano Santos Godino: prove di omicidio per l'aspirante serial killer

Il 28 settembre 1904, a quasi otto anni, compì il suo primo atto violento documentato: venne sorpreso (e fermato) da un poliziotto mentre stava picchiando Miguel de Paoli, un bimbo di meno di due anni, in un'area abbandonata. Entrambi i piccoli furono condotti alla polizia e riconsegnati poco dopo alle rispettive famiglie, e il tutto venne considerato come una semplice baruffa tra bambini.

Nel 1905 condusse Ana Neri, una sua vicina di casa di appena 18 mesi, in un'altra area abbandonata, dove cominciò a colpirla con una pietra fino a quando un poliziotto non lo fermò, conducendolo poi in prigione. Fu rilasciato la notte stessa a causa della sua giovane età.

Baruffe? Screzi e scherzi tra bambini normali e lo "scemo del villaggio"?
Ovviamente no.
Cayetano aveva deliberatamente portato Miguel e Ana in un luogo appartato per poter fare loro quello che voleva.

Già, ma cosa voleva fare con loro? E come era riuscito a portarli lì?

Nonostante la giovane età e l'intelligenza limitata Cayetano aveva sviluppato un Modus Operandi tanto semplice quanto efficace. Avvicinava bambini molto più piccoli di lui e, grazie al suo aspetto "buffo", si guadagnava prima la loro fiducia. Poi li separava dall'eventuale gruppo di amichetti e si faceva seguire in luoghi isolati con la promessa di caramelle e altre cose dolci.

Sul tipo di gioco che aveva in mente da fare coi bambini si può fare una sola terribile ipotesi: voleva "divertirsi" con loro così come in quel periodo si "divertiva" con altri esseri viventi.
Aveva infatti cominciato a dedicarsi a un hobby perverso e particolare: la tortura degli animali domestici (uno dei tre comportamenti "premonitori" elencati nella famosa Triade di MacDonald). Cayetano rapisce, "gioca", sevizia uccellini e gatti, per poi ucciderli quando si stanca di loro.

Miguel e Ana, sono state due potenziali prime vittime, salvate per fortuna dal provvidenziale intervento di un poliziotto.
Pensare che un poliziotto si sarebbe sempre trovato nei paraggi ogni qual volta Cayetano avesse voluto fare "le sue cose" con i bambini era utopistico.

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