Theodore Kaczynski (pagina 2)

Unabomber: la prima bomba

Dopo aver abbandonato l’impiego, Theodore Kaczynski è frustrato e deluso dalla vita: cerca di dare un significato a quella che è la sua rabbia, adottando il sistema di vendetta a lui più adatto. Le bombe.

Ma non si diventa terroristi e pratici di esplosivi in pochi istanti, non ci si alza dal letto una mattina, dicendo: "oggi voglio iniziare la mia attività di attentatore dinamitardo".
Ci vogliono dedizione, studio e pratica.

La sua prima bomba viene trovata nel maggio del 1978, nel parcheggio dell’università di Chicago.
Si tratta di un pacco che ha come mittente l’indirizzo del professor Buckley Christ, dell’istituto tecnologico della Nortwestern University. Il plico viene riportato all’uomo, che forse lo aveva smarrito, ma Christ dice di non averlo mai spedito, e insospettito lo consegna alla polizia dell’università.

Quando l’agente Terry Marker apre il pacchetto, questo gli esplode in faccia, ferendolo lievemente alla mano sinistra.

Fortunatamente per l’agente, il modo di costruzione semplice e povero non si rivela essere molto offensivo. La bomba era costruita, infatti, con un tubo metallico di un pollice di diametro e nove di lunghezza (un pollice è poco più di 25 millimetri), contenente pezzi di metallo provenienti da un lavoro domestico, con polvere da sparo e un’unghia di nastro adesivo che serviva da innesco al momento dell’apertura, collegata a sei fiammiferi, il tubo era chiuso da un tappo di legno.

Questa fu la cosa che stupì gli investigatori, per la chiusura non avevano mai trovato un tappo di legno, ma di metallo, poiché non ha la forza per dare la compressione giusta all’esplosione.

Theodore Kaczynski, l'Unabomber, scortato dalla polizia

Theodore Kaczynski: ancora bombe

Una seconda bomba, che aveva ancora una volta come bersaglio la facoltà della Northwestern University, fu lasciata da Ted Kaczynski sul tavolo di una delle aule: era fatta con una scatola di sigari. Un laureando della facoltà Johnn Harris la vide e la aprì, anche qui l’esplosione non arrecò danni di rilievo né allo studente, né alle cose.

Theodore Kaczynski, l'Unabomber Nel 1979, su un boeing 727 volo 444 dell’American Airlines diretto da Chicago a Washington, ci fu un atterraggio d’emergenza dovuto a del fumo, conseguenza di un principio d’incendio, che entrava nella cabina di pilotaggio.

Alcuni passeggeri furono intossicati dall’esalazione: tanta paura, ma niente di più. Probabilmente se la pressurizzazione dell’aereo avesse raggiunto un livello maggiore, l’esplosione sarebbe stata catastrofica, ma grazie anche all’inesperienza del costruttore dell'ordigno i danni pure questa volta furono limitati.

Non era comunque la prima bomba nel campo delle linee aeree, un anno prima il presidente delle United Aerilnes, Percy Wood, era stato ferito alle mani, al volto e alle gambe, mentre apriva un pacco.

Dato che una bomba su una aereo di linea in America è un reato federale, fu investita dell’autorità d’indagine l’FBI, che cominciò a collegare i vari attentati.

Fu coniato appositamente l’acronimo UNABOMB, che sta per (UNiversity-Aerlines-BOMBer), ma altri agenti federali lo battezzarono Junkyard Bomber, (da junkyard = robivecchi), per il materiale povero che era usato.

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Dossier scritto da:
Carlo Anzini

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