Achille
L'eroe invulnerabile Achille, figlio di Teti, allevato da Chirone, uccisore di Ettore
Achille rappresenta per molti l’eroe omerico per eccellenza. Ma non solo, avendo Omero tralasciato ampie parti della vita del Pelìde, esistono talmente tanti episodi tramandati dalla mitologia greca e romana che farne un sunto non è affatto semplice.
Comunque, «Cantami, o Diva, del Pelìde Achille l'ira funesta», come non partire dalla mitica rabbia del nostro... anzi, no.
Facciamo un passo indietro.
Achille: Prima della Guerra di Troia
Certamente tra i protagonisti, se non il protagonista assoluto dell’Iliade e della guerra in essa narrata, il più forte e coraggioso tra i guerrieri greci, in principio, non si era certo sbracciato per parteciparvi.
Secondo il mito, fu infatti Ulisse ad andare a scovarlo travestito da donna nel tentativo di sfuggire all’arruolamento di Agamennone – fratello del re di Sparta Menelao –, ovvero di colui che radunò un esercito esagerato solo per andare a riprendere la cognata, Elena, rapita dal principe troiano Paride (chissà cosa avrebbe imbastito se la moglie rapita fosse stata la sua... forse niente?).
Dietro il tentativo di diserzione di Achille, in realtà, pare ci fosse lo zampino di sua madre Teti. La più bella tra le ninfee Nereidi, per evitare la partenza in guerra del figlio, lo travestì da donna e lo condusse da Licomede, re dell'isola di Sciro, al quale raccomandò di non svelare mai ad Achille l'esistenza della spedizione achea in Asia minore.
A Sciro, il biondo e riccioluto Achille passò tutto il tempo con le belle figlie del re e alla fine ne sposò una, la principessa Deidamia, l'unica quindi, assieme al re suo padre, a conoscere la vera identità dell'eroe.
Teti non voleva la partenza di Achille per Troia perché temeva la morte prematura del figlio se questi avesse combattuto nell'Ellesponto. Di contro, agli achei era stato predetto da Calcante, un fuoriuscito troiano, che, senza la partecipazione di Achille, non avrebbero mai vinto la guerra.
Ecco come l'astuto Ulisse, incaricato di scovare l'eroe, si travestì da mercante, riempì una cesta con spille, pettini, sandali, stoffe preziose e veli, andò a Sciro e si presentò alla corte con l'intento di mostrare la sua mercanzia alle figlie del re. Non riconoscendolo (neanche fosse stato un ricercato), le guardie lo lasciarono passare e, come delle moderne shopping addicted, le entusiaste figlie del re cominciarono a rovistare tra la merce. Scava, scava, dal fondo della cassa emersero la lancia e l'elmo d'Achille nascosti dal finto mercante.
Appena vide le armi, l'eroe balzò stupito in piedi, prese le mani d'Ulisse e fissandolo negli occhi gli chiese chi fosse. A quel punto il re di Itaca si svelò e raccontò ad Achille della guerra, dell'esercito in preparazione e della speranza che tutti gli Achei riponevano in lui. Sensibile a ogni argomento citato, Achille si tolse il vestito da donna, impugnò la lancia, pose sui capelli biondi l'elmo dall'alto pennacchio e si mostrò nudo e bellissimo davanti alle giovinette (che probabilmente svennero).
Venute a conoscenza di quanto accaduto, sia Teti che Deidamia, ognuna con gli argomenti adatti al proprio ruolo di madre o moglie, tentarono di fermare il Pelìde che però, irremovibile e fiero, si avviò verso il suo destino.
Achille: Le origini, infanzia e adolescenza
Apriamo qui una parentesi: come mai Teti aveva tutte queste informazioni sul destino del figlio?
Semplice, perché era una ninfa raccomandata, tanto bella da essere contesa tra Zeus e Poseidone. A risolvere la lite pensò Prometeo, il quale profetizzò che la donna avrebbe avuto un figlio più potente del padre. Immediatamente il re dell'Olimpo e il dio del mare furono ben lieti di mollare la ninfa al mortale Peleo, re della Tessaglia.
Peleo affidò il figlio appena nato alle cure del centauro Chirone.
Per prima cosa Chirone cambiò il nome del bimbo da Ligirone (ovvero Piangente, non proprio il massimo per il più figo tra gli eroi) ad Achille, quindi, appena il giovane fu in grado di fare due cosette (a sei anni circa) lo iniziò alla caccia, alla medicina e all'addestramento dei cavalli. Inoltre il saggio centauro insegnò al giovane il disprezzo per i beni terreni, per la menzogna e le virtù della moderazione e della resistenza alle cattive passioni e al dolore.
Un altro precettore, Fenice, intanto addestrò Achille all'uso delle armi e della parola.
foto: Achille viene addestrato da giovane dal centauro Chirone.
All’infanzia di Achille risale la famosa questione del tallone, tramandata in due versioni.
La prima, e più nota, narra che Teti, per rendere il figlio immortale, appena nato lo avesse immerso tenendolo per un tallone nelle acque del fiume Stige: il bambino divenne così invulnerabile a eccezione del tallone che non era stato bagnato dalle acque magiche. Va detto che dell'invulnerabilità di Achille ci sono tracce solo nel poema incompleto Achilleide, scritto da Publio Papinio Stazio nel I secolo, unica fonte del mito appena citato.
Nell'altra, precedente e più diffusa nell'antichità, il mito racconta di una Teti che, per procurare l'immortalità ad Achille, di giorno lo ungeva di ambrosia per poi di notte bruciarne le parti mortali sulla fiamma viva. Una notte però, Peleo svegliatosi vide il figlioletto agitarsi tra le fiamme e si spaventò, allora Teti gettò il bambino a terra e fuggì immergendosi nel mare senza fare più ritorno. Con l'aiuto del centauro Chirone, Peleo sostituì il tallone di Achille rimasto ustionato, con l'osso del tallone del gigante Damiso, famoso per la sua velocità nella corsa: da qui ebbe origine l’epiteto "piè veloce", con cui l'eroe viene spesso ricordato.
Achille: La guerra di Troia
Torniamo ora a Troia.
Lasciata Sciro, dopo essersi unito all'esercito acheo ad Aulide ed essersi messo alla guida di una flotta di cinquanta navi cariche di Mirmidoni, Achille raggiunse Troia.
Per i primi nove anni di guerra l'esercito greco stazionò davanti alla città asiatica senza ottenere risultati, quindi, in quello che sarà l'ultimo anno dell'assedio, iniziarono gli eventi narrati nell'Iliade.
La prima arrabbiatura, Achille l'ebbe quando dovette cedere la schiava Briseide ad Agamennone, il quale, a sua volta, per porre termine a una vendetta di Apollo, aveva dovuto restituire la sua schiava Criseide ai troiani. Indispettito, Achille si chiuse allora nella sua tenda e smise di combattere.
Senza il fuoriclasse figlio di Teti, le cose per gli achei si misero male, ma nonostante ciò il Pelìde fu irremovibile, almeno fin quando non entrò in scena il suo fedele amico Patroclo. Sul quanto la loro amicizia fosse in realtà altro, ci sono tradizioni molto chiare, fatto sta che Patroclo convinse Achille a farsi prestare le sue armi e la sua corazza per riportare i Mirmidoni in battaglia. Così Patroclo venne ucciso da Ettore, il più famoso guerriero tra i troiani.
foto: Achille sconfigge e uccide Ettore in un dipinto di Rubens.
Con la morte dell'amico amante, l'ira di Achille esplose in tutta la sua potenza.
Con una nuova armatura forgiata dal dio Efesto e fornita dalla madre, Achille si gettò alla ricerca del principe troiano facendo strage di nemici. Alla fine Ettore si fece avanti e nel duello che ne seguì, il nostro eroe ebbe la meglio, in cambio ottenne dal morente la lieta notizia che presto lo avrebbe seguito nell'aldilà. Arrabbiato com'era, Achille fece scempio del corpo del principe trascinandolo per nove giorni attaccato al suo carro.
Dopo cotanta ira, l'Iliade finalmente termina con il padre di Ettore, Priamo re di Troia, al campo acheo dove da Achille ottiene indietro il corpo del figlio.
foto: Achille, sconfitto Ettore, ne trascina il cadavere col suo carro per giorni e giorni...
Achille: La morte
Sulla morte del Pelìde ci sono varie versioni, anche molto diverse l'une dalle altre, tutte però concordano più o meno sul fatto che la mano omicida fu guidata da Apollo o, addirittura, mossa da Apollo stesso travestito da Paride.
Secondo Stazio, Achille fu ucciso con una freccia avvelenata, scagliata da Paride, e indirizzata all'unico punto vulnerabile dell'eroe, il famoso tallone.
Le occasioni che favorirono il colpo di Paride/Apollo sono diverse, una tra le più interessanti nacque dal presunto innamoramento di Achille per una delle figlie di Priamo, Polissena. Presentatosi a Troia senza armi, come richiesto dai troiani per avere la donna in sposa, il Pelìde fu colpito a morte da Paride nel tempio di Apollo.
Dopo la sua morte, mentre si apriva una contesa sull'eredità delle sue armi (risolta in favore del solito Ulisse), Achille non terminò di apparire tra i miti, ma, anzi, diventò uno dei giudici del mondo sotterraneo e andò a stabilirsi su un'isola che cambia a seconda delle versioni.
Oltre che nell'Iliade, Achille appare in innumerevoli opere classiche, qui però concludiamo con il breve richiamo che ci ha lasciato di lui il Sommo Poeta, Dante Alighieri, nella Divina Commedia quando, nel canto XXVI dell'Inferno, cita l'eroe, non per le sue gesta, ma in quanto vittima dell'astuzia di Ulisse:
«Piangevisi entro l'arte per che, morta,
Deidamìa ancor si duol d'Achille»
Con "arte" Dante intese indicare l'astuzia di Ulisse... tanta fatica a combattere a destra e sinistra, uccidendo più nemici che animali da sacrificio, per poi essere ricordato solo in quanto fesso?
Bah, che ingrati.
Fonti:
http://it.wikisource.org/wiki/Iliade/Libro_I
http://www.parodos.it/storie/achille.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Achille
http://it.wikipedia.org/wiki/Iliade
http://www.latelanera.com/mostri-creature-leggendarie/creatura-leggendaria.asp?id=130
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