Il volantino di Villarjuif
Un ciclostilato che definire cancerogeno è poco
Nel 1976 apparve in Italia un volantino chiamato il Volantino di Villarjuif, a firma di un sedicente Ospedale di Villarjuif (Parigi) specializzato nella lotta ai tumori.
Su tale ciclostilato (che tramite provvidenziali fotocopie girò di persona in persona e di città in città) appariva una lista di additivi alimentari pericolosi e cancerogeni di largo utilizzo nei prodotti industriali.
Nel volantino erano elencate anche merendine, bibite, caramelle e aperitivi in cui erano contenuti i pericolosissimi additivi: l'E141 e l'E460 (che sono in realtà la clorofilla e la cellulosa, presenti in tutti i vegetali), l'E153 (il carbone vegetale), l'E407 (le alghe commestibili), l'E150 (il caramello, comunemente utilizzato per i dolci), e infine anche l’E330 (che altro non è che l’acido citrico, contenuto in natura nei limoni).
Gli additivi enumerati erano tutti sostanze innocue (o inesistenti, come l'E125), ma ampio spazio alle notizie allarmistiche venne dato dai giornali, che pubblicarono anch’essi la lista degli ingredienti incriminati.
Le autorità sanitarie cercarono di smentire la fondatezza delle informazioni riportate sul volantino, cercando di spiegare ai consumatori a cosa facessero davvero riferimento le sedicenti sigle. In Francia esiste un Centro Oncologico di Villejuif, (e non Villarjuif), i cui responsabili dichiararono ufficialmente di non aver mai compilato liste di additivi alimentari cancerogeni.
I mezzi di informazione cercarono di ritrattare le notizie date in precedenza, ma furono accusati di insabbiare la verità. Perciò la leggenda acquistò ancora più credito tra gli impreparati consumatori. La leggenda continuò a propagarsi con più vigore, creando seri problemi a molte aziende, tra cui anche la Campari.
Infine, grazie all’entrata in vigore di nuovi regolamenti della Comunità Europea, furono modificate le diciture obbligatorie sulle etichette dei prodotti alimentari: le sigle degli additivi sparirono così dalle confezioni.
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