Medusa, la più famosa delle Gorgoni
Medusa, la più nota delle tre gorgoni, trasformava in pietra chiunque la guardasse negli occhi...
La più famosa tra le gorgoni, Medusa è una creatura mitologica che ha ispirato numerosi artisti e autori nel corso dei secoli, non solo in pittura, scultura e cinematografia, ma perfino nell’ambito della psicanalisi, nel quale viene vista come interpretazione del nichilismo o del femminismo.
Le tre gorgoni Medusa, Steno ed Euriale, figlie delle divinità marine Forco e Ceto (che erano fratello e sorella), erano potenti creature in grado di mutare in pietra chiunque le guardasse negli occhi.
Sul loro aspetto ci sono diversi punti oscuri. Viene detto che avessero ali d’oro, artigli di bronzo e zanne simili a quelle dei cinghiali e/o dei serpenti, e che avessero serpi al posto dei capelli.
In interpretazioni successive, tuttavia, quest’ultima caratteristica era riservata alla sola Medusa, che in cambio non condivideva le altre fattezze mostruose delle sue sorelle e, al contrario di loro, era mortale.
In questa versione, Medusa nasce mortale e bellissima, tanto da essere desiderata da molti uomini, ed è una sacerdotessa nel tempio di Atena, dove una notte viene sedotta, o forse violentata, dal dio dei mari Poseidone.
Infuriata, Atena decide di mutare gli splendidi capelli dorati della ragazza in serpenti, e rendere il suo volto talmente orribile che il solo vederlo avrebbe trasformato qualunque essere in pietra.
Posta da Persefone a guardia del regno dei morti, Medusa venne uccisa da Perseo su ordine del re Polidette, in realtà intenzionato a sbarazzarsi dell’eroe per poterne insidiare la madre.
Per scoprire come e dove affrontare la creatura, Perseo si recò come prima cosa dalle tre Graie, sorelle delle Gorgoni, e rubò loro l’unico occhio che usavano a turno per obbligarle a rivelargli le informazioni di cui aveva bisogno e, in alcune versioni, ottenere da loro una bisaccia in cui custodire la testa di Medusa dopo averla tagliata, poiché il suo sangue velenoso avrebbe altrimenti rappresentato un grande pericolo anche dopo la sua morte.
Armato dei doni ricevuti dagli dèi (i sandali alati di Ermes, uno scudo di Atena, l’elmo di Ares che rendeva invisibili e una spada o forse un falcetto), Perseo si recò ad affrontare il mostro nella sua tana. Guardandola solo di riflesso sullo scudo che portava con sé, egli fu in grado di decapitarla, sfuggendo poi alle altre due gorgoni grazie ai sandali e all’elmo.
Dal corpo decapitato di Medusa scaturirono i frutti della sua unione con Poseidone: il cavallo alato Pegaso e il gigante Crisaore.
In seguito, Perseo adoperò più volte la testa mozzata di Medusa, il cui potere non si era affievolito, come arma.
Con essa mutò in pietra lo stesso Polidette, che in sua assenza aveva tentato di obbligare la madre dell’eroe a sposarlo, nonché, per pietà, il titano Atlante, obbligato per punizione a sostenere sulle spalle il peso della volta celeste (anche se in seguito Ercole, pronipote di Perseo, incontrerà Atlante ancora in carne e ossa).
Infine, la testa venne donata ad Atena, che la pose quale ornamento sul proprio scudo, l’Egida.
Fonti:
http://en.wikipedia.org/wiki/Medusa
http://it.wikipedia.org/wiki/Medusa_(mitologia)
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