Clark Ashton Smith e la sua narrativa fantastica folle e delirante
Clark Ashton Smith è considerato una delle colonne del fantastico americano degli inizi del secolo scorso assieme a H.P. Lovecraft e R.E. Howard...
Clark Ashton Smith è considerato una delle colonne del fantastico americano degli inizi del secolo scorso assieme a H.P. Lovecraft e R.E. Howard. Lyon Sprague De Camp lo definì uno dei "Tre Moschettieri" della celeberima rivista pulp Weird Tales diretta all’epoca da Farnsworth Wright.
Clark Ashton Smith è uno degli ultimi esponenti di un fantastico folle e delirante.
Il suo punto di vista è cosmico e antiantropocentrico. La sua prosa decadente, barocca e "visionaria" trasporta la mente del lettore in un’altra dimensione in reami al di fuori del tempo e dello spazio. Si tratta di un fantastico di cui oggi si è persa traccia come sosteneva Alan Moore nell’introduzione alla versione a fumetti di The House On The Borderland di William Hope Hodgson.
Nato nel 1893 a Long Valley, in California, oggi lo scrittore americano è ricordato per i suoi racconti macabri e dell’orrore ma la sua carriera letteraria, in realtà, incomincia nell’ambito della poesia. Le sue traduzioni di Charles Baudelaire sono considerate ancora oggi fra le più efficaci.
Fra il 1918 e il 1922 pubblicò due celebri raccolte di poesie: The Star Treader and other poems e Ebony and Crystal, quest’ultima raccolta dedicata all’amico poeta Samuel Loveman. In questo periodo frequentò George Sterling e forse conobbe Ambrose Bierce.

La qualità della sua poesia lo avrebbe collocato senz’altro nel novero dei poeti minori americani del periodo e risulta ancora oggi di grande livello. Clark Ashton Smith riusciva infatti a raggiungere il "sublime" in versi, al di là delle tematiche macabre e fantastiche trattate, attraverso l’uso di un vocabolario fra i più variegati e ricchi che si ricordino.
La sua produzione poetica andrebbe senz’altro rivalutata. La sua estrazione culturale poetica si può riscontrare anche nella prosa, a volte fin troppo barocca e ridondante, che caratterizza la maggior parte dei suoi racconti.
Non è poi trascurabile anche la sua attività di scultore con cui raffigurava le malefiche divinità "evocate" nei suoi scritti.
Nel 1922 fu determinante la conoscenza con H.P.Lovecraft. Lo scambio epistolare fra i due scrittori si rivelò fondamentale tanto che Clark Ashton Smith, sulla falsariga del "solitario di Providence", inventò nuove divinità (fra cui Tsatthogua e Ubbo-Sathla) e Il libro di Eibon, un cosiddetto pseudoblium sull’esempio del famigerato Necronomicon.
Fra il 1928 e il 1935 apparvero sulla rivista Weird Tales i suoi leggendari racconti. La fervida immaginazione dello scrittore californiano non aveva limiti: nacquero in questo modo gli indimenticabili cicli di racconti ambientati nei continenti immaginari di Atlantide, Hyperborea e Zothique.

In particolare il "ciclo di Zothique", ambientato in un futuro remotissimo (come nell’incredibile romanzo di William Hope Hodgson La terra dell’eterna notte) in cui il sole si è oscurato e sono rinate le antiche arti della negromanzia, è considerato il suo capolavoro. I racconti di questo ciclo costituiscono forse l’essenza della sua scrittura lussureggiante influenzata da Baudelaire e Verlaine: una prosa caratterizzata dall’uso di vocaboli ricercati che creano un’atmosfera di estetizzante decadentismo come nello splendido racconto The Empire Of The Necromacers (L’impero dei Negromanti).
L’ambientazione è oscura e non lontana dalla science-fantasy. A differenza di Lovecraft, che partiva da premesse "realiste" per poi costruire la sua impressionante cosmogonia, Clark Ashton Smith situa le sue storie in mondi perduti in cosmi extra-dimensionali e fantasmagorici.
Un altro affascinante ciclo di racconti è ambientato nella Medioevale "Averoigne", antica regione francese dominata da oscure leggende e potenti magie.
Si tratta in ogni caso di racconti non privi di un certo fascino gotico e grottesco che ne fanno un ciclo di culto fra gli appassionati del fantastico. Si viene immersi, in racconti come The Colossus Of Ylourgne (Il colosso di Ylorgne) e The Beast Of Averoigne (Il mostro dell’Averoigne) o The End Of The Story (La fine della storia), in un’atmosfera arcaica medievaleggiante ricca di echi fantastici e mitici in cui abbondano figure tipiche della letteratura del terrore come vampiri e demoni assieme ad elementi dei "Miti di Cthulhu". Ci troviamo di fronte a piccoli classici della letteratura nera.
Durante il suo periodo artisticamente più fecondo è da ricordare almeno The City OF The Singing Flame (La città della fiamma musicale), considerato un capolavoro da scrittori importanti di fantascienza come Harlan Ellison e Ray Bradbury. Questo racconto prende spunto da un’escursione "reale" che lo scrittore ebbe nella regione di Crater Ridge e si avvale di un’atmosfera cosmica memorabile.

Un altro racconto molto poetico e ricco di un’atmosfera sognante è poi Genius Loci (Genius Loci), in cui un pittore descrive e dipinge un luogo infestato da una presenza malsana.
Anche The Dark Age (Medio Evo) è una storia molto efficace: parla di come, in un futuro oscuro e apocalittico, il sapere teconologico sia rimasto nelle mani dei Guardiani, semidei e custodi di un laboratorio arroccato su una collina, frutto di un’epoca gloriosa di sapere e civiltà ormai scomparsa. Il laboratorio – destinato ormai ad essere una sorta di fortezza della scienza - risulta inaccessibile alle tribù di selvaggi che costituiscono ormai l’umanità.
È da sottolineare come, nonostante parte della sua produzione abbia delle affinità con la fantascienza, la "filosofia" e l’estetica di Clark Ashton Smith sia "cosmica" e anti-antropocentrica, e si pone quindi agli antipodi nei confronti della nascente Science Fiction americana del periodo incarnata dei vari Edmond Hamilton e E.E. Doc Smith.
Quando Clark Ashton Smith scrisse delle storie più "canonicamente" fantascientifiche, sulla falsariga di H.G. Wells, lo fece per motivi commerciali e sotto pressione editoriale. Ma in ogni caso la sua fantascienza resta particolare e originale e ancora oggi è godibile e ricca di immaginazione delirante.
C’è un’immaginazione "cosmica" davvero sorprendente e un sense of wonder ai massimi livelli che caratterizza questi racconti come in The Amazing Planet (Il pianeta stupefacente) o nel tardo racconto lungo The Metamorphosis Of Earth (Le metamorfosi della terra).

Sfortunatamente, alla fine degli anni ’30, con la morte degli amici scrittori Lovecraft e Howard, e con il declino della rivista Weird Tales che avrebbe chiuso nel 1954, la creatività dello scrittore californiano si spense progressivamente.
Fu la mai troppo elogiata Arkham House di August Derleth e Donald Wandrei a preservare la sua opera e a pubblicare, nel 1942, Out of Space and Time, la sua prima raccolta rilegata di racconti a cui seguirono Lost Worlds (1944), Genius Loci (1948), The Abominations Of Yondo (1960), Tales OF Science And Sorcery (1964) e Other Dimensions (1970).
L’influenza esercitata da Smith sull’evoluzione della narrativa fantastica è notevole: la sua immaginazione extra-cosmica ha avuto un’influenza determinante su scrittori del calibro di Jack Vance, Ray Bradbury, Tanith Lee e molti altri.
Sfortunatamente la sua opera sembra oggi oscurata e sepolta assieme a quella di molta narrativa soprannaturale outré che non va più di moda. È tempo quindi di riscoprire e riportare alla luce questo "filone" rimosso della letteratura fantastica e di far rifulgere ancora una volta queste fantasmagoriche "visioni".
Purtroppo in Italia è ormai da tempo che non viene pubblicato più nulla di questo autore e i suoi volumi hanno raggiunto quotazioni vertiginose fra i collezionisti. Sarebbe ora che qualche editore specializzato pensasse a ripubblicare e ritradurre la sua opera.
Clark Ashton Smith: bibliografia italiana essenziale
Zothique (Nord – 1977 – 1992)
Genius Loci e altri racconti (Meb – 1978)
Mondi perduti (Meb – 1979)
Gli orrori di Yondo e altri racconti (Meb – 1979)
Al di là del tempo e dello spazio (Meb – 1979)
Il destino di Antarion (Fanucci – 1986)
Le metamorfosi della terra (Fanucci – 1987)
Averoigne (Fanucci – 1988)
Hyperborea (Fanucci – 1989)
Xiccarph (Fanucci – 1989)
Malneant (Fanucci – 1990)
Ombre dal cosmo (Yorick Fantasy magazine – 1999 – a cura di Pietro Guarriello)

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