Alessandro Berselli intervistato da Marilù Oliva

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Alessandro Berselli intervistato da Marilù Oliva Marilù Oliva ha incontrato e intervistato per LaTelaNera.com lo scrittore Alessandro Berselli, autore del romanzo Cattivo (Perdisa Pop, collana Babele Suite, 2009).


[La Tela Nera]: Luca Parmeggiani è un adolescente che detesta la scuola, la famiglia, la società. La sua ribellione è tutta interiore ma si scaglia contro un’alterità che non conosce. Luca Parmeggiani infatti compie delle rapine e durante una di queste uccide senza volerlo una bimba pakistana. Ti chiedo di approfondire il passaggio dal disagio interiore alla violenza.
[Alessandro Berselli]: Il passaggio praticamente non c’è e la cosa non è casuale. Luca Parmeggiani è un indifferente, che fa della sua indifferenza una condizione esistenziale. La sua cattiveria è impermeabile a quanto gli succede intorno, rimane abulico spettatore della sua vita fatta di alcol, musica, canne, e nessun interesse. E anche quando arriva l’omicidio è come se la sua apatia lo preservasse dai sensi di colpa. Non è uno che si mette in discussione Luca Parmeggiani. Non fa analisi, bilanci esistenziali.

[LTN]: Gli adolescenti e il loro talento nello sfuggire agli adulti. Quanto sfugge Luca ai genitori, quanto sfuggivi tu, da ragazzo.
[AB]: Io credo che tutti sfuggano da tutti, non è solo un problema adolescenziale. In questo Luca è più uno specchio della società che il simbolo della sua generazione. Luca sfugge dai suoi genitori e i genitori sfuggono da Luca. Vero. Ma suo padre sfugge anche da sua madre, Luca sfugge spesso dai suoi amici (quali?), sono tutti universi distanti che non vogliono interfacciarsi tra di loro. La violenza è una naturale conseguenza di questo isolamento. Un modo per interagire con l’esterno, quantomeno.

[LTN]: La più grande difficoltà e la più grande facilità nella stesura di quest’opera.
[AB]: Non è stata un’opera sofferta. Di solito sto come un cane durante la scrittura, sono ipercritico e un severissimo editor di me stesso. Con Cattivo non è stato così. Questa storia me la sentivo forte, mi molestava, aveva bisogno di essere raccontata. Sono stato letteralmente invasato per tutto il tempo che è servito a scriverla. Finirla ha significato compiere un esorcismo. Liberarmi di Luca. E il distacco è stato parecchio doloroso. Gli ho voluto parecchio bene a questo figlio di puttana.

[LTN]: La critica ha parlato di "minimalismo berselliano" in riferimento alle tue descrizioni essenziali. La città in cui è ambientata la vicenda è un richiamo in dettaglio. Descrivi te stesso come se ti guardassi dall’esterno in un momento che ti caratterizza seguendo i canoni del minimalismo berselliano.
[AB]: Non amo le descrizioni, né quelle dei mio personaggi né, tantomeno, quelle di me stesso, ma ci voglio provare. Come sono? Incoerente di certo, a volte mi trovo diametralmente opposto al mio vero essere. Poi narcisista, mi piaccio molto. Permaloso, faccio fatica a reagire alle critiche, anche se poi alla fine ne faccio tesoro. Ho anche qualche pregio. Sono sorridente alla vita, non mi abbatto facilmente, e non mi stanco praticamente mai. In tutti i sensi. Si, sono un maniaco.

[LTN]: Il tuo tempo e la scrittura (quando scrivi, dove, se in silenzio).
[AB]: A casa. Alla sera. Senza un criterio particolare. Non sono uno di quelli che scrive sempre, tutti i giorni. Lo faccio occasionalmente, quando ne ho voglia, quando ci sono delle storie da raccontare. A volte con la musica sparata forte nel iPod, a volte in silenzio. Interrompendomi spesso. Bevendo vino. Ogni libro ha richiesto un suo modo di essere scritto, Cattivo ha avuto una gestazione bulimica, febbrile. Io non sono come voi mi ha visto molto più contemplativo.

[LTN]: Le tecniche e l’irrazionale (scaletta cartacea o mentale/dall’idea alla stesura).
[AB]: L’idea arriva quando arriva, lì non ci puoi fare niente. Non ci lavoro subito sopra. Aspetto un po’. La lascio decantare. Me ne occupo a distanza di tempo, e solo se quell’idea nel frattempo non mi ha abbandonato. Ci sono idee che sembrano fantastiche quando arrivi, e dopo due giorni nemmeno più te ne ricordi. Quelle non sono buone idee. Se invece ti si incollano addosso, se non riesci a liberartene, allora quello è il momento per iniziare l’esorcismo. Arriva il personaggio, arriva l’incipit. Adoro l’incipit, è come il primo appuntamento che hai con una persona. Non puoi sbagliare.

[LTN]: I maestri e i modelli. L’originalità e la contaminazione.
[AB]: Maestri tutti e nessuno, molto diversi dalle cose che scrivo. I minimalisti americani degli anni ottanta sicuramente, Leavitt, Easton Ellis. Il primo Stephen King, IT è davvero la Divina Commedia degli orrori. Il novecento europeo, Kafka e la letteratura tedesca sopra tutti. Il Wilde estetizzante e decadente de Il ritratto di Dorian Gray. Follia di Mc Grath. Dylan Dog. La musica rock. Pulp Fiction. Potrei continuare per ore.

[LTN]: La prossima tela che tesserai.
[AB]: Già pronto Non fare la cosa giusta, dovremmo averlo in uscita entro l’anno, credo sul serio il mio miglior romanzo, e anche il più terribile. In stesura invece Nevermind, titolo provvisorio, romanzo adolescenziale corale, voce narrante esterna, cinque punti di vista diversi, tanti quante sono le protagoniste. Noir interiorizzato il primo, quasi una sceneggiatura con complicanze psicologiche il secondo. Mi sto divertendo molto.

[LTN]: Un saluto con una citazione da Cattivo.
[AB]: “Non ho sonno. Non ho mai sonno, anche se poi quando mi addormento diventa un casino svegliarmi la mattina. Come fai ad avere sonno quando ti ascolti in cuffia The number of the beast? Quando Bruce Dickinson attacca Run to the hills seguito dalle chitarre di Adrian Smith e Dave Murray?
"White man came, across the sea/he brought us pain, and misery".

[LTN]: Luca Parmeggiani mi ha convinto. Metto su il CD. Run to the hills, run for your life!


L'Autore Alessandro Berselli è nato a Bologna nel 1965. Ha iniziato la sua carriera come umorista sulle riviste Comix e L'apodittico. Le sue Lettere al condominio, ciniche e nerissime, hanno catturato l'attenzione di Maurizio Costanzo che, nel 1992, lo ha invitato al Maurizio Costanzo Show. Nel 2003 ha pubblicato i primi racconti noir, in bilico tra pulp e letteratura psicologica. Con il romanzo Storie d'amore di morte e di follia ha vinto il concorso ARPANET nel maggio 2005. Sito web ufficiale: www.alessandroberselli.it.


Marilù Oliva Marilù Oliva vive a Bologna, insegnante lettere alle superiori, scrive per diversi web magazine tra cui ThrillerMagazine.it. Ha pubblicato brevi saggi storici e letterari, oltre a racconti apparsi su Carmilla e Sugarpulp e su antologie cartacee (tra cui Pink in noir, ed. Zona e Lama e Trama 2009, Perdisa Pop).
Il suo primo romanzo si intitola Repetita (Perdisa Pop, 2009) ed è la storia, narrata in prima persona, e basata su riscontri criminologici, di Lorenzo Cerè, un omicida metodico e inflessibile. Uno psicopatico con un’infazia di abusi che ricorre in continui flashback. Uno studioso ossessionato dalla Storia. Lorenzo Cerè conosce gli uomini e i crimini, il sesso è l’unico lenitivo di un’esistenza che brucia per un passato che lo devasta ancora sotto forma di terribili mal di testa e altre nevrosi. Uccide senza esitare ma non calcola le eccezioni. E la più grande eccezione, la dottoressa Malaspina Marcella, lo aspetta in uno studio psichiatrico...


Alessandro Berselli intervistato da Marilù Oliva
Intervista realizzata da: Marilù Oliva
Pubblicata il 25/04/2010

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