Gionatan Squillace intervistato da Matteo Servili

Libri > Interviste > LaTelaNera.com ha incontrato l'autore del romanzo noir L'inverno dello straniero

Gionatan Squillace intervistato da Matteo Servili LaTelaNera.com ha incontrato Gionatan Squillace, l'autore del romanzo L'inverno dello straniero uscito nel 2010 per Pendragon.


[La Tela Nera]: Come ti sei avvicinato alla scrittura?
[Gionatan Squillace]: Da piccolo amavo disegnare e comporre vignette e piccole storie. Leggevo molto. Il mio scrittore d'infanzia preferito è stato Jules Verne. Ricordo che amavo di più leggere in camera che uscire fuori a giocare.
Scrissi il mio primo racconto lungo all'età di 10 anni. Un racconto picaresco e d'avventura nei mari.
Piano piano, cominciai a osservare in silenzio la mia terra, i gesti, le facce, la routine e la sua natura e cominciai a scrivere piccoli racconti fatti di varia umanità ai bordi della società. Umanità fatta di silenziosa ritualità e calma, passati celati e sigarette sempre accese.
Da lì a poco le mie figure di carta divennero sempre più tenebrose e da qui piano piano il noir.

[LTN]: Come hai conosciuto la casa editrice Pendragon? Come si è evoluto il vostro rapporto? In quali termini avete lavorato insieme sul tuo romanzo?
[GS]: Semplicemente ho inviato il mio dattiloscritto, tra le varie case editrici, anche a Pendragon. Mi ha risposto con positività alla recezione del romanzo. Sono contento di essere stato pubblicato da una casa editrice del genere nel panorama italiano.

[LTN]: Sei nato a Reggio Calabria e vivi a Verona, il tuo romanzo è ambientato in Valle d'Aosta. Cosa ti ha portato a questa scelta?
[GS]: La Val D'aosta è una delle regioni italiane che, a mio parere esprime di più l'inverno.
L'inverno spesso, poeticamente parlando, rappresenta un periodo di crisi. È quello stato che il mio protagonista attraversa con sofferenza interiore. Un inverno fisico e concettuale, quindi. Poi la montagna isola e copre. In questo caso copre la piccola grande tragedia raccontata tra le pagine del libro. Il bello è quando scrivi una storia fredda seduto su una sdraio e col sole in faccia (ride).

[LTN]: L'inverno dello Straniero a tratti ha avuto per me il sapore decadente di certi western crepuscolari. Sei d'accordo?
[GS]: D'accordissimo. Diciamo che lo spaghetti western è una mia passione. Qui ho immesso un po' di tratteggi tipici del genere. Il Risorto, per esempio, è un vero e proprio omaggio a questo filone, che dava ai suoi personaggi questi nomi caratteristici (Sentenza, Keoma, Django, Sabata). Nel mio romanzo ho voluto dare un taglio più incisivo, come se fosse un western post-moderno. Una resa dei conti "traslata" al freddo delle montagne italiane, con i personaggi truci e monolitici del genere. Son contento di esser riuscito nell'intento.

[LTN]: Domanda scontata: considerato quanto scritto nel romanzo, che rapporti hai con la tua famiglia e i tuoi (eventuali) fratelli?
[GS]: Non ho ammazzato nessuno dei miei familiari (ride). Immaginavo questa domanda. In realtà vivo molto bene coi miei familiari. Loro stessi mi hanno incentivato ad andare avanti con il romanzo, una volta iniziato. In effetti la storia è abbastanza intensa, ma quello che ho voluto approfondire è il passato celato, le reazioni di fronte a qualcosa più grande di noi, la ricomparsa di valori umani come la vita e la morte e la repressione familiare.
Tutto secondo un impianto psicologico, dato che ho un debole per le reazioni psicologiche e le dinamiche umane di fronte a situazioni improvvise o impensate. Lo vedo come un thriller esistenziale.

[LTN]: Studi al DAMS di Padova: quanto, di quello che hai imparato lì, è finito nelle tue opere?
[GS]: Il DAMS stimola a ricercare, ricercare e ricecare tra le arti. Promuove la ricerca. Successivamente, quando le idee "sbocciano" tu devi fare il resto. Ho scoperto un bel po' di titoli cinematografici e scrittori di genere che mi hanno aiutato a "levigare" l'opera scritta.

[LTN]: A quali altre figure di anti-eroe ti sei ispirato per il tuo Il Risorto? Solo letteratura o hai pensato anche a personaggi visti nei film?
[GS]: Come detto in precedenza, mi sono affacciato al panorama cinefilo. Ho estrapolato dalle facce dell'anti-eroe western, polizziottesco e anche di certi film di Melville e dei Coen. Insomma, il cinema è stato essenziale per dare nerbo alla mia opera. Sono poi uno scrittore puramente visivo. Immagino la scena, il fotogramma, prima di riprodurlo sulla carta.

La copertina del romanzo L'inverno dello Straniero [LTN]: Nel tuo romanzo è assente una figura tipica delle opere noir: la donna misteriosa da amare/inseguire. L'inverno dello Straniero sembra essere una cosa "tra soli uomini". Perché questa scelta?
[GS]: Ho voluto analizzare il noir secondo un'altra angolazione. La donna da amare (o amata) in realtà è presente nel romanzo, tramite flashback, ma è una figura quasi evanescente, incapace di cambiare le redini della storia. Essenziale figura e punto di riferimento. Una donna fatale ma non conduttrice di una storia "tra uomini". Molto western in questo, ma non esente dai canoni del noir.

[LTN]: Prevedi un sequel per il tuo romanzo? Su cosa stai lavorando ora?
[GS]: No. Il mio romanzo finisce in maniera molto particolare, ma non prevedo un sequel.
Sono all'attivo con un nuovo progetto ma questa volta più "vellutato" e "astratto" rispetto alla prima opera. Senza perdere di vista le reazioni umane, ovviamente.

[LTN]: Cos'altro stai facendo per promuovere il tuo romanzo?
[GS]: Fanpage su Facebook, Festival di letteratura, blog che recensiscono libri, Festival musicali e culturali e non ultimi, dibattiti e giornate a tema letterario in istituti.

[LTN]: Hai un tuo sito web personale dedicato alla tua attività di scrittore? Parlaci di questa tua scelta.
[GS]: Il mio sito si attiverà verso Ottobre. Intanto il mio libro ha una pagina su Facebook. Non disdegno i social network, perchè se usati con equilibrio e con finalità mirate sanno promuovere molto bene.

[LTN]: Hai consigli da dare a chi sta ancora cercando di pubblicare un romanzo?
[GS]: Di non perdere mai il gusto dello scrivere. Di non abbattersi mai di fronte alle critiche denigratorie. E, sopratutto, di scrivere per sè stessi. Il resto verrà dopo.

[LTN]: Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che siano utili a uno scrittore?
[GS]: Ho partecipato e sto attivamente partecipando. I concorsi letterari stimolano molto la creatività. Scrivere, comunque, non deve essere competitivo. Questo è un mio parere. Ma creare qualcosa e sperare in una sua valutazione può accrescere la voglia di partorire soggetti e di avere continuità nello scrivere.


Gionatan Squillace intervistato da Matteo Servili
Intervista realizzata da: Matteo Servili
Pubblicata il 12/07/2011

Da Novità in Libreria:

Fuga vincente di Fabio Mussetta
La maledizione di Fossosecco di Corrado Peli
300 Parole per un Incubo di Scheletri.com

Da Interviste Letterarie:

Brividi thriller da Roma: intervista a Luana Troncanetti
Intervista a Maurizio Campisi: dalla Costa Rica, tra avventura, giallo e denuncia
Quadri maledetti, ore nere e autori horror a Milano: intervista a Yuri Abietti


La copertina del libro Per chi è la notte (Storie dal NeroPremio)

La copertina del libro Figlio del tuono (Storie dal NeroPremio)

Concorsi letterarii in Italia

La classifica dei 10 serial killer più famosi

Simboli Esoterici: significato, origini e uso

Misteri e storie incredibili

Le più spaventose leggende metropolitane

I 10 animali più velenosi al mondo

Il malato mondo dei serial killer

I peggiori disastri della storia umana

Disclaimer e Diritti | Recapiti e Contatti | Questo sito usa i cookie: consulta le nostre privacy policy e cookie policy