Intervista a Raffaella Catalano

Libri > Interviste > L'editor della Dario Flaccovio Editore ci parla di sé e del suo lavoro

Intervista a Raffaella Catalano Sulla graticola de La Tela Nera è arrivato il turno di Raffaella Catalano, curatrice/editor di una delle più coraggiose collane letterarie italiane, la Gialloteca della Dario Flaccovio Editore, che ha dato (e darà) spazio ad autori validissimi ma poco noti o addirittura esordienti.


[La Tela Nera]: Come sei arrivata ad essere editor della Dario Flaccovio Editore e a gestire la sua collana Gialloteca?
[Raffaella Catalano]: Ho cominciato semplicemente inviando un curriculum vitae all'editore e proponendomi come editor e addetto stampa. Segnalavo la mia esperienza nel campo del giornalismo - dodici anni di collaborazione con quotidiani, periodici, emittenti radiofoniche e televisive - e sottolineavo di aver già lavorato per un anno in un'altra casa editrice, la Sellerio, sezione arte. Dario Flaccovio Editore mi ha messa alla prova, e ora sono qui a curare la collana Gialloteca e i rapporti con la stampa.

[LTN]: Quando hai cominciato a "fare l'editor"? Qual è la preparazione necessaria per poter svolgere il tuo lavoro?
[RC]: Ho cominciato nel 2001, nella prima casa editrice per la quale ho lavorato. Ho fatto sempre e soltanto esperienza "sul campo". Prima, quella di scrittura come giornalista e poi anche come correttrice di articoli altrui, sin dal 1992. Tra l'altro, continuo a collaborare con la redazione palermitana de La Repubblica, cosa che mi permette di creare i miei "divertissement" letterari. Infine, l'approdo da Dario Flaccovio Editore, dove sono arrivata poco più di un anno fa. A questo va aggiunto che ho sempre letto molto, sia i classici, sia la letteratura "di genere", per diletto, ma anche con occhi attenti alla struttura e alla forma narrativa, che mi hanno sempre incuriosita.

Raffaella Catalano[LTN]: Quali sono le soddisfazioni maggiori che il tuo lavoro ti porta?
[RC]: Operare all'interno di una casa editrice molto professionale ed efficiente, scoprire splendidi romanzi che rinnovano di giorno in giorno il piacere della lettura e i rapporti con gli autori, dai quali c'è quasi sempre da imparare.

[LTN]: Quali invece le problematiche maggiori?
[RC]: Nessun ostacolo insormontabile, sinora. A volte, però, mi trovo in una posizione un po' scomoda, che è quella di chi deve segnalare, in fase di editing, certe debolezze di un'opera letteraria al suo autore. E alcuni scrittori, specie se esordienti - anche se sono pochi, a dire il vero - non sempre si dimostrano pronti ad accettare con serenità di valutare i suggerimenti proposti, forse perdendo di vista che si lavora tutti con lo stesso scopo: la pubblicazione di un buon prodotto. Ma d'altronde è anche comprensibile: in certi casi, i romanzi sono come figli. Chi accetterebbe di sentirsi dire che il bebè ha il naso un po' storto o che soffre di un leggero strabismo? Ma con il passare del tempo e l'instaurarsi di un rapporto di fiducia anche questi problemi vengono meno.

[LTN]: Per gli editor leggere è quasi come respirare? Quante cartelle leggi al mese? Su quante "lavori"?
[RC]: Dedico quotidianamente alla lettura o agli interventi sul testo tre ore e mezza di fila - o anche di più, se l'urgenza del lavoro lo richiede - per cinque giorni a settimana. Il numero delle cartelle varia, a seconda del tipo di romanzo e degli eventuali intoppi che presenta.

[LTN]: Cosa ha portato la DFE a scommettere sul "giallo"?
[RC]: Interpretando il pensiero dell'editore, penso di poter dire che è stato il gusto per la scommessa. E, perché no, il desiderio di offrire uno spazio ai tanti autori validi che non riuscivano a far valutare le proprie opere ad altre case editrici, più grandi e più impegnate di noi, ma a volte anche meno aperte agli esordienti o alla narrativa italiana in genere.

[LTN]: Sei soddisfatta dei risultati ad oggi raggiunti dalla Gialloteca?
[RC]: Qualitativamente, credo che sia una collana di ottimo livello. Ma guai a considerare raggiunto un qualsiasi risultato: tutto si può sempre migliorare. L'unico dispiacere è che, dato che Gialloteca non è la collana di un colosso dell'editoria - con le varie porte che l'essere grandi spalanca - non ha ancora ottenuto da certa stampa e dai periodici specializzati l'attenzione complessiva che forse meriterebbe. Si spera, insomma, che qualcuno segnali a un pubblico più vasto, rispetto a quello degli appassionati del genere, che Gialloteca è nata, che esiste. Poi saranno i lettori a stabilire se i volumi che offre sono validi o no. Ma la collana è ancora molto giovane e io sono fiduciosa.

[LTN]: Come selezioni le opere che finiranno nella Gialloteca? E' tutto materiale che vi giunge in redazione spedito dagli autori? O utilizzate anche altri canali?
[RC]: Gli autori spediscono gli inediti e noi li valutiamo. L'unica eccezione riguarda le due antologie che abbiamo pubblicato sinora, "Duri a morire" e "Le ragazze con la pistola", per le quali sono stata io a contattare gli scrittori, emergenti o affermati che fossero, e chiedere loro un racconto.

[LTN]: A breve pubblicherete il romanzo d'esordio di Nicola Verde, vincitore lo scorso anno del premio Lama e Trama. Come casa editrice quanta importanza date ai risultati dei maggiori concorsi letterari italiani? Possono veramente essere un trampolino di lancio per la pubblicazione?
[RC]: Leggendo il romanzo di Nicola Verde, "Sa morte secada", mi sono lasciata trasportare dalla storia e non ho tenuto conto del fatto che l'autore avesse vinto un concorso, seppure interessante come Lama e Trama. D'altra parte, Verde non si è piazzato in cima alla classifica di Maniago con questo romanzo, ma con un racconto. In ogni caso è evidente che se gli autori sono stati selezionati da una giuria di esperti, come quella di Lama e Trama, offrono alcune garanzie dal punto di vista della qualità della scrittura. Ma ben venga anche chi non ha mai partecipato ai concorsi: in Gialloteca c'è spazio per la buona letteratura e magari alcuni ottimi autori esordienti non si sono mai cimentati in una "gara" di narrativa. E questo è il caso di Gery Palazzotto, giornalista da anni, ma scrittore all'esordio: pubblicheremo a giugno il suo "Di nome faceva Michele", un romanzo dal meccanismo impeccabile e molto interessante anche nel linguaggio, che non ha nulla da invidiare a molte opere vincitrici di concorsi.

[LTN]: Sono un aspirante autore che desidera sottoporre alla casa editrice un suo romanzo: cosa devo fare? Cosa NON devo fare?
[RC]: Una cosa da non fare, nel caso di Dario Flaccovio Editore, è inviare opere inedite su supporto elettronico. Niente floppy né e-mail con filein allegato. Preferiamo ricevere dattiloscritti rilegati e inviati per posta. Sono necessarie anche una sinossi dell'opera e una scheda dell'autore completa di tutti i recapiti. Un altro consiglio: mai spedire testi scritti con font bizzarri o con interlinea e margini inesistenti: tutto questo rende molto più difficile la lettura.

[LTN]: Quali sono gli errori più comuni che gli aspiranti autori commettono nelle loro opere? Puoi dare loro qualche semplice consiglio per migliorarne la qualità?
[RC]: In primo luogo, leggere e rileggere un'opera varie volte prima di spedirla a un editore, magari lasciandola sedimentare un po' tra una revisione l'altra: ci si accorgerà più facilmente delle sue debolezze e si  potrà porvi rimedio in tempo. Poi, verificare che - creatività e buone idee a parte - si sia in possesso di solide basi di grammatica e sintassi: spesso, ahimè, leggo storie interessanti, ma infarcite di errori da scuola elementare. Infine, leggere moltissimo e analizzare i testi anche nel linguaggio e nella struttura.

[LTN]: La Tela Nera non disdegna certo il noir e il giallo moderno, ma è principalmente orientato ai generi che gravitano nell'orbita HORROR. In un mercato italiano "impermeabile" alla produzione nostrana di questo tipo, ha ancora senso per un aspirante scrittore dedicarsi a questi generi? O conviene maggiormente buttarsi sul "giallo contaminato" come sembrano fare tutti?
[RC]: Il giallo vende e questo è un dato di fatto. Per un editore, a volte la narrativa è un rischio, un salto nel buio, e non sempre è un "affare", nel senso di un'operazione che abbia un immediato ritorno economico. Quindi talvolta si cerca di andare sul sicuro. Di conseguenza, gli esordienti che puntano sul giallo, o sulla contaminazione dei generi cosiddetti "popolari", potrebbero avere qualche opportunità in più. Ma se un romanzo è valido, che sia un mistery o no, prima o poi potrà trovare comunque uno sbocco. E Dario Flaccovio Editore, in questo senso, riserverà presto
alcune soprese ai lettori e agli aspiranti scrittori di generi letterari che per antonomasia si ritengono poco commerciali. Basterà attendere il prossimo inverno per scoprire che la casa editrice è pronta alla sfida anche in altri campi.

[LTN]: Progetti futuri?
[RC]: Nell'ambito di Gialloteca pubblicheremo due nuovi volumi a dicembre: "Robinia Blues", un giallo "generazionale" di Valter Binaghi e un romanzo "contaminato" di Gianfranco Nerozzi. Da editor, mi sto occupando anche di una collana di narrativa mainstream che sarà in libreria a Natale e accoglierà esordienti e autori di spicco della letteratura italiana. Tra questi ultimi posso anticipare il nome di Luigi Bernardi, autore di un bellissimo romanzo che sarà fra i primi tre volumi della collana.

[LTN]: Come credi che sarà la tua vita professionale tra cinque anni?
[RC]: Mi auguro che per allora avrò a casa e in ufficio un affollatissimo scaffale di libri dal dorso giallo e nero: i nuovi e numerosi volumi di Gialloteca, che da collana esordiente sarà diventata un pilastro della narrativa popolare italiana.

[LTN]: Ringraziamo Raffaella per la sua disponibilità...

Intervista a Raffaella Catalano
Intervista realizzata da: Alessio Valsecchi
Pubblicata il 13/05/2004

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