Intervista a Mario Farneti

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Intervista a Mario Farneti Mario Farneti è nato Gubbio, in Umbria, nel 1950. Giornalista professionista, saggista e documentarista, è laureato in Scienze Politiche. Abita a Roma, dove lavora presso un’importante agenzia televisiva internazionale, ma ha vissuto per lungo tempo a Fano nelle Marche, dove negli anni Settanta è stato tra i fondatori di una delle prime televisioni libere del nostro paese. Ha pubblicato, negli ultimi quindici anni, vari saggi sulle tradizioni della sua città natale e ha realizzato molteplici documentari televisivi. Nel 1989 e nel 1991 si è classificato ai primi posti al Premio J.R.R. Tolkien per la narrativa fantastica. La sua notorietà è però balzata alla cronaca nel 2001, con il suo romanzo di storia alternativa Occidente che ha suscitato un’entusiastica accoglienza della critica, anche di quella internazionale che gli ha dedicato recensioni su numerose testate straniere e persino un articolo su otto colonne nel prestigioso The Times di Londra. Nel 2005, il secondo romanzo della serie, Attacco all’Occidente, si è classificato al primo posto al Premio Nazionale di Narrativa Fantastica “Le Ali della Fantasia”. Il terzo romanzo della serie, Nuovo Impero d’Occidente, è in libreria da poche settimane.


[La Tela Nera]: Perché scrivere SF? Molti sostengono che dopo Hyperion non ci sia più nulla da aggiungere, che cosa possono offrire i suoi romanzi?
[Mario Farneti]: The Hyperion Cantos furono scritti da Simmons alla fine del XX secolo. Il secolo scorso. Se vuole intendere che la fantascienza del secolo scorso si chiude con questa tetralogia, sono d’accordo con lei: alla SF del XX secolo non c’è null’altro da aggiungere. Ma Occidente è uscito nel 2001, cioè nel XXI secolo. Il mio è stato uno dei primi romanzi di SF non solo del nuovo secolo ma anche del nuovo millennio. A distanza di cinque anni, Occidente è ancora in libreria e presto sarà disponibile anche in edizione economica, così come Attacco all’Occidente e per di più in questi giorni è uscito il terzo episodio: Nuovo Impero d’Occidente. Dei miei libri hanno parlato diffusamente i principali giornali italiani; all’estero, il Times di Londra ha pubblicato una recensione con un titolo a otto colonne. Se non avessi offerto qualcosa di nuovo, pensa che sarebbe avvenuto tutto questo?

Mario Farneti - Occidente [LTN]: Quella dell'ucronia è una scelta interessante, e mi sembra atipica nella SF italiana. Il romanzo Contropassato prossimo di Guido Morselli l’ha in qualche modo influenzata?
[MF]: Quella dell’ucronia, o storia alternativa, proprio perché atipica per il nostro paese, era una scelta che prima o poi andava fatta. E, dai risultati, credo che sia stata una scelta giusta, perché dopo di me si sono cimentati in questo campo nuovi autori, con opere tutt’altro che trascurabili. Per quanto riguarda Morselli, no, non sono stato influenzato direttamente da lui, anche se lo ritengo, nel nostro paese, un precursore la cui opera andrebbe maggiormente valorizzata.

[LTN]: Perché ha scelto la figura di Mussolini?
[MF]: Ho toccato volutamente il periodo del Ventennio perché volevo fare un’opera che rompesse la gabbia del “politicamente corretto” che per me è sinonimo di conformismo. Io ritengo che il fascismo sia stato un fenomeno storico importante e originale che si è concluso con la morte del suo fondatore, Benito Mussolini. Oggi, nel XXI secolo, fa un po’ ridere che in Italia si parli ancora di contrapposizione tra fascismo e antifascismo. Come si fa ad essere contro o a favore di qualcosa che non esiste più? Forse sarebbe il caso che gli italiani considerassero questo capitolo della loro storia con maggiore obiettività e senza paure infondate, accettandolo per intero. È questo l’unico modo per chiudere con il passato e per guardare con serenità al futuro senza complessi di colpa o di inferiorità.

[LTN]: Un ritmo incalzante, salgariano direi. Anche la figura del tribuno Romano Tebaldi ricorda gli eroi salgariani. Quanto ritiene di essere stato influenzato da questo autore?
[MF]: È vero, per certi versi mi sono ispirato a Salgari, un autore che mi ha sempre ammaliato per la grande fantasia e per il ritmo veloce della narrazione. E poi Salgari costruiva le sue storie su principi elementari, ma allo stesso tempo essenziali, come il coraggio, l’amicizia, il sacrificio, la lealtà, l’altruismo. I suoi eroi sono positivi e vincenti, come i miei.

[LTN]: Non le sembra che di avere approfondito poco la psicologia dei personaggi?
[MF]: Sì, è vero, ma non mi interessava farlo per due motivi: il primo, perché intendevo dare ai miei personaggi una luce di solare positività, affinché si muovessero in una realtà senza zone intermedie tra luce ed ombra. Il secondo motivo sta nel ritmo incalzante della narrazione. Se avessi approfondito la trama psicologica, ciò sarebbe andato a scapito dell’azione, che per me, in questo contesto, ha un ruolo preminente.

Mario Farneti - Nuovo Impero d'Occidente [LTN]: Devo riconoscere però che i suoi testi sono ricchi di particolari, e che talora sembrano anticipare eventi futuri.
[MF]: Il mio passato di antiquario e un’esperienza anche di arredatore nella fiction mi hanno aiutato nella ricostruzione ambientale molto accurata. Per quanto riguarda la seconda notazione, devo dire di essermi meravigliato io stesso di questa mia capacità di predire gli eventi. In Attacco all’Occidente inventai macula, un virus moto simile alla SARS, prima ancora che questa malattia si manifestasse.

[LTN]: Per quanto gli scenari narrativi siano vasti sin dal primo volume, Occidente, la lettura dell’intero ciclo lascia l’impressione che lei abbia scritto la continuazione su richiesta, e non che sia tutto un ciclo progettato fin dalla sua genesi.
[MF]: La sua sensazione corrisponde alla realtà. Occidente, il mio primo romanzo, fu una scommessa, che però vinsi, tanto che i lettori mi chiesero di scrivere il seguito e ciò si è ripetuto anche dopo Attacco all’Occidente. La stessa cosa sta avvenendo oggi, dopo la pubblicazione del terzo episodio, Nuovo Impero d’Occidente. Ho la fortuna di avere lettori molto affezionati che non si stancherebbero mai di leggere i miei libri. Penso però che non scriverò il quarto episodio, ma il primo della seconda trilogia che, sebbene collegata storicamente al ciclo di Occidente, svilupperà nuovi personaggi e nuove situazioni in un contesto del tutto originale.

[LTN]: Nodale risulta il tema dei dischi volanti. Quanto pensa ci sia di vero?
[MF]: Durante la prima metà del XX secolo, furono molti gli studiosi e i ricercatori che tentarono di sviluppare un tipo di aviazione rivoluzionaria rispetto a quella tradizionale non solo in Germania, ma anche in Italia. I famosi Files Fascisti scoperti e divulgati dagli ufologi Alfredo Lissoni e Roberto Pinotti rivelano poi un capitolo molto interessante che coinvolge lo stesso Mussolini che si interessò del problema degli UFO già dagli anni Trenta costituendo una struttura investigativa chiamata Gabinetto RS/33, presieduta da Guglielmo Marconi. Sembra infatti che nel 1933 una misteriosa navicella spaziale fosse caduta nei pressi di Varese e che il governo avesse messo in atto un’azione di cover-up per nascondere al pubblico la notizia.

Mario Farneti - Attacco all'Occidente [LTN]: Nei suoi romanzi emerge l’idea di una storia segreta che sfugge a chi la studia. Da dove nasce questa sua visione della Storia?
[MF]: Nasce ad esempio dalle rivelazioni che sono emerse proprio in questi ultimi anni circa l’esoterismo nazista che risulta addirittura predominante sull’aspetto ideologico. Si tratta di una dimensione fino ad oggi inesplorata che è al vaglio di autorevoli storici e politologi. Io ritengo che molti avvenimenti non siano sempre decifrabili attraverso i mezzi d’indagine offerti dalla critica storica tradizionale, ma che esista un substrato nascosto con implicazioni di tipo iniziatico o esoterico che mette in relazione fra loro personaggi in apparenza lontani per estrazione sociale e matrice ideologica. Questo tipo di intreccio è una parte fondamentale dei miei romanzi, dove spesso la trama si sostiene su un ordito che sfugge alla comprensione anche dei protagonisti.

[LTN]: A marzo esce la serie a fumetti Gli Albi di Occidente, tratta dall’omonimo romanzo. Ha trovato sostanziali differenze nel modo di narrare?
[MF]: Sì, il modo di narrare è molto differente. Ciò che si dà per scontato nel campo della narrativa, no lo è affatto per il fumetto, che possiede regole espressive proprie, molto precise e anche molto rigide. In ogni caso si tratta per me di una nuova sfida che ho deciso di affrontare con un gruppo di giovani preparati ed entusiasti. Parlo dei disegnatori e dei soggettisti della Cagliostro ePress, che hanno già maturato una valida esperienza nei fumetti on-line e che presto pubblicheranno Gli Albi di Occidente che potranno essere acquistati nelle fumetterie di tutta Italia. Nell’anno corrente usciranno quattro Albi che conterranno anche storie inedite.


Intervista a Mario Farneti
Intervista realizzata da: Marco Milone
Pubblicata il 13/02/2006

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