Recensione
Non avere paura del buio

Non avere paura del buio: visiona la scheda del film Una pellicola prodotta e sceneggiata da Guillermo del Toro (Hellboy 2 - The Golden Army, Il Labirinto del Fauno, La Spina del Diavolo) non può che farsi guardare molto volentieri, soprattutto per capire meglio "dove vanno" l'immaginario e la poetica di questo interessantissimo regista.

Ma questo atteso Non avere paura del buio (Don't Be Afraid of the Dark) non l'ha girato del Toro, bensì il suo protetto Troy Nixey, qui al debutto. Il neo regista si aggira nei "labirinti fauneschi dell'immaginario deltoriano", omaggiando e cercando di non schiacciare i piedi al maestro, e tentando anche di dire qualcosa di personale.
Ci riesce?

Assolutamente no.

Monumentale è infatti l'allestimento scenografico, costituito principalmente da una enorme casa ottocentesca, ripresa in lungo e in largo in uno stile che fa sommessamente (e pateticamente) l'occhiolino al kubrickiano "Overlook Hotel". Ma qui non c'è traccia di alcuno "shining", c'è solo una bimbetta (neanche tanto simpatica) che a differenza dei suoi coetanei non ha paura di nulla, tantomeno di cantine muffose e oscure abitate da orridi animaletti schifosi e aggressivi, alla faccia di ogni ragionevole teoria del trauma infantile.

La nostra Sally è inoltre incastrata all'interno di una sceneggiatura molto stantia e polverosa, che la vede edipicamente rivaleggiare con la nuova, bella, formosetta fidanzatina di papi, che naturalmente stravince su di lei in fatto di seduzione femminile. Questo rende Sally invidiosa e cattiva al punto da diventare inconsapevole medium verso l'aldilà dei mostriciattoli mordaci, i quali rappresentano il suo stesso odio.

Originale, vero?
Ci pareva in verità di aver già visto lo stesso canovaccio narrativo in Coraline (2009), di Henry Selick, ma Nixey non sembra affatto curarsene, tirando dritto per la sua strada, probabilmente ritenuta originale.

Non così risulta però allo spettatore, che, memore di Coraline, si aspetta che da un momento all'altro Sally sia risucchiata (finalmente!) dalla bocca del forno in cantina, ed entri nell'altro mondo fantastico, abitato da mostruose creature dai volti familiari.

Ma in Non avere paura del buio non accade neppure questo, e l'unica sequenza interessante rimane quella dell'attacco a Sally da parte dei mostriciattoli rattiformi, nella grande biblioteca. Ben poca cosa tuttavia, e soprattutto scarsamente perturbativa dei nostri animi avvezzi a ben altre bombe emotive.

I "genitori" di Sally (interpretati da Guy Pearce, Memento, e Katie Holmes, The Gift - Il Dono) sono poi praticamente l'antitesi di Jack e Wendy di Shining: sono cioè due marionette legnose e inespressive al massimo grado dell'umana possibilità di rappresentazione: peccato però che non dovessero qui interpretare delle marionette...

Un gran pasticcio, insomma, una fricassea di luoghi comuni condensati in 99 minuti di pura noia pseudo-neogotica, intinta per qualche secondo in una salsina à la del Toro, il cui aroma cinematografico si disperde subito, non appena addentiamo il boccone.

Ci domandiamo quindi come mai il grande chef Del Toro abbia desiderato così ardentemente porre il suo imprimatur su una pellicola così poco comunicativa, espressiva, perturbativa come Don't Be Afraid of the Dark.

Discorso affine va fatto per l'utilizzo dei "mostri", che sono di una banalità a dir poco sconcertante, e, piuttosto, molto simili ai folletti che fanno i cassieri nella Banca di Harry Potter: ciò che di meno "mostruoso" si possa mai vedere in un film.

Il regista ce li mostra poi col contagocce, e solo a circa tre quarti di pellicola riusciamo a scorgerne la faccia, che sembra un "bu-bu-settete" da scherzetto di Halloween abbandonato in soffitta da qualche bimbetto annoiato dalla noiosa provincia americana che lo circonda.

Il film non si fa apprezzare da nessun punto di vista, neppure da quello della colonna sonora (di Marco Beltrami e Buck Sanders), nè da quello della fotografia (di Oliver Stapleton), che insiste sui toni acidi, forse per imprimere vanamente un senso di "decadenza ottocentesca" a una storia che non ne sente proprio la necessità.

Non avere paura del buio: film molto deludente e poco credibile, sconsigliato.


Recensione originale apparsa il 21/11/2011 su Ulteriorità Precedente, il blog di Angelo Moroni.


Titolo: Non avere paura del buio
Titolo originale: Don't Be Afraid of the Dark
Nazione: Australia, USA
Anno: 2010
Regia: Troy Nixey
Interpreti: Guy Pearce, Katie Holmes, Bailee Madison, Alan Dale, Julia Blake, Nicholas Bell, Edwina Ritchard

Recensione del film Non avere paura del buio
Recensione scritta da: Angelo Moroni
Pubblicata il 29/11/2011


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