Recensione
Tonight She Comes

Tonight She Comes: visiona la scheda del film In questo fantastico 2017 horror mancava ancora un film che potesse rappresentare degnamente quella particolare sottocategoria che io definisco come “WTF movie”.

Non è facile stabilirne con precisione le caratteristiche: ha qualche parentela con il weird (che, quando si parla di cinema, è roba molto, molto diversa dal weird letterario) ma non è mai abbastanza “strano” da poter ricadere in quel genere.

Cercando un po’ di sintesi direi che il WTF è quel tipo di horror, obbligatoriamente assai indipendente, nel quale parecchie scene ti fanno mormorare (o urlare, a seconda delle attitudini) “ma che cazzo?!” [Waddafuk!, "What the F**k" NdR].

Comportamenti illogici, quadretti assurdi, recitazioni super-caricaturali, eccessi gore/splatter, sceneggiature exploitative e inconcludenti, scarsissimo interesse per le psicologie e la costruzione della storia: sono tanti e vari gli ingredienti degli horror WTF, che pur condividendo della genetica con vari sottogeneri, riescono ad avere una qualità finale ben più alta dai consueti cloni di cloni, in modo spesso totalmente inaspettato in quanto sulla carta la ricetta appare quasi sempre disastrosa.

Recentemente vi è una certa facilità, in molti blogger e critici specializzati, nel parlare di recupero degli anni Ottanta, attitudine che a me pare più che altro pavloviana, motivata da pochi stimoli e spunti che sembrano immediatamente sufficienti per citare quel periodo, odiato o amato che esso sia, senza una riflessione più attenta.

Essendo Tonight She Comes, per una buona parte, uno slasher in ambiente rurale, ecco che subito parte l’associazione obbligatoria, ma di anni Ottanta c’è pochino in questo secondo lungometraggio del promettente Matt Stuertz, che qui scrive, dirige, produce e monta.

Che Stuertz potesse farsi un nome nell’horror un po’ lo si era già capito dallo strambo (ma debole) RWD del 2015 e mi dispiace molto non essere ancora riuscito a pescare nei torrenti l’antologico World of Death (2016) perché sono molto curioso nei confronti del suo segmento, Mindless.

In Tonight She Comes, volendo stendere una succinta sinossi, assistiamo inizialmente a quello che sembra essere il suicidio di una ragazza incinta, che si squarcia il ventre in un bosco.

Dopo questo incipit facciamo conoscenza con Lindsey e Ashley, due tipe allegre e scherzose che stanno recandosi nella casa (immersa nei boschi) di Kristy per far festa.

Kristy è irraggiungibile al telefono ma ciò non vieta alle due di sistemarsi in casa sua, mettendosi in topless e cominciando a bere e prendere il sole. I loro destini si incrociano con quelli James, apprendista postino, e Pete, il suo amico pervertito.

Segue obbligatoria festicciola con bevute e tentativo di sesso, ma da lì tutto precipita, velocemente e in modo assurdo.

La rediviva Kristy appare, coperta di sangue e apparentemente indemoniata nonché intenzionata a sterminare tutto quel che gli si para davanti, tre dei quattro ragazzi trovano riparo e aiuto presso una improbabile famiglia di redneck dedita a misteriosi e poco credibili culti esoterici.

Seguiranno trenta e più minuti di sangue, rituali, violenza e splatter per alcuni versi over the top, con Kristy che cerca in tutti i modi di uccidere chiunque, nonostante sigilli di protezione e tampax salvavita.

Stuertz frulla un sacco di influenze, citazioni (Venerdì 13 su tutte) e, più che altro, metodi e tattiche: dallo score super-carpenteriano di un Wojciech Golczewski che ormai comincia a essere compositore di una certa importanza per l’horror contemporaneo (Late Phases, We Are Still Here, Beyond the Gates), alla mdp proteiforme di Chris Benson, che alterna momenti stalker con pov del killer/stalker a primi piani e dettagli più insistiti su momenti abbastanza tosti; dalla situazione, già menzionata, da slasher giovanile nei boschi alla mutazione satanista dell’ultima, magnifica, mezz’ora emogeyser.

Ma siamo per fortuna distanti da certa sterile metariflessione sul genere, attitudine che è in continuo diminishing return da quando è iniziata a metà Novanta: Matt Stuertz arriva anche e tutto sommato spesso a farci ragionare sull’horror e a ridere di determinate scene, ma miscela il suo operato con una più che sufficiente dose di devianza, originalità, cattiveria, eccessi e caricature, così da giungere a un risultato ben personale, serio nonostante l’humor cattivo e nero, che differenzia facilmente Tonight She Comes da prodotti apparentemente analoghi.

Ad aiutarlo, e devo ammettere che non so quanto il tutto sia volontario e cercato, c’è la recitazione di buona parte del cast. Vuoi per inesperienza (il solo Frankie Ray ha un curriculum di qualche sostanza nel quale segnalo, rimanendo nel 2017, l’altalenante, mal diretto e montato ma comunque recuperabile The Ice Cream Truck), vuoi per precisa direzione artistica, tutti gli attori recitano o sopra le righe, o in modo eccentrico, o, nuovamente, in maniera caricaturale e grottesca.

L’accento e il ritmo del parlato del Francis di Frankie Ray sono a tratti irritanti ma alla fine penetrano, rimangono in testa e definiscono il personaggio (amo sentirlo pronunciare il nome di sua figlia, inimitabile); Larissa White ha buon piglio e risulta buffa in modo amorevole e Jenna McDonald, beh, quando arriva ruba la scena a tutti quanti, ha i giusti occhi spiritati per la situazione e comanda la mal assortita truppa verso lo sguaiato e delirante finale.

Dal Nicole, infine, nei non-panni di Kristy, è una inarrestabile e impassibile macchina di morte e distruzione.

Qualche paragrafo fa ho menzionato un tampax, e gli assorbenti sono anomali protagonisti in questo 2017 horror: ne abbiamo visto uno usato in modo eccellente poco tempo fa in It Stains the Sands Red e qui Matt Stuertz pigia decisamente sull’acceleratore del disgusto, annunciandone la presenza a inizio film e trasformandolo quindi in elemento basilare del rito finale.

Le mestruazioni rimangono ancora un tabù per molti maschietti e in Tonight She Comes il tampax potrebbe provocare qualche conato ai più sensibili.

E parlando di maschietti, nessuno di loro riesce a fare mezza bella figura in tutto il lungometraggio: Pete è chiaramente un idiota buono solo a masturbarsi, Francis tratteggia un padre di famiglia che non ha il controllo della situazione e Philip risulta praticamente inesistente e non pervenuto.

Rimane James, quello messo peggio di tutti: non sa leggere gli indirizzi, si fa perculare e manipolare a destra e manca dalle due ragazze, è inetto al punto da farsi male tentando di aprire le porte, non riesce nemmeno a rompere un vetro e… E dura ben sei secondi quando deve mettere alla prova la sua virilità: niente male davvero.

In chiusura, mentre scorrono i credits, arriva Something Else di Nathan Eswine, una ballata pop che, pur priva di qualsiasi elemento distintivo, stacca in maniera efficacissima rispetto al massacro degli ultimi trenta minuti, e ribadisce il fatto che sì, Tonight She Comes è davvero ben altra cosa rispetto a molto horror, recente e non.


Titolo: Tonight She Comes
Titolo originale: Tonight She Comes
Nazione: USA
Anno: 2016
Regia: Matt Stuertz
Interpreti: Larissa White, Jenna McDonald, Dal Nicole, Frankie Ray, Cameisha Cotton, Adam Hartley, Nathan Eswine, Brock Russell

Recensione del film Tonight She Comes
Recensione scritta da: Elvezio Sciallis
Pubblicata il 20/09/2017


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