Jean Ray, il Lovecraft europeo del fantastico e del perturbante

Lo scrittore fiammingo Jean Ray va considerato uno dei più grandi autori della letteratura fantastica moderna...

Jean Ray, il Lovecraft europeo del fantastico e del perturbante Lo scrittore fiammingo Jean Ray (1887-1964) va considerato, assieme a H.P. Lovecraft, il più grande autore della letteratura fantastica moderna: il suo profilo cupo, una sorta di "gargoyle" della letteratura gotica scruta, dall’alto di una cattedrale inquietante, gli orrori che si celano all’interno dell’animo umano.

Jean Ray - che ha scritto anche sotto lo pseudonimo di John Flanders - ci ha lasciato un’eredità letteraria che comprende numerosi e memorabili racconti fantastici e due romanzi fra cui il romanzo capolavoro Malpertuis, da cui il regista Harry Kumel ha tratto un buon film nel 1971 con Orson Welles.

Malpertuis è un’antica e tetra magione fiamminga, simbolo del male e della demonologia, dove il suo proprietario, lo zio Cassave, tiene "prigionieri" un gruppo di persone a causa di un oscuro testamento. In questo romanzo Jean Ray fa rivivere gli Dei dell’antica Grecia: la sua è però una sorta di mitologia capovolta in cui le antiche divinità assumono le forme di squallidi e miserevoli esseri umani. Vi troviamo così le Eumenidi sotto forma di miserevoli zitelle assieme ad altre divinità pagane.

La mitologia viene quindi stravolta e rimodellata da Jean Ray in modo dissacrante ed "eretico". In realtà, la tematica della "Morte degli Dei" e della loro resurrezione sotto diverse spoglie non è nuova e attraversa tutto l’800 come nel celebre Gli Dei in esilio di Heinrich Heine.

Lo scrittore Jean RaySono molti gli scrittori che hanno sfruttato queste tematiche: ricordiamo il gallese Arthur Machen con il suo Gran Dio Pan e il Piccolo Popolo, Lord Dunsany con gli Dei di Pegana e, dall’altra parte dell’oceano, il celebre H.P. Lovecraft con la sua cosmogonia impazzita.

L’approccio dello scrittore fiammingo, rispetto al solitario di Providence, è più tradizionale e sfrutta maggiormente gli archetipi consolidati della narrativa fantastica, pur trattati in maniera originale e moderna. Tuttavia alcuni collegamenti sono possibili come è possibile notare leggendo il racconto capolavoro Il Gran Notturno, manifesto della poetica di Jean Ray. In questa memorabile storia, ambientata a Gand, minacciosi e oscuri ricordi d’infanzia prendono la forma di inquietanti incubi onirici che ci conducono nelle dimensioni di un universo diverso dal nostro: quello appunto dove regna Il Gran Notturno. 

Jean Ray sviluppa quindi efficacemente in questa storia la tematica delle dimensioni ignote infestate da esseri terribili. Il Gran Notturno rappresenta così una sorta di messaggero delle grandi potenze delle tenebre (che  ricordano i Grandi Antichi "lovecraftiani") e in questo senso si avvicina al celeberrimo Nyarlathotep creato da H.P. Lovecraft. 

Malpertuis, di Jean RayIn realtà, come ha fatto acutamente notare Jacques Van Herp nel Cahiers de l’Herne, monumentale e fondamentale volume di saggi dedicato a H.P. Lovecraft pubblicato in Francia nel 1969, Jean Ray e il solitario di Providence non si erano mai letti a vicenda. L’influenza comune era probabilmente costituita dalla lettura dell’opera di William Hope Hodgson, uno scrittore da entrambi ammirato e citato, come si può evincere dai numerosi racconti di ambientazione marinara scritti da Jean Ray, fra cui è impossibile non citare Il Salterio di Mayence, dove il delirio raggiunge vette inarrivabili nella visione incubica di una fantasmagorica città sottomarina che ricorda la celebre R’Lyeh di lovecraftiana memoria.

Lo scrittore fiammingo è profondamente radicato e immerso nella cultura europea e in particolar modo del Nord Europa: le ambientazioni dei suoi scritti si svolgono infatti, come abbiamo visto, a Gand (sua città natale) ma anche ad Amburgo, dove è ambientato "Il vicolo tenebroso", un’altra delle sue prove più efficaci dove Jean Ray esplora la tematica della multidimensionalità della realtà in maniera esemplare, restando sempre però ancorato a figure tradizionali del fantastico come le Strigi (antichi uccelli vampiri secondo la leggenda dell’antica Roma) e sfruttando uno stratagemma tipico del genere gotico come quello del manoscritto ritrovato.

Jean Ray è uno scrittore fantastico di razza, e come tutti gli scrittori del genere, è un istintivo e scrive di getto, secondo l’ispirazione del momento, con una tecnica che lo avvicina alla scrittura automatica: da questo punto di vista non può non venire in mente ancora lo stesso Lovecraft, scrittore che spesso scriveva i suoi racconti dopo essersi svegliato da "incubi notturni" in uno stato di dormiveglia come in Nyarlathotep.

Jean Ray stesso ha ammesso di aver scritto la gran parte dei racconti dedicati al celeberrimo "detective dell’occulto" Harry Dickson di notte e senza sosta, quando l’ispirazione lo sorreggeva. Harry Dickson è l’ennesimo esempio della figura ipersfruttata, nella narrativa fantastica, del "detective", anche se non è errato accostarlo al Carnacki di Hodgson più che ad altri celebri figure simili come Sherlock Holmes: infatti spesso Harry Dickson si imbatte nel soprannaturale e nella mitologia deformata che tanto affascinava lo scrittore belga.

Molto apprezzato in Francia, grazie agli sforzi della mitica rivista di fantascienza Fiction e alla pubblicazione nel 1961, presso Marabout, della sua celebre raccolta di racconti Les 25 meilleures histoires noires et fantastiques, Jean Ray è purtroppo ancora poco conosciuto in Italia.

Dopo la leggendaria raccolta dei 25 racconti neri e fantastici (oggi una copia di questo volume viaggia sui 150-250 € di quotazione) apparsa presso Baldini & Castoldi nel 1963, Sugar ha pubblicato nel 1966 il Malpertuis poi rieditato da Mondatori negli anni ’80.

Malpertuis, di Jean RayQuindi su di lui è calato un deplorevole silenzio con due eccezioni: la prima è stata la pubblicazione nel 2007, da parte delle edizioni Profondo Rosso, de La casa stregata di Fulham Road, un volume di racconti e contributi vari che aveva il merito di presentare per la prima volta in Italia una piccola selezione del ciclo di Harry Dickson. L’altra è rappresentata dalle Edizioni Hypnos che, nel 2011, hanno pubblicato l’antologia Il Gran Notturno, un volume che si avvale della competente introduzione di Franceso Lato e che ha il grande merito di presentare una scelta di racconti, alcuni inediti nel nostro paese, del notevole "corpus" afferente il fantastico prodotto dalla penna "rayana" fra cui Il Gran Notturno, Storchaus o la casa delle cicogne, altro capolavoro incentrato su una casa infestata e Denti d’oro, storia non soprannaturale ma molto convincente nella sua vena macabra e gotica.

I racconti inediti confermano il talento e la vena fantastica dello scrittore di Gand, che spazia con grande maestria fra soprannaturale e "weird" ambientando i suoi incubi in tetre cittadine del Belgio, della Germania e anche a Londra. In particolare sono da segnalare Cochrane e Jones, una storia surreale a metà fra fantastico e psicoanalisi, e Gli occhi di Mathilda Smith, inquietante analisi di una psicologia deviata. Notevole anche Drummer-Hinger, che si avvale di un’idea, quella di un treno che conduce alle regioni infere, che verrà sfruttata successivamente da Robert Bloch.

Nel 2013 le Edizioni Hypnos hanno reso disponibile I racconti del Whisky, un altro interessantissimo volume di Jean Ray. Si tratta del primo libro pubblicato in Belgio dal maestro di Gand. È auspicabile che l’editore, in futuro, pensi magari a ristampare il romanzo La cité de l’indicible peur, altra gemma essenziale nella sua sterminata produzione.

Jean Ray è uno dei grandi del fantastico europeo e uno degli ultimi scrittori autenticamente "weird" nell’accezione più estesa che assume questo termine. L’evoluzione del gotico moderno ha invece assunto direzioni più rassicuranti e conservatrici, facendo perdere il piacere per un certo tipo di fantastico "delirante" che non trova più sbocchi nel mondo superficiale in cui viviamo. Si è perso così purtroppo il gusto per il "weird" e per il fantastico più creativo e cosmico di scrittori come Arthur Machen, William Hope Hodgson, M.P.Shiel e Clark Ashton Smith. Ma l’epoca in cui scriveva Jean Ray non è poi così lontana.

In fondo l’antica magione di Malpertuis proietta ancora la sua sinistra ombra in qualche oscura via dimenticata di qualche immaginaria cittadina belga e vive nell’animo corrotto di qualche antico Dio dimenticato!


Bibliografia italiana essenziale:
25 racconti neri e fantastici - Baldini & Castoldi - 1963
Malpertuis - Sugar - 1966
Malpertuis - Horror 7, Mondadori - 1990
La casa stregata di Fulham Road e altri orrori - La Biblioteca di Profondo Rosso n. 12 - 2007
Il Gran Notturno - Edizioni Hypnos - 2011
I racconti del Whisky - Edizioni Hypnos - 2013


Jean Ray, il Lovecraft europeo del fantastico e del perturbante
Articolo scritto da da: Cesare Buttaboni
Pubblicato il 21/09/2013

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