Recensione
Voci dal Profondo

Voci dal Profondo: visiona la scheda del film Voci dal Profondo è il penultimo film di Lucio Fulci (Zombi 2, La Casa nel tempo, Aenigma, E tu vivrai nel terrore... L'aldilà, I Guerrieri dell’anno 2072), uscito al cinema nel 1994, cioè tre anni dopo dalla sua realizzazione, con risultati mediocri tanto da incassare meno di 9 milioni delle vecchie lire al botteghino e da esser classificato come “monnezza” dai vari critici.

Tuttavia, tale insuccesso è del tutto ingiustificato visto che la pellicola si segnala sicuramente tra le migliori dell’ultimo e meno qualificato periodo dell’artigiano del terrore, tanto che in diversi momenti sembra di assistere a un’opera del periodo d’oro (decennio che va dal 1971-1981) del regista.

Tratto da un racconto dello stesso Lucio Fulci e sceneggiato da quest’ultimo con l’apporto di Pietro Regnoli (co-sceneggiatore anche del pessimo Demonia), Voci dal Profondo (conosciuto anche come Urla dal Profondo) è una via di mezzo piuttosto originale tra un thriller e un horror che si snoda tra realtà e sogno regalando momenti davvero interessanti.

La sceneggiatura è sicuramente sufficiente e molto scorrevole con vari flashback che ci mostrano il pessimo carattere del defunto in modo da far cadere i sospetti su svariati individui ciascuno dei quali avrebbe potuto avere un movente per compiere l’omicidio. Nonostante questo, però, agli autori non riesce bene il compito di nascondere l’identità dell’assassino tanto che si può intuire piuttosto facilmente chi ci sia dietro al piano delittuoso.

Non convince il bizzarro finale.

La regia è spassosa e curata dal primo all’ultimo minuto con moltissime riprese dalla soggettiva dei personaggi, con alcuni di questi che vedono in modo sfuocato a causa delle loro condizioni di salute, e con gli immancabili zoom sugli occhi (una delle firme del maestro) dei vari protagonisti.

Notevoli, dal punto di vista registico, le scene oniriche in cui i vari protagonisti si trovano calati in incubi alle prese con il defunto. Al riguardo è di alta scuola e particolarmente inquietante la scena con i cadaveri che escono dalle tombe aggredendo un parente della vittima.

Presente un’esplicita autocitazione nelle scene riprese all’interno della bara della vittima in decomposizione (davvero disgustose), infatti tali inquadrature rimandano la mente, anche per quel che concerne la fotografia bluastra, al film Paura nella Città dei Morti Viventi.

Le interpretazioni degli attori sono accettabili e superiori a quelle ammirate nei film dell’ultimo periodo del maestro. Nel cast troviamo il veterano Duilio Del Prete (presente in molti film di genere italiani degli anni ’70), la bravina Karina Huff, conosciuta soprattutto per i films comici Sapore di Mare e Sapore di Mare 2, e un giovanissimo Lorenzo Flaherty che si farà conoscere nei serial televisivi Distretto di Polizia e R.I.S..

La fotografia di Sandro Grossi è sicuramente sopra la sufficienza e in alcuni punti è buonissima, vedi per esempio la scena girata in notturna al cimitero o quelle all’interno della bara. Discreto lavoro, anche se non eccelso, di Stelvio Cipriani alla colonna sonora e degli autori degli effetti splatter e del make up.

Una piccola curiosità è costituita dal fatto che Fulci ha dedicato il film ai "suoi amici" Clive Barker (scrittore e regista horror autore tra gli altri di Hellraiser - Non ci sono limiti) e Claudio Carabba.

Voci dal Profondo è un'opera piacevole per gli amanti di prodotti di genere nostrani e sicuramente da vedere e da conservare nella propria videoteca per gli appassionati di Fulci. Non un capolavoro, ma senz’altro da rivalutare.


Titolo: Voci dal Profondo
Titolo originale: Voci dal Profondo
Nazione: Italia
Anno: 1991
Regia: Lucio Fulci
Interpreti: Duilio Del Prete, Karina Huff, Pascal Persiano, Lorenzo Flaherty, Bettina Giovannini

Recensione del film Voci dal Profondo
Recensione scritta da: Matteo Mancini
Pubblicata il 16/02/2013


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