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Serial Killer > Wiki > Conflitti e Guerre creano il terreno ideale dove un serial killer può facilmente proliferare

Guerre Le guerre vengono spesso definite “fabbriche” di vedove e/o di orfani. In poco tempo, soprattutto un notevole numero di ragazze si trovano improvvisamente da sole e senza più mezzi di sostentamento o protezione: sono le ideali vittime di serial killer.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, per esempio, a Londra Gordon Cummins (nella foto a lato), approfittando dei bombardamenti e della mancanza di luce, squartò in pochi giorni almeno quattro donne.

A volte le vedove hanno a disposizione una cospicua rendita da dividere con aspiranti e gentili secondi mariti, in realtà spietati assassini in cerca di dote e soldi facili. Il francese Henry Landru, alias Barbablù, agì durante la Grande Guerra, attirando attraverso annunci matrimoniali le sue vittime, donne che speravano in un’altra possibilità di essere felici.

Nello stesso periodo, l’ungherese Bela Kiss, dopo aver ucciso più di venti donne attirate con i soliti annunci matrimoniali, si arruolò per sfuggire alla cattura, poi fece perdere le sue tracce fingendosi morto: scambio le sue piastrine con il cadavere di un soldato.

La guerra può anche essere l’occasione migliore per un serial killer di dare sfogo alle sue perversioni alla luce del sole o, comunque, con l’approvazione e la complicità dei superiori e degli altri soldati. Un assassino seriale sadico, per esempio, potrebbe essere un ottimo addetto agli interrogatori dei prigionieri, garantendosi così la possibilità di torturare a suo piacimento un altro individuo, su cui ha il controllo assoluto. Per non parlare poi del “cecchino” che decide secondo il suo capriccio chi deve vivere o morire.

Viceversa, persone che in condizioni normali non avrebbero mai ucciso, durante i conflitti si trovano trasformati in belve. Finita la guerra o la condizione di violenza diffusa “accettata” (rivoluzioni, ecc.), c’è da chiedersi quanti di questi possano trasformarsi in omicida seriale, se non possono più fare a meno di togliere la vita ai loro simili, o potenziali suicidi, se non riescono a reinserirsi nella vita civile.


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Articolo scritto da:
Pubblicato il 15/05/2009

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