Richard Ramirez, la storia del serial killer

Nome Completo: Ricardo Muñoz Ramirez

Soprannome: The Night Stalker

Nato il: 29 Febbraio 1960

Morto il: 7 Giugno 2013

Vittime Accertate: 14

Modus Operandi: Di solito agisce di notte, entrando attraverso una finestra. Una caratteristica rilevante del suo operato riguarda le aggressioni alle coppie. In questi casi Ramirez ammazza il più velocemente possibile l’uomo, di solito con un colpo di pistola alla testa, in modo da avere tutto il tempo e l’agio di concentrare l’attenzione sulla donna, il vero obiettivo dei suoi desideri. Spesso sodomizza le vittime e abbandona il corpo di quelle che uccide con mutilazioni post-mortem.


Ci sono assassini seriali che vengono ricordati più di altri, per i più svariati motivi. Richard Ramirez è sicuramente tra i più famosi serial killer mai esistiti, sia per la violenza e malvagità dei suoi crimini sia per il fatto di essere riuscito a terrorizzare con le sue gesta una delle più note e popolate metropoli statunitensi: Los Angeles.

Questo assassino seriale americano di origini messicane, condannato alla pena di morte nel 1989 perché riconosciuto colpevole di 13 omicidi, non solo è stato oggetto dell'adorazione di centinaia di fan e ammiratrici, ma è riuscito pure a sposarsi mentre si trovava in carcere e a evitare per oltre vent'anni la sua esecuzione. Infine la morte lo ha preso nel 2013 a causa di gravi problemi di salute.

Questa è la sua storia...


Richard Ramirez, l’infanzia e i suoi problemi

Ricardo Muñoz "Richard" Ramirez nacque il 29 febbraio 1960 a El Paso, in Texas, da Julian e Mercedes Ramirez. La famiglia non era piccola: in casa c’erano già tre fratelli e una sorella, e lui era l’ultimo dei cinque figli.
I genitori, immigrati messicani, erano dei gran lavoratori: il padre lavorava alla posa delle rotaie della ferrovia di Santa Fe, mentre la madre era operaia nella fabbrica di calzature Tony Lama, dove era a contatto con sostanze chimiche e coloranti per il trattamento del cuoio.

La foto di un giovane Ricardo Muñoz RamirezUn particolare interessante è che alcuni hanno cercato di spiegare la malvagità e la perversione di Ramirez su base genetica, appoggiandosi sul fatto che i genitori erano stati precedentemente esposti a radiazioni atomiche, e che la madre, anche durante il periodo di gravidanza, lavorava ed era a contatto con sostanze tossiche. La donna svenne sul posto di lavoro quando era già gravida, cinque mesi prima della nascita di Richard, e tornò al lavoro solo dopo la nascita del figlio.

Richard aveva un temperamento calmo e la sorella Ruth gli era molto affezionata: passava molto tempo con il piccolo e se ne occupava quando la madre non poteva farlo. Richard andava d’accordo con i vicini.

Più tardi i genitori scoprirono che il piccolo soffriva di epilessia. Era di costituzione esile e i suoi lineamenti assomigliavano più a quelli di una ragazzina. Per questi motivi era spesso oggetto di derisione da parte della gente. Pare inoltre che a scuola subisse abusi da parte di un'insegnante.

Già da giovanissimo aveva un sogno: quello di diventare famoso.
Benché i genitori desiderassero solo il meglio per i loro figli, la situazione in famiglia era piuttosto complessa: Joseph, il più grande, soffriva di deformazioni ossee, causate molto probabilmente dalle mutazioni genetiche che colpirono le cellule seminali dei genitori, e dovute all’esposizione alle radiazioni. Gli altri due fratelli, Roberto e Ruben manifestavano problemi comportamentali.

Un elemento fondamentale - forse il punto di non-ritorno - dell’evoluzione caratteriale e comportamentale di Richard fu il rapporto con un suo cugino di nome Mike, al quale il ragazzo era molto legato, e che considerava come un sostituto del padre.

Mike era un Berretto Verde, reduce del Vietnam, e l’atroce esperienza della guerra lo aveva segnato. Tornato in America, si vantava degli omicidi e delle torture che aveva inflitto a uomini e donne. Insegnava al tredicenne Richard che uccidere era la cosa più eccitante del mondo: ti dava il potere e ti faceva sentire un dio.

Spesso gli incontri fra i due si trasformavano in pomeriggi passati a rimirare fotografie di mutilazioni, nemici torturati e donne seviziate. Oppure in scorribande notturne nel deserto, a uccidere animali per ricercare l’ebbrezza che Mike descriveva al cugino. Richard rimase affascinato da tutto ciò.

Nel quadro del rapporto con Mike spicca un altro evento molto importante. Un giorno, durante una lite, questi afferrò la pistola e freddò la moglie con un colpo in testa. Richard era presente e assistette all’omicidio. Secondo alcune testimonianze, fu trovato completamente imbrattato del sangue della vittima.

Da questa esperienza cominciarono le prime trasformazioni di Richard.
Iniziò a marinare la scuola e diventò un consumatore eccezionale di marijuana. Passò un’estate a Los Angeles, da suo fratello Ruben, che era diventato un eroinomane e uno svaligiatore. Manifestava sempre più una specie di iperattività, di frenesia: una voglia di muoversi continuamente, di fare qualcosa.


Richard Ramirez: Il ritorno a El Paso e altre cattive abitudini

Tornò a El Paso, ma i contrasti con i genitori crescevano. A volte il padre lo picchiava e il ragazzo, per paura delle botte, si rifugiava nel vicino cimitero.

Con il fratello Roberto, ossessionato dal sesso, sceglievano alcune case e di notte si appostavano fuori dalle finestre e spiavano le donne mentre si spogliavano.

Oltre alla marijuana, in questo periodo cominciò ad assumere altri stupefacenti, tra i quali l’LSD.
Amante della musica rock e dell’heavy metal (in particolare del gruppo australiano AC/DC), era attratto dalle suggestioni demoniache ed eversivo-sataniche a volte legate di questo tipo di musica.

Richard Ramirez al suo processo con gli occhiali neri

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