Serial killer italiani: scoperto e catturato il Lupo di Cassibile

Serial Killer > Notizie > Il serial killer siciliano sarebbe un uomo di 69 anni, un mostro che uccideva per motivi di denaro e rancore

Serial killer italiani: scoperto e catturato il Lupo di Cassibile Ieri, 29 novembre 2010, pare sia stato finalmente catturato il Mostro di Cassibile, il serial killer che in 13 anni, dal 1996 al 2009, avrebbe commesso 5 omicidi e 4 tentati omicidi, oltre che una lunga serie di danneggiamenti vari.

Il pm Antonio Nicastro, che ha seguito le indagini sul mostro a partire dal 1997 non ha dubbi: la persona arrestata sarebbe il serial killer a lungo cercato. Nicastro afferma che: «Tutti gli omicidi e quelli tentati portano un'unica firma ed è quella di Pippo ‘u lupu».

Pippo 'u lupu (Pippo il Lupo) sarebbe Giuseppe Raeli, 69 anni, agricoltore in pensione con un passato da manovratore di pale meccaniche. L'uomo, sposato e padre di due figli, è stato arrestato ieri nella sua fattoria di Cassibile, un paese di cinquemila abitanti sperduto nella rigogliosa campagna, dai carabinieri del comando provinciale di Siracusa.

Durante una perquisizione nel garage dell'indagato sono stati trovati fucili e munizioni che i militari del Ris di Messina hanno collegato agli altri delitti. Tra questi un bossolo calibro 12, sparato da uno dei suoi tanti fucili detenuti legalmente con il quale il "Lupo di Cassibile" avrebbe compiuto le sue vendette.

Sì, perchè Raeli avrebbe ucciso per vendetta: era ossessionato da chi non lo pagava o lo pagava in ritardo o non pagava bene il suo lavoro. Se c'erano dei soldi di mezzo chiunque rischiava di finire ammazzato.
Avrebbe ucciso anche per 300.000 lire, per un albero che cresceva al confine con la sua proprietà, per una fornitura di legna da ardere pagata 20 o 30.000 lire in meno del presunto valore reale.

Il movente, secondo la ricostruzione del procuratore capo di Siracusa Ugo Rossi, era proprio il denaro, la «roba». Il magistrato ha spiegato che il Lupo «era ossessionato dai soldi, tanto che nel suo garage c'era una cassaforte con 20.000 euro e una pistola con il colpo in canna. Poteva ammazzare anche per un piccolo credito. Da parte nostra c'è l'assoluta serenità di aver individuato con certezza il soggetto indicato come il "mostro di Cassibile"».

Il serial killer, secondo quanto sostengono l’accusa e le indagini dei carabinieri di Siracusa, avrebbe passato gran parte del suo tempo a "studiare" i movimenti, le abitudini dei suoi presunti debitori, per poi ucciderli.

La tecnica impiegata dal serial killer era sempre la stessa: tendeva alle sue vittime delle trappole costringendole a venire allo scoperto per diventare comodi bersagli. Usava tronchi o grossi massi posti lungo la strada per fermare le auto, o cancelli chiusi con filo di nylon in modo da obbligare l'obiettivo a uscire dall'abitacolo del mezzo. Non esitava a incendiare i mezzi o a sparare contro le finestre e le facciate delle case dei suoi bersagli per farli uscire. Il Lupo apriva il fuoco da dietro muretti o fitte sterpaglie per non essere visto e riconosciuto, per poi fuggire a piedi nelle campagne che conosceva benissimo: quelle in cui lavorava per creare la sua «roba».

Gli episodi criminali contestati a Raeli sono complessivamente nove: cinque omicidi e quattro tentati omicidi.

L'anziano pensionato è acccusato anche del duplice omicidio dei coniugi Sebastiano Tinè e Giuseppa Spadaro e del ferimento nella stessa circostanza di una figlia della coppia, Katia Tinè, in una villetta di Fontane Banche il 31 luglio 2003.

E avrebbe anche ucciso un pregiudicato, Giuseppe Spada, assassinato il 18 agosto del 2004, non per soldi ma a causa del suo indagare sul ferimento di una sua amica, Aurora Franzone, scampata miracolosamente a un agguato di Raeli perché debitrice di poche decine di migliaia di lire per una fornitura di legna per camino. Secondo l'accusa il Lupo di Cassibile, temendo rappresaglie, lo avrebbe eliminato.

La svolta nelle indagini è arrivata nei primi mesi del 2009. Il 15 marzo dell'anno scorso l'imprenditore agricolo Giuseppe Leone, mentre stava uscendo di sera dal suo podere nelle campagne di Cassibile, fu vittima di un agguato e ferito in modo non grave. Erano cinque anni che "il Mostro di Cassibile" non entrava in azione, ma le modalità dell'agguato sembravano proprio le sue. La vittima avrebbe successivamente detto ai carabinieri di avere avuto forti contrasti economici con Giuseppe Raeli.

Da quel tentato omicidio è stato avviato un certosino lavoro investigativo che ha ripercorso a ritroso, caso dopo caso, i fatti di sangue attribuiti al "mostro" e rimasti ancora insoluti. Gran parte degli episodi analizzati sono stati collegati da alcuni elementi ricorrenti. Il primo è stato, appunto, l'identico modus operandi.

La moglie di Raeli, interrogata un anno fa dagli investigatori, aveva detto che il marito "usciva spesso di notte senza mai spiegare il perché", "era ossessionato dai soldi, faceva cose strane, non mi portava mai neanche in pizzeria". La donna certo non si aspettava che il marito, che lei stessa aveva soprannominato 'u lupu per il suo carattere schivo, solitario, silenzioso e introverso, potesse essere il Mostro di Cassibile.

Giuseppe Raeli avrebbe già lasciato la caserma del comando provinciale dei carabinieri di Siracusa per essere scortato nel carcere siracusano di contrada Cavadonna. Le investigazioni continuano: bisognerà ora valutare quel che emergerà dalle perquisizioni in corso nella sua abitazione e in alcuni fondi a lui accessibili per controllare se possano essergli ricondotti o meno anche altri episodi di sangue sui quali le indagini sono non sono ancora chiuse.

Serial killer italiani: scoperto e catturato il Lupo di Cassibile
Notizia di cronaca nera pubblicata il 30/11/2010
Notizia scritta da: Matteo Servili
Fonte: Corriere.it

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