Il primo omicidio: Atto I di un dramma
È una fredda sera d’inverno del 1978 e mancano pochi giorni a Natale quando Lena Zakotnova di nove anni sta tornando a casa da scuola infagottata nel suo cappotto rosso. Abita a Shakty, una piccola cittadina vicino Rostov nel sud della Russia, conosce bene la strada, ma quel giorno si è fermata più del solito a chiacchierare con i compagni e ha fatto tardi. Così lungo la strada incontra un signore gentile che le offre una vera rarità: gomme da masticare importate. Tentata, si lascia convincere e lo segue fiduciosa. Lena non tornerà più a casa. Quella notte ha preso per mano l’Uomo Nero.
Andrei Chikatilo la conduce in una baracca abbandonata. La spinge per terra e le strappa i vestiti, le monta a cavallo strusciandosi, ma non basta, come non bastano le dita a penetrarla, la vista del sangue lo eccita e ne vuole sempre di più. La sevizia e accoltella per il piacere di farlo, poi la strangola.
Adesso sa come raggiunge l’orgasmo: la dominazione, la mutilazione, l’agonia delle sue vittime e il terrore della lama del suo coltello impresso nello sguardo (a questo proposito, alla fine di tutto le ferisce agli occhi convinto che così mantengano impressa l’ultima immagine della loro vita trucidata). È il 22 dicembre, due giorno dopo il corpo della bambina verrà ripescato nelle acque del fiume Grushovka.
È il primo di una serie di delitti in cui le vittime sono tutte giovanissime, perlopiù bambini e adolescenti, e la dinamica è sempre la stessa: li abborda con qualche promessa di regali e li invita a seguirlo in luoghi appartati per poi stuprarli, seviziarli, mutilarli e ucciderli a coltellate o strangolati. Nessuno può fermarlo. Vive una doppia vita e nessuno sospetta che dietro un padre modello e professore di scuola si nasconde qualcuno che spinto da un’eccitazione sessuale incontrollata uccide degli innocenti: è il serial killer dei bambini.
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