Francisco Escalero, la storia del serial killer

Nome Completo: Francisco Garcia Escalero

Soprannome: El Mendigo Asesino, Matamendigos

Status: Rinchiuso sotto stretta osservazione psichiatrica

Nato il: 24 maggio 1954

Morto il: 19 agosto 2014

Vittime Accertate: 11

Modus Operandi/Caratteristiche: Stupro, necrofilia e cannibalismo.

Armi di preferenza: Coltello, fuoco, pietre

Ultimo aggiornamento del dossier: 20 settembre 2015


Francisco Escalero: infanzia e primi crimini

Francisco Garcia Escalero è un serial killer difficile da ridurre ai minimi termini utili a qualche tipo di classificazione e statistica vista l'estrema varietà del suo modus operandi e la complessità del quadro clinico.

Figlio di genitori molto poveri, trascorre un’infanzia sotto l’insegna della solitudine, privo di una reale educazione, con la sporadica compagnia di un fratello maggiore.

Sono frequenti le visite che questo bambino taciturno e malinconico compie, nottetempo, al cimitero vicinissimo la sua casa nella periferia di Madrid.
Malinconia che, nei momenti di depressione più forte lo spinge a cercare il suicidio, fallendo sempre.
I fallimenti, invece di allarmare i genitori e spingerli a far curare il ragazzo, vengono puniti dal padre con violenti pestaggi.

Escalero scappa di casa nel 1968 e comincia a far uso di anfetamine e altre pasticche, un principio di alcolismo (e ha solo 14 anni) aggrava ancora di più un quadro che è ormai serio: masturbazione compulsiva, piccoli furti nelle case e attività voyeuristiche lo portano al primo periodo in una clinica psichiatrica.

Dal 1973 al 1975 lo troviamo in un riformatorio (aveva rubato una motocicletta) e quando ne esce è ormai pronto per una vera e propria escalation delle sua attività criminali: dal furto allo stupro.

Francisco Escalero sequestra, insieme ad alcuni amici, una ragazza, la porta dentro il cimitero e obbliga il suo ragazzo ad assistere alla violenza sessuale: ha 21 anni e viene spedito in galera, dalla quale ne uscirà nel 1984.

Solo, senza nessun tipo di formazione professionale o culturale, Francisco sogna per un breve periodo di poter lavorare come camionista, ma non riesce a ottenere la patente, causa i gravi deficit di attenzione e comprensione già mostrati a scuola e ora evidenti mentre cerca di studiare per l’esame di guida.
Persino i lavori più umili sono difficili da ottenere, anche a causa dei molti tatuaggi con i quali si è coperto il corpo in carcere, alcuni dei quali recanti frasi anomale.
Nel frattempo muore suo padre.

Comincia quindi a vivere vagabondando, chiedendo l’elemosina, compiendo piccoli furti e consumando ogni giorno parecchi litri di alcol miscelato con pastiglie di ogni tipo.


Francisco Escalero: gli omicidi a ripetizione, la cattura

Dopo lo stupro non rimane che l'omicidio: la psiche di Escalero, già debole, subisce gravi danni per l'uso prolungato si droghe e alcol e l'uomo giunge ben presto a sentire voci che gli intimano di uccidere.
Individua le prede nel suo ambiente, la strada, e comincia a uccidere barboni e prostitute.

Siamo ormai nel 1987: la prima vittima accertata è una prostituta che viene trovata con il corpo decapitato e bruciato.

Escalero rientra sporadicamente da queste scorribande a casa e prende a dissotterrare cadaveri dal vicino cimitero, spesso avendo rapporti sessuali necrofili con i corpi.

La stessa cosa avviene con alcune delle sue vittime: dopo averle uccise Francisco si ciba di loro parti (in particolare, pare, il cuore) e ne violenta i cadaveri.

Nel marzo del 1988 uccide un barbone, pugnalandolo prima di fracassargli la testa con una pietra. Pochi mesi dopo viene trovato un altro vagabondo, bruciato

Nel marzo del 1989 ancora un mendicante morto, questa volta decapitato e senza polpastrelli.

Nel maggio dello stesso anno tocca nuovamente a un vagabondo, pugnalato a morte, evirato e bruciato.

I media coniano il termine di El Mendigo Asesino o Matamendigos.

Le volte che torna a casa dalla madre, motiva le sue assenze con permanenze all'ospedale psichiatrico provinciale.
Nell'appartamento dorme nella camera del padre morto, decorando le pareti con immagini di santi e fotografie truculente, alla luce di una lampadina rossa.

Continua a visitare il vicino cimitero di La Almudena, profanando le tombe allestendo macabre composizioni con i cadaveri.

Ricoverato nuovamente nell’ospedale psichiatrico, ne fugge nel 1994 con un altro paziente che viene ritrovato poco dopo morto, con il cranio spaccato e il corpo bruciato.

Mentre la polizia indaga sui fatti le voci premono sempre di più e Escalero torna a una vecchia ossessione, il suicidio: l’uomo tenta di buttarsi sotto una automobile ma subisce solo una ferita alla gamba.
In ospedale confessa tutti i suoi crimini e pretende che si chiami la polizia, che lo arresta da lì a poco.

Dal 1995 Francisco Escalero è stato detenuto in un carcere psichiatrico e le analisi condotte hanno confermano un grave stato di degenerazione: alcolismo, schizofrenia e molte turbe gravissime sembravano indicare l’impossibilità di recuperare in qualsiasi modo il soggetto.

La notte del 19 agosto del 2014 è morto per cause naturali a 60 anni.

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Capitoli: 1

Dossier scritto da:
Elvezio Sciallis

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