Daniel Camargo Barbosa, la storia del serial killer

Nome completo: Daniel Camargo Barbosa

Soprannome: La Bestia di los Manglares, il sadico di Chanquito

Data di nascita: 22 gennaio 1936

Data di morte: 13 novembre 1994

Numero di vittime accertato: 72

Modus Operandi: attira con delle scuse giovani ragazze o bambine in luoghi appartati, le stupra minacciandole con un coltello e poi le strangola o accoltella.


Con il dossier di oggi il nostro LaTelaNera.com torna a occuparsi di assassini seriali sudamericani e per la precisione colombiani.

Coincidenze mortali o semplici scherzi del destino che siano, la nazione che vede Bogotà come capitale (estesa quasi 4 volte l'Italia e con una popolazione di oltre 46 milioni di abitanti) ha dato i natali a 3 dei peggiori serial killer mai esistiti: Pedro Alonso Lopez, Luis Alfredo Garavito e Daniel Camargo Barbosa sono infatti tra i più perversi, crudeli, malati e (purtroppo) prolifici della storia.

Del letale terzetto Camargo Barbosa è l'ultimo del quale parliamo, un omicida mentalmente molto dotato capace di evadere dal peggiore e più duro carcere colombiano per potersi dedicare alla caccia di giovani e innocenti vittime.

Questa è la sua triste e spietata storia.


Daniel Camargo Barbosa: infanzia e adolescenza

Colombiano, nato in un remoto villaggio delle Ande il 22 gennaio 1936 (sotto il segno zodiacale dell'Aquario), Daniel Camargo Barbosa vive da subito un’infanzia infelice.

La madre, infatti, muore quando lui è ancora in fasce, lasciandolo alla mercè di un padre violento e della matrigna, una donna psicologicamente disturbata, consumata dal desiderio, reso vano dalla sua sterilità, di avere una figlia. A farne le spese è Daniel, che viene vestito e trattato da bambina non solo in casa, ma anche a scuola e in pubblico.

L’esperienza sarà traumatizzante: a partire da quel momento, Camargo sviluppa quell’odio e risentimento verso le donne (ed in particolare per le bambine, a cui era stato costretto ad assomigliare e che diventeranno le sue vittime favorite) che ne faranno uno spietato serial killer.

Quando la famiglia si trasferisce a Bogotá, Daniel trova nella scuola una valvola di sfogo: è molto intelligente e studioso e tra i banchi ottiene buoni risultati. Gioca a calcio e a pallacanestro e legge molto.

La famiglia, però, ancora una volta si frappone. Il padre, brutale e violento, con un severo problema di alcolismo, lo obbliga a lasciare la scuola e lo manda a lavorare perché contribuisca alle spese famigliari. Camargo è ancora minorenne e deve ubbidire, ma poi con gli anni, quando infine sfugge al controllo del padre, si fa una sorta di famiglia, con una donna di nome Alcira Castillo, con la quale ha due figli.


Daniel Camargo Barbosa: famiglia, Esperanza e il carcere

Sembra destinato ad un’esistenza mediocre, ma tutto sommato tranquilla, quando all’improvviso le cose cambiano. Perde infatti la testa per una ragazza, Esperanza, con cui costruisce un rapporto torbido che altererà la sua psiche fragile.

Ormai adulto, Daniel Camargo Barbosa ha un aspetto abbastanza innocuo. Magro, introverso, dall’aria inoffensiva, raggiunge appena 1,65 di statura.

Ha però una ossessione, che rivela ad Esperanza: quella di deflorare una vergine. Alcira non lo era, Esperanza nemmeno. Quest’ultima, però, accetta di aiutarlo a compiere la fantasia e per ben cinque volte riesce a circuire delle ragazzine, che porta nell’appartamento di Camargo, dove le droga e le offre all’amico, che può violentarle indisturbato.

È il 1964. La quinta vittima stuprata è appena una bambina, ma è determinata. Va dalla polizia e denuncia l’accaduto. Daniel ed Esperanza sono arrestati e per il futuro serial killer si aprono le porte del carcere, dove sconterà una condanna a otto anni.


Daniel Camargo Barbosa: il primo omicidio

Quando esce, Camargo Barbosa è un uomo pieno di risentimento verso la società. Ritiene che il castigo che gli è stato comminato sia stato troppo severo e d’ora in avanti, invece di cercare espiazione, deciderà di seguire l’istinto.

Trova lavoro come venditore ambulante, un’occupazione che gli permette quella libertà necessaria per compiere le violenze.

Il 2 maggio 1974, durante uno dei suoi giri si trova a Barranquilla, dove vede una bambina di nove anni che attira la sua attenzione.

Con un raggiro si apparta con lei. La violenta, le ruba la verginità, ma soprattutto questa volta Camargo oltrepassa il limite tra la vita e la morte. Per evitare di essere denunciato e finire di nuovo in carcere, questa volta, al termine della violenza sessuale strangola la sua vittima.

Commette, però, un errore grossolano lasciando sul luogo del delitto le merci che offre in vendita. Goffamente, cerca di recuperarle il giorno dopo e viene fermato dalla polizia, che lo accusa del crimine.

Al processo, non c’è pietà per un criminale recidivo ed il giudice, visti i precedenti, condanna Camargo a venticinque anni.

Un'immagine dell'assassino Daniel Camargo Barbosa

Daniel Camargo Barbosa: ancora in carcere e la fuga

Viene mandato nel penitenziario della Gorgona, un carcere che sorge sull’omonima inospitale isola, di 26 kmq, situata a trentacinque chilometri dalla terraferma.

Considerata ¨un inferno in terra¨ dal conquistador del Perù, Francisco Pizarro che dovette passarci tredici mesi in seguito ad un naufragio, la Gorgona è l’ultima tappa per assassini e stupratori che qui ricevono un trattamento brutale.

I prigionieri più deboli sono sottomessi allo stesso trattamento che hanno riservato alle loro vittime, torturati, seviziati e violentati, in una colonia penale disegnata sul modello dei campi di concentramento nazisti.

Daniel Camargo Barbosa sopravvive, e non solo, ma sarà l’unico carcerato a riuscire a scappare dal penitenziario della Gorgona quando organizza una fuga pari solo a quella del famoso Henri Charriere, il Papillon evaso dalle prigioni della Guayana francese.

L’isola è l’habitat ideale di differenti specie di serpenti velenosi e le acque che la circondano sono infestate da squali. Camargo, per scappare, usa la sua intelligenza. Per lungo tempo studia le correnti marine, le abitudini e gli orari delle guardie, fa tesoro dei racconti degli altri prigionieri che hanno tentato la fuga.

Il 24 settembre 1984 Camargo scappa.
È il giorno della Madonna della misericordia ed i controlli sono meno rigorosi. Riesce a nascondersi nella vegetazione e a costruire una zattera di fortuna con assi di legno tenute insieme dalle liane degli alberi tropicali e con questa affronta il mare.

Nessuno è mai riuscito nell’impresa e le autorità della Gorgona lo danno per morto, mentre i giornali riportano la trucida fine dello stupratore divorato dagli squali.
Sembra finita, invece l’incubo è appena iniziato.

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