Belle Gunness (pagina 3)

Belle Gunness: non c'è fine alle morti

La Signora Barbablu non era ancora stanca di uccidere. Dopo il fermo del processo fu il turno della figlia adottiva Jennie, la quale venne avvelenata, tagliata a pezzi e gettata nel pozzo della fattoria. Quando i vicini di casa cominciarono a interrogarsi sull’assenza della bambina, la Gunness spiegò tranquillamente che la figlia era stata mandata in un collegio.
Di qui in poi inizierà l’incubo.

Nel maggio del 1907 Belle Gunness assunse come tuttofare Ray Lamphere, trent’anni, coltivatore, futura figura chiave del caso.
Inspiegabilmente questi riuscì a entrare nelle grazie della spietata assassina, la quale, oltre a non alzare una mano su di lui, lo ricoprì di vistose attenzioni.

Nel dicembre del 1907 la Vedova Nera venne contattata (sempre tramite un annuncio sul giornale) da Andrew Helgelein, di origine svedese. Memore della precedente esperienza, Belle rispose al suo spasimante, chiedendogli di non fargli pervenire i soldi tramite la sua banca, ma di ritirarli e di nasconderli fino al loro incontro, senza farne parola con nessuno.

L’originale della lettera riporta infatti:
“Non mi inviare i soldi tramite banca, non mi fido di loro, prendili direttamente tu e nascondili nella biancheria intima. Fai attenzione a non dirlo a nessuno, neanche ai tuoi parenti più stretti. Questo deve essere un nostro segreto. Vedrai che tra noi due ci saranno altri segreti"

Appresa la notizia dell’arrivo di un nuovo padrone di casa, Lamphere iniziò a chiedere spiegazioni alla Gunnes, la quale gli intimò di andarsene e di cercarsi un nuovo lavoro. Dopo una violenta discussione, il tuttofare se ne andò, imprecando contro la donna, la quale, nel gennaio del 1908, avvelenò Helgelein e ne fece a pezzi il cadavere.

Terminata la mattanza, il giorno dopo la Gunnes, si recò dai vicini, recitando la parte della donna sedotta e abbandonata, al fine di stornare ancora una volta da se i sospetti circa le inquietanti sparizioni.

Belle Gunness: l'incendio e la scomparsa

Nel marzo del 1908, Belle Gunness assunse un nuovo bracciante, Joe Maxon. La notte del 28 aprile, Maxon fu svegliato da un fumo denso, proveniente dal pianterreno. Allarmato l’uomo cominciò a chiamare la Gunnes, ma non ebbe alcuna risposta. Corse fuori dalla casa per cercare aiuto, ma dopo pochi minuti la fattoria fu letteralmente avvolta dalle fiamme.
Ma il peggio doveva ancora venire.

Dell’incendio fu accusato Ray Lamphere, sulla base di alcune confidenze che la Gunness aveva fatto a un avvocato. Belle aveva infatti confidato a questi di essere stata oggetto di minacce da parte di Lamphere in seguito al suo licenziamento.

Le macerie della casa di Belle Gunness
foto: le macerie della fattoria Gunness esaminate dalla Polizia dopo l'incendio.


Nel maggio del 1908 gli investigatori accorsi sul luogo della tragedia, scoprirono gli orridi segreti custoditi nel sottosuolo della fattoria dal 1902. Vennero estratti numerosi sacchi con dentro mucchi di ossa e di altri resti umani, cosparsi di soda caustica. Nello scantinato della casa vennero rinvenuti quattro cadaveri, tre dei quali furono identificati come quelli dei figli di Belle (Myrtle di undici anni, Lucy di nove e Philip di cinque) più un quarto cadavere privo della testa, che in un primo momento fu identificato come quello della Gunnes.

Il 12 maggio 1908, durante le ricerche del cranio disperso, gli inquirenti rinvennero la protesi dentaria di Belle. Così il 20 maggio 1908 il coroner dichiarò che la Gunness era perita per mano, cito testualmente, "di uno sconosciuto squilibrato" .

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Dossier scritto da:
Alessandro Nespoli

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