Serial Killer > Wiki > Studiando le vite dei serial killer ci si imbatte spesso in una infianzia e adolescenza spese all'interno di nuclei famigliari pieni di problemi...
Il termine "famiglia problematica" si vede spesso associato all'infanzia di criminali, assassini e serial killer. Questi ultimi sono spesso cresciuti all'interno di nuclei famigliari ben lontani dall'essere "ottimali".
Lo psichiatra Neal Mazer definì fin dagli anni Settanta la famiglia (multi)problematica come un nucleo familiare composto da "due o più persone in cui più della metà dei membri ha sperimentato dei problemi di pertinenza di un servizio sociale e/o sociosanitario o legale".
Si possono distinguere le seguenti tipologie:
- Padre presente, ma carente come figura paterna. Poco interessato alla famiglia, è spesso aggressivo. Il figlio, se si identifica con lui, ripeterà, spesso amplificandola, la violenza vista e subita.
- Padre assente per morte, separazione o lavoro, e madre poco adatta a svolgere il suo compito.
- Genitori presenti, ma incapaci di prendersi cura dei figli per immaturità psicologica o incompetenza psicosociale. Spesso intervengono le autorità a spezzare il nucleo familiare.
- Madre incompetente e/o assente della famiglia con padre debole e succube della moglie. I figli la percepiscono come invadente, e prevaricatrice – anche fisicamente – oppure fredda e distante.
- Famiglia primaria quasi inesistente. I figli sono continuamente affidati ad altri parenti o in istituti, pur non perdendo mai del tutto il contatto con la famiglia primaria, alla quale fanno ciclicamente ritorno.
A questi casi bisogna inoltre aggiungere quei serial killer rimasti fino alla maggior età negli istituti o adottati più volte nell’infanzia e adolescenza e che per questo non sono riusciti a riconoscersi in un nucleo familiare, né a creare rapporti affettivi continuativi.
|