Nome Completo: Belle Gunness
Soprannome: La vedova nera, barbablù d’America, Signora Barbablù
Nata il: 11 novembre del 1859
Morta il: 1908?
Vittime Accertate: 16 (presunte più di 40)
Modus operandi: avvelenamento o uccisioni mediante oggetti appuntiti e contundenti. Successivo smembramento dei corpi.
Ultimo aggiornamento del dossier: 7 settembre 2012
Preso atto del suo modus operandi, Belle Gunness può essere definita come l’equivalente femminile di Bela Kiss, ma a differenza di questi, la sua fame di sangue era motivata (almeno parzialmente) da meri fini economici.
Dal 1896 al 1908, la Gunness ha sterminato con sicurezza sedici persone (altre voci asseriscono quaranta), fra le quali sono presenti il marito e i figli. Come Bela Kiss anch’essa è scomparsa nel nulla e negli stessi anni.
La Gunness, ribattezzata la Vedova Nera (o anche la Barbablù d’America) è ritenuta ancora oggi una delle serial killer più feroci e spietate di tutti i tempi oltre a rappresentare un vero rompicapo per i detective, per la sua abilità nel mentire e nel non lasciare alcuna traccia.
Belle Gunness: la vita
Brynhild Paulsdatter Storset nacque l’11 novembre 1859 a Selbu (nella contea di Sør-Trøndelag nei pressi della città Trondheim, sulla costa occidentale della Norvegia) ultima di otto figli. Poco o nulla si sa sulla sua infanzia, che pare scorse tranquilla e senza eccessivi problemi salvo quelli immaginabili legati agli scarsissimi mezzi finanziari della sua famiglia.
A diciassette anni, nel 1876, rimase incinta. Venne picchiata selvaggiamente e calciata allo stomaco dal padre del bimbo che portava in grembo e abortì. Il pestaggio pare produsse un cambiamento nella sua personalità. Il padre del bambino abortito morì un mese dopo questi fatti. E si sospetta che potrebbe essere stato la prima vittima della futura serial killer.
Belle Gunness: primi omicidi
Qualche anno dopo, a causa delle tristi condizioni economiche in cui versava la sua famiglia, Anna, la figlia più grande, decise di emigrare negli Stati Uniti, seguita nel 1883 dalla sorella Brynhild.
A Chicago, nel 1884, la ragazza conobbe Mads Sorenson, anch’egli emigrato dalla Scandinavia, con il quale si sposò dopo qualche mese. Insieme al marito aprì un negozio di confezioni e proprio in questo periodo la futura vedova nera mutò il suo nome in un più americano Belle.
Purtroppo gli affari non ingranarono e a ciò si venne ad aggiungere una forte incompatibilità coniugale fra i due sposi.
Il business aperto insieme al marito, un insuccesso commerciale, venne presto sistemato: Belle incendiò il negozio riuscendo successivamente a intascarsi il premio dell'assicurazione. Sarà questa la sua strategia nell'immediato futuro per fare soldi.
Nel 1896 Belle commise il suo primo omicidio "certo", avvelenando la primogenita Caroline alla quale i medici diagnosticano una grave forma di colite. Per questo intascò soldi da una polizza d'assicurazione sulla vita intestata alla ragazza.
Nel 1898 avvelenò anche il figlio maschio Axel, solo perché il suo pianto l’aveva infastidita: anche a lui i medici diagnosticano una grave forma di colite. L’assassina inoltre, come era già avvenuto per il negozio, incendiò la propria casa per intascare altri soldi, che si andarono ad aggiungere a quelli incassati dalla polizza assicurativa intestata al figlio.
Il tris di morte si concluse con l’assassinio del marito Mads, avvenuto il 30 luglio del 1900. L’uomo, già sofferente di cuore, venne avvelenato con della stricnina. I medici non sospettarono di nulla e non ritennero necessario effettuare l’autopsia sul cadavere di Sorenson. Il decesso fu classificato come morte naturale, viste le sue precarie condizioni fisiche.
Belle Gunness: trasferimento in Indiana
In seguito alla morte del marito, Belle, ormai benestante grazie agli 8.000 dollari intascati dalla polizza di assicurazione sulla vita del coniuge, si trasferì nei pressi di La Porte, nello stato dell’Indiana con le due figlie rimaste (Myrtle, nata nel 1897, e Lucy, nata nel 1899) e con Jennie Olsen, quest’ultima presa in affido da una famiglia di Chicago, impossibilitata a mantenerla.
Nell'Indiana si stabilirono in una fattoria dotata di una casa molto ampia e di un notevole appezzamento di terra che Belle adibì ad allevamento di animali, tra cui numerosi maiali.
Agli inizi del 1902 l’assassina conobbe un agricoltore norvegese, Peter Gunnes, che sposò il primo di aprile di quell'anno. Una settimana dopo un suo figlio avuto da una precedente relazione morì "a causa di un virus".
Nel dicembre del 1902 Peter Gunness venne ucciso dalla moglie mentre stava lavorando nello scantinato, colpito alla testa da un pesante oggetto contundente.
Come al solito alla polizia venne data una versione completamente artefatta dell’accaduto. L’uomo, secondo Belle Gunnes, sarebbe stato colpito da un pesante macinacarne caduto dallo scaffale di un mobile: si era quindi trattato di un semplice caso di morte accidentale. Nonostante la sua presunta innocenza, Belle Gunness venne messa sotto processo, ma tutto si risolse con una clamorosa assoluzione.
Belle Gunness: annunci matrimoniali
Rimasta vedova, incinta del marito scomparso e con tre figlie a carico, Belle Gunness fece pubblicare degli annunci sui giornali per cercare un uomo che la mantenesse: in molti risposero alle sue richieste.
Il primo fu John Moo, che le portò in dote 1.000 dollari. L'uomo scomparve nel nulla dopo una settimana.
Nella primavera del 1903 nacque finalmente Philip, il figlio concepito durante la breve unione tra Belle e Peter Bunness.
La processione degli uomini che rispondevano agli annunci matrimoniali di Belle non aveva fine.
Maggio del 1904, Olaf Lindbloe, trent’anni, anch’egli emigrato dalla Norvegia, si recò alla fattoria della Gunnes, affascinato dall’idea di conoscere una sua connazionale. La sera stessa venne avvelenato e fatto a pezzi. Le mani e i piedi vennero date in pasto ai porci, mentre i resti del corpo furono occultati nel pozzo.
Dopo qualche giorno Belle Gunness ricevette la visita di un amico di Lindbloe, venuto a chiedere informazioni sul compagno scomparso. La donna, che intanto si era appropriata dei soldi della vittima, dichiarò all’uomo che dopo aver lavorato per qualche tempo nella sua tenuta, il giovane se n’era andato senza dire nulla. Sull’accaduto non venne svolta nessuna indagine e così la vedova nera continuò indisturbata nel suo lavoro.
Giugno del 1904. John Bunter proveniente dalla Pensylvania, affascinato da Belle, iniziò a lavorare per lei. Dopo qualche giorno venne ucciso e decapitato. Le mani e i piedi, come era avvenuto per la precedente vittima, furono dati in pasto ai maiali, mentre il resto del corpo venne seppellito nel giardino.
Dicembre del 1904. Dopo aver messo l'ennesima inserzione su un giornale della Virginia, nella sezione Cuori solitari, Belle Gunness vide comparire alla sua porta Abraham Phillips, una guardia delle ferrovie in pensione, il quale si presentò con tanto di anello di diamanti e con i migliori propositi. Phillips, provvisto anche di una ragguardevole somma di denaro, venne accolto dalla donna e ucciso la sera stessa del suo arrivo.
Dopo essere stato avvelenato, Belle proseguì col consueto smembramento del corpo, eseguito con un’ascia. Mani, piedi e testa furono messi in un sacco e gettati nel pozzo. Tempo dopo i familiari iniziarono a indagare sulla scomparsa del congiunto ma senza giungere a nessuna conclusione.
L’unico a scampare alla furia omicida della Gunness fu un certo George Anderson, un possidente terriero, il quale aveva dubitato sin dall’inizio delle intenzioni della donna. Quest’ultima infatti, che mirava al denaro contante, aveva posto allo spasimante come condizione necessaria per il matrimonio, la vendita del suo podere. Ma Anderson non accettò e se ne tornò nel suo paese.
Sempre utilizzando lo stratagemma dell'inserzione matrimoniale, furono uccisi e smembrati: Charles Nieburg di Philadelphia (1904), Christian Hinckley dal Wisconsin (febbraio 1905), George Barry (luglio 1905), Henry Gurholt (agosto 1905), Herman Konitzer (gennaio 1906).
Sotto i colpi d’ascia della Gunner cadde anche un giovane di diciannove anni, un certo Emil, figlio di alcuni vicini di casa. Questi probabilmente disdegnando le attenzioni della Vedova Nera, essendo già fidanzato con un’altra ragazza, fu ucciso senza pietà. Una volta occultati i resti del ragazzo, come al solito la Gunness mentì ai genitori, asserendo di non sapere assolutamente niente sulla scomparsa del giovane.
Poi fu la volta di Ole Budsberg del Wisconsin (26 aprile 1907), il quale venne macellato e seppellito nel recinto dei maiali. Ai figli della vittima Belle, che intanto era stata rintracciata dagli impiegati della banca dove Budsberg aveva prelevato il suo conto, rispose che l’uomo era partito inspiegabilmente per l’Oregon.
Belle Gunness: non c'è fine alle morti
La Signora Barbablu non era ancora stanca di uccidere. Dopo il fermo del processo fu il turno della figlia adottiva Jennie, la quale venne avvelenata, tagliata a pezzi e gettata nel pozzo della fattoria. Quando i vicini di casa cominciarono a interrogarsi sull’assenza della bambina, la Gunness spiegò tranquillamente che la figlia era stata mandata in un collegio.
Di qui in poi inizierà l’incubo.
Nel maggio del 1907 Belle Gunness assunse come tuttofare Ray Lamphere, trent’anni, coltivatore, futura figura chiave del caso. Inspiegabilmente questi riuscì a entrare nelle grazie della spietata assassina, la quale, oltre a non alzare una mano su di lui, lo ricoprì di vistose attenzioni.
Nel dicembre del 1907 la Vedova Nera venne contattata (sempre tramite un annuncio sul giornale) da Andrew Helgelein, di origine svedese. Memore della precedente esperienza, Belle rispose al suo spasimante, chiedendogli di non fargli pervenire i soldi tramite la sua banca, ma di ritirarli e di nasconderli fino al loro incontro, senza farne parola con nessuno.
L’originale della lettera riporta infatti: “Non mi inviare i soldi tramite banca, non mi fido di loro, prendili direttamente tu e nascondili nella biancheria intima. Fai attenzione a non dirlo a nessuno, neanche ai tuoi parenti più stretti. Questo deve essere un nostro segreto. Vedrai che tra noi due ci saranno altri segreti."
Appresa la notizia dell’arrivo di un nuovo padrone di casa, Lamphere iniziò a chiedere spiegazioni alla Gunnes, la quale gli intimò di andarsene e di cercarsi un nuovo lavoro. Dopo una violenta discussione, il tuttofare se ne andò, imprecando contro la donna, la quale, nel gennaio del 1908, avvelenò Helgelein e ne fece a pezzi il cadavere.
Terminata la mattanza, il giorno dopo la Gunnes, si recò dai vicini, recitando la parte della donna sedotta e abbandonata, al fine di stornare ancora una volta da se i sospetti circa le inquietanti sparizioni.
Belle Gunness: l'incendio e la scomparsa
Nel marzo del 1908, Belle Gunness assunse un nuovo bracciante, Joe Maxon. La notte del 28 aprile, Maxon fu svegliato da un fumo denso, proveniente dal pianterreno. Allarmato l’uomo cominciò a chiamare la Gunnes, ma non ebbe alcuna risposta. Corse fuori dalla casa per cercare aiuto, ma dopo pochi minuti la fattoria fu letteralmente avvolta dalle fiamme.
Ma il peggio doveva ancora venire.
Dell’incendio fu accusato Ray Lamphere, sulla base di alcune confidenze che la Gunness aveva fatto a un avvocato. Belle aveva infatti confidato a questi di essere stata oggetto di minacce da parte di Lamphere in seguito al suo licenziamento.
Nel maggio del 1908 gli investigatori accorsi sul luogo della tragedia, scoprirono gli orridi segreti custoditi nel sottosuolo della fattoria dal 1902. Vennero estratti numerosi sacchi con dentro mucchi di ossa e di altri resti umani, cosparsi di soda caustica.
Nello scantinato della casa vennero rinvenuti quattro cadaveri, tre dei quali furono identificati come quelli dei figli di Belle (Myrtle di undici anni, Lucy di nove e Philip di cinque) più un quarto corpo privo della testa, che in un primo momento fu identificato come quello della Gunnes.
Il 12 maggio 1908, durante le ricerche del cranio disperso, gli inquirenti rinvennero la protesi dentaria di Belle. Così il 20 maggio 1908 il coroner dichiarò che la Gunness era perita per mano, cito testualmente, "di uno sconosciuto squilibrato" .
Belle Gunness: il processo
Il 9 novembre del 1908 si aprì ufficialmente il processo contro Ray Lamphere, sul quale pendeva oltre all’accusa d’incendio doloso, anche quella di omicidio plurimo.
Nonostante il susseguirsi di testimoni, molti dei quali amici e parenti delle persone uccise dalla Gunnes, desiderose perciò di giustizia, non si arrivò mai a un chiarimento logico ed esaustivo dei fatti.
Il 26 novembre del 1908 il giudice Richter emanò la seguente sentenza:
“Troviamo il sig. Ray Lamphere colpevole dell'incendio causato nella fattoria, ma estraneo al massacro di quelle genti.”
Scampato alla forca, Lamphere fu chiuso in carcere, dove morirà di tubercolosi nel 1911. Anche qui continuerà a dichiararsi innocente dell’incendio, asserendo:
“Non è morta (parlando di Belle Gunnes), io so che aveva una grande cicatrice nella gamba sinistra, il corpo della donna decapitata trovata nello scantinato, non ha nessuna cicatrice, non mi hanno voluto credere, è riuscita a prendersi gioco di tutti noi.”
Belle Gunness: gli avvistamenti
Le parole di Lamphere trovarono un immediato riscontro nella realtà. Infatti iniziarono a susseguirsi, sempre con maggiore frequenza, gli avvistamenti della "vedova nera":
- Il 29 aprile 1909 il capotreno Jesse Hurst asserì di aver visto la Gunness salire sul treno, alla stazione di Decatur (Indiana), trasportata su di una barella.
- Nell'aprile 1909 la Vedova Nera venne vista da un agricoltore mentre si trovava a bere in un bar.
- In molte occasioni un’amica di Belle, un certa Almetta Hay, dichiarò che l’assassina si sarebbe recata spesso da lei. Nel 1916 quando la Hay morì, fu ritrovato nel suo appartamento un teschio umano, nascosto in mezzo a dei cuscini. Gli inquirenti paventarono l’ipotesi che quel cranio appartenesse al cadavere rivenuto nella cantina della fattoria, andata a fuoco nell’aprile del 1908.
- Nel 1917 Belle fu identificata da un uomo che dichiarò di averla vista lavorare in un ospedale come infermiera.
- Nel 1931 a Los Angeles venne ucciso August Lindstrom, un ottantunenne di origini norvegesi. L’uomo fu avvelenato da una certa Esther Carlson, la quale seguì lo stesso modus operandi di Belle Gunnes. La Carson fu arrestata con l’accusa di omicidio ma morì di tubercolosi mentre era in attesa di giudizio.
- Nel 1935 alcuni asserirono di averla vista lavorare come maîtresse in un bordello nell’Ohio. Quando un detective dilettante si recò da lei e la chiamò col suo vero nome (Belle), questa si voltò verso di lui e lo redarguì con violenza. Successivamente gli amici della donna intimarono al detective di lasciare perdere ogni indagine, se non voleva passare dei guai.
Concludiamo con questi versi, molto indicativi, composti da Belle Gunnes:
È rossa dell’Indiana la luna | Perché Belle forte e cupa era una | e pensa a tutti quegli uomini di Norvegia | che St. Paul mai più rivedranno
|