Carlos Robledo Puch, la storia del serial killer

Nome Completo: Carlos Eduardo Robledo Puch

Soprannome: l'Angelo della Morte, l'Angelo Nero, la Bestia Umana

Nazionalità/Paese: Argentina

Nato il: 19 gennaio 1952

Morto il: in vita

Periodo delle uccisioni: 15 marzo 1971 - 4 febbraio 1972

Vittime Accertate: 11

Modus Operandi: uccideva le sue vittime sparando loro con una pistola, spesso nel corso di furti e rapine, a volte nel sonno.


Carlos Eduardo Robledo Puch è il più famoso serial killer argentino di tutti i tempi: le sue vicende nel 1972 hanno tenuto banco in TV e sui giornali per mesi, conquistando l'interesse e l'attenzione dell'intera nazione negli anni a venire.

Nonostante non sia il più prolifico assassino seriale dell'Argentina (questo triste primato spetta a Francisco Antonio Laureana, 13 omicidi e più) nè il più giovane (la famosa "peste dalle grandi orecchie" Cayetano Santos Godino uccise la sua prima vittima a soli 10 anni) la storia criminale di Robledo Puch si è impressa a fuoco nella memoria collettiva del Paese sudamericano sia per la spietatezza delle sue gesta sia per le assurde motivazioni di contorno che lo portarono a uccidere 11 persone (donne e uomini, giovani e adulti) in 11 mesi, dal marzo 1971 al febbraio 1972.

La nazione che si apprestava a tornare di lì a un anno "democratica", dopo un lungo periodo di dittatura militare, scoprì un brutto giorno del febbraio del 1972 di aver covato nel cuore pulsante della sua società, Buenos Aires, un brutale omicida che nulla aveva da spartire con l'archetipo del killer violento (ignorante, volgare, poco attraente e dall'infanzia povera e travagliata): un ventenne dal volto delicato e angelico, incorniciato da capelli riccioluti tra il biondo e il rosso, figlio di gente onesta e borghese, poliglotta e istruito e frequentatore costante della chiesa.

Un ragazzo tanto bello fuori quanto marcio dentro: un angelo della morte.


Carlos Eduardo Robledo Puch: infanzia e adolescenza

Contrariamente alla maggior parte degli assassini seriali (compresi quelli trattati sulle pagine di LaTelaNera.com) Carlos Robledo Puch non ha avuto un'infanzia travagliata e non è cresciuto in una famiglia disfunzionale.

Niente soprusi e violenze (sessuali o psicologiche) ma una vita "normale", molto agiata. Figlio di un importante tecnico assunto presso la General Motors e di una donna di origini tedesche, Robledo Puch cresce senza dare alcun segnale di quello che sarà il suo futuro assassino.

Dotato di una buona intelligenza e di un bell'aspetto - manterrà quell'aria fanciullesca e vagamente delicata fino all'età adulta - gode addirittura di particolari possibilità ai tempi molto rare: studia pianoforte e le lingue, imparando il tedesco e l'inglese. È circondato dall'amore e dall'effetto dei suoi genitori e perfino del nonno e della nonna, che spesso accompagna in chiesa.

I primi problemi cominciano verso i 14 anni, un'età di normale "rottura" e ribellione nei confronti della famiglia e della società. Robledo Puch esagera: furti, ricettazione e una lingua al pepe lo mettono spesso nei guai a scuola.

A sedici anni la prima svolta della sua vita: conosce Jorge Ibañez, di due anni più giovane di lui, ma più esperto nell'arte dei piccoli crimini e sicuro di sè: un "ribelle" fatto e finito dal carattere e dall'aspetto forte e virile, un vero e proprio "maschio alpha" che forse Robledo Puch - mai interessato alle ragazze - stava aspettando da tempo.

Un'immagine artistica del serial killer argentino Carlos Eduardo Robledo Puch


Carlos Robledo Puch: piccoli crimini e i primi morti

Affascinato e attratto dal nuovo amico, i due si imbarcano - spesso insieme, altre volte autonomamente - in numerose imprese illecite volte al guadagno di denaro. Furti di biciclette, stereo, qualsiasi cosa che possa essere rivenduta per tirar su grana da spendere per fare la “bella vita”.

Robledo Puch alterna questa attività di ladruncolo con quella di scolaro e meccanico appassionato, indeciso quale strada seguire. L'espulsione dalla scuola, per essere stato sospettato di un furto di denaro, lo mette definitivamente sulla cattiva strada.

Il ragazzo, apparentemente tranquillo, taciturno e distante - continua a vivere in famiglia - nei momenti di rottura maggiore con i genitori si stabilirà in casa dei nonni, ma manterrà i propri vizi ed alimenterà i suoi sogni coi frutti delle sue attività criminali.

E si sa che crescendo, vizi e sogni necessitano di cifre di denaro sempre maggiori: questo spingerà Robledo Puch e Jorge Ibañez ad abbandonare i piccoli furti per dedicarsi allo svaligiare negozi, bar e altre attività commerciali.

Nel corso di uno di questi colpi che ci scappa il morto.
Anzi, due.

È il 15 marzo 1971, e i due tentano la fortuna all'interno di un locale a Olivos. In piena notte forzano uno degli ingressi del posto e riescono a trafugare denaro e oggetti per 350.000 pesos.

Nel corso della perlustrazione del luogo Robledo Puch scopre che in una delle stanze stanno dormendo il guardiano del posto e il proprietario dell'attività: il ragazzo non ha esitazioni e li uccide entrambi nel sonno, crivellandoli di colpi esplosi da una pistola Ruby calibro 32.

Il territorio d'azione di Carlos Robledo Puch a Buenos Aires

Carlos Robledo Puch: una corsa di morte sempre più folle e veloce

I due morti lasciati sul campo non comportano alcun cambiamento nel modus operandi o delle abitudini di Robledo Puch e Jorge Ibañez. I due continuano incessantemente nelle loro "scorribande" notturne, senza dare importanza a quanto successo.

Quasi due mesi dopo, il 9 maggio 1971, i due fanno irruzione all'interno di un negozio di parti di ricambio della Mercedes-Benz dalle parti di Vicente López. Nel corso della loro ricerca di bottino - alla fine se ne andranno con materiali per 400.000 pesos - s'imbatteranno nella stanza dove vivono il proprietario del negozio con la moglie e un bimbo infante.

Quando li trovano stanno tutti dormendo. Robledo Puch non ci pensa troppo: spara all'uomo, uccidendolo, e alla donna, ferendola gravemente. Jorge Ibañez decide lì per lì di violentarla, ma desiste presto, forse a causa del troppo sangue.

I due decidono di andarsene, lasciando la donna a morire dissanguata: prima però Robledo Puch spara alcuni colpi contro la culla dentro cui si trova il bimbo della famiglia che hanno appena distrutto. Nonostante le ferite madre e bimbo sopravviveranno, ma questo Puch e Ibañez non lo sanno.

Quindici notti dopo, il 24 maggio 1971, i due colpiscono un supermarket di Olivos. Robledo Puch in quest'occasione uccide il guardiano del posto. Il bottino ricavato, 5 milioni di pesos, è così elevato che i la coppia di assassini e ladri decide di festeggiare brindando con del whisky sul cadavere dell'uomo.


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